Marco Motta collage Juve RomaGetty/GOAL

Marco Motta, l'ex di Roma e Juventus che ha vinto in Indonesia

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Ha vestito tra le altre le maglie di Roma e Juventus ma la più grande soddisfazione della sua carriera è arrivata a migliaria di chilometri dall'Italia e più precisamente in Indonesia, dove Marco Motta ha vinto un campionato da assoluto protagonista.

Motta muove i primi passi nella squadra del suo paese, il Lomagna. Poi il trasferimento all'Usmate e il corteggiamento da parte di Milan, Monza e Como. Alla fine però, consigliato dai suoi genitori, finisce all'Atalanta con cui esordisce in Serie A a soli 18 anni. Un'esperienza decisamente formativa a livello calcistico ma anche umano, come raccontato dallo stesso Motta qualche anno fa a 'Hurrà Juventus'.

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"L'Atalanta oltre a essere una squadra che ti permette, se meriti, di arrivare sino alla prima squadra, è soprattutto una scuola di vita. Erano molto attenti allo studio, all’alimentazione, ai comportamenti. Ti permettono di crescere dal punto di vista umano, ancor prima che da quello calcistico".

Quindi passa all'Udinese, dove resta un paio di stagioni ed esordisce in Champions League ad appena 19 anni. La sua avventura in Friuli però è segnata da un gravissimo infortunio.

"Il 21 gennaio del 2006 mi sono rotto il legamento crociato, stirandomi il collaterale. Un infortunio decisamente brutto, che ho superato con grande difficoltà. Mi hanno sempre detto che per un problema del genere, tra ricostruzione del crociato e riabilitazione ci vogliono sei mesi. Sarà, ma io ci ho messo un paio d’anni a riprendermi del tutto".

A scommettere su Motta è il Torino con cui ritrova la migliore condizione, tanto che l'Udinese decide di riportarlo alla base. A gennaio però è lo stesso Motta a chiedere la cessione e la Roma brucia la Juventus anche perché sulla panchina giallorossa c'è Luciano Spalletti, ovvero l'uomo che l'aveva fortemente voluto in Friuli.

"I primi sei mesi nella capitale sono andati benissimo, mi sono integrato alla grande, grazie a tutto l’ambiente e al tecnico che mi ha dato grande fiducia. la Juve è tornata nel mio destino: battendoci a Roma 3-1 portò Spalletti alle dimissioni. Così arrivò Ranieri. Nel calcio tutti gli allenatori hanno idee diverse, ed io rientravo solo qualche volta in quelle del nuovo tecnico. Per me è stata comunque un’esperienza importante, di quelle che aiutano a crescere".

Al termine della stagione Udinese e Roma vanno alle buste ed a spuntarla sono i friulani, che poi girano Motta proprio alla Juventus. La società bianconera, reduce da un deludente settimo posto, è in ricostruzione con la nuova dirigenza formata da Agnelli, Marotta e Paratici mentre in panchina c'è Gigi Delneri. Motta gioca tanto, le presenze complessive saranno infatti trentadue, ma il settimo posto finale induce la Juventus a cambiare: via Delneri, dentro Conte. E per il terzino le porte di fatto si chiuderanno, definitivamente.

Motta finisce fuori squadra, finchè a gennaio 2012 non si trasferisce in prestito al Catania dove resta solo sei mesi prima di un altro trasferimento, stavolta a Bologna. Nell'estate 2013 torna alla Juve e colleziona anche un paio di presenze che gli permetteranno di laurearsi campione d'Italia al termine della stagione anche se nel gennaio 2014 finisce in prestito al Genoa.

Dopo la rescissione del contratto con i bianconeri nell'inverno 2015, Motta inizia un lungo giro del mondo tra Inghilterra (Watford e Charlton), Spagna (Almeria) e Cipro con l'Omonia Nicosia. La più grande soddisfazione però arriva in Indonesia con la vittoria del campionato da parte del suo Persija Jakarta. Un'avventura fortemente voluta da Motta, come spiegato a 'Il Secolo XIX'.

"Avevo giocato a Giacarta con la Juve, ero rimasto colpito dal calore, dagli stadi enormi e strapieni. Il patron del Persija mi ha contattato, sono venuto in Indonesia e ho trovato strutture all’avanguardia, scuole eccellenti per i miei figli. E ho deciso di provarci. Abbiamo 70-80 mila tifosi a gara, atmosfera simile a quando giocavo nella Roma all’Olimpico. Giacarta è la New York dell’Asia, la cucina è ottima, ho provato il nasi goreng, il loro riso fritto".

Motta al Persija Jakarta era insomma diventato un vero e proprio idolo e si era perfettamente ambientato, fino all'addio nell'aprile del 2022. Dal sogno Juve alla gloria in Indonesia.

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