Claudio Marchisio Juventus Palermo Serie AGetty Images

Dal Palermo al Palermo: Juventus, è tornato il Principino Marchisio

Il calcio dà. Il calcio toglie. Questa volta, fortunatamente, dà. Claudio Marchisio non segnava in Serie A da 34 partite, 643 giorni dall'ultimo sussulto in campionato – contro l'Inter – via della rete ritrovata affrontando il Palermo. Già, proprio la squadra compagine siciliana. Nella passata stagione, in uno scontro con Franco Vazquez, il Principino si rompeva il legamento crociato del ginocchio sinistro e perdeva la possibilità di dire la sua agli Europei transalpini sotto la guida di Antonio Conte.

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Lunga fase di recupero, vari step da seguire, il tutto senza affrettare le tempistiche. Il numero 8 della Juventus, avvalendosi della massima determinazione, è riuscito a rientrare in maniera oculata. I tempi d'oro appaiono ancora lontani, e non potrebbe essere altrimenti vista l'entità dell'infortunio, ma i contributi iniziano a diventare interessanti e incoraggianti.

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Massima pulizia in mezzo al campo, giocate semplici e di qualità, quadro generale impreziosito dall'evoluzione targata 4-2-3-1. In questo sistema di gioco, tecnico e arioso, il centrocampista azzurro può effettuare ulteriormente il salto di qualità. I compagni di reparto, nello specifico Khedira e Pjanic, hanno dimostrato di saper giganteggiare nel nuovo disegno e, giocoforza, anche il calciatore cresciuto a pane e Juventus è destinato a convincere.

Uno come Marchisio, abituato ad ottenere voti alti in fase d'impostazione, nella prova anti Palermo ha fatto registrare numeri incisivi: 98 palloni giocati, 87,5% di duelli vinti, 4 possessi guadagnati e 91,6% nei passaggi riusciti. Il pieno di benzina non c'è ancora, soprattutto dopo l'ultimo stop, ma il peso specifico è dei più notevoli.

Il Principino, fulminando da posizione favorevole Posavec, ha tracciato una linea netta verso il futuro. In nome del turnover, sempre che Allegri non decida di riproporre la vecchia linea metodista, tre big lotteranno quotidianamente per due posti. C'è spazio per tutti – direbbero gli allenatori – ma la verità è che la posta in palio inizia a diventare significativa e, a partire dall'imminente trasferta di Oporto, troverà una maglia da titolare chi starà meglio.

Allegri, dal canto suo, può sorridere. Al netto di piccoli acciacchi, fisiologici valutando l'intensità dell'annata corrente, la squadra vanta globalmente un'ottima condizione; l'ideale per provare a fare tanta strada in Champions League. E se in corso Galileo Ferraris nella finestra invernale hanno provato a ingolosire il Lione sul fronte Corentin Tolisso, assicurandosi anche l'utile Tomas Rincon dal Genoa, il 4-2-3-1 ha reso un reparto monco persino sovraffollato. Tanti interpreti, diverse opzioni, qualità eccelsa a comporre il discorso. I magnifici tre, ovvero Khedira, Pjanic e Marchisio, costituiscono per Madama un tris di certezze.

Contro il Palermo, mettendosi definitivamente alle spalle un momento difficile, Marchisio ha spedito un segnale a tutti. E questa, per gli avversari, non è certamente una buona notizia.

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