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Il Manchester United stenta ancora: quali prospettive in Premier e nelle coppe?

In quella che doveva essere, per l’ennesima volta da quando è finita l’era Ferguson, la stagione della rinascita, il Manchester United è partito veramente male.

Nelle prime 7 partite di Premier League i “Red Devils” hanno conquistato 8 punti: un bottino basso se si pensa al valore della squadra il cui calendario non era semplicissimo (viste le sfide contro Liverpool, Tottenham e Aston Villa) ma nemmeno così proibitivo.

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Vittoria EFL Cup 11.00 11.00 12.00

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La situazione dei Reds in Premier ed Europa

Tra il vertice della classifica e il Manchester United c'è già un margine di distanza: 10 i punti di distacco dalla vetta occupata dai rivali del City; 7 quelli dal quarto posto che vale la Champions League, vero obiettivo realistico dei “Red Devils”.

In Europa League le cose non sono andate meglio. 2 punti in 2 partite frutto di due pareggi: quello esterno contro il Porto, arrivato rocambolescamente all’ultimo respiro, ci può stare ma l’1-1 casalingo contro il Twente è un flop che fa ancora rumore. A questo punto della stagione nulla certo di irrimediabile. A patto che si cambi immediatamente rotta.

Non sta bastando un altro mercato faraonico

Quest’estate, la prima dall’ingresso in società del proprietario di INEOS Jim Ratcliffe, lo United ha speso 212 milioni di euro per portare a Manchester profili come l’ex Bologna Joshua Zirkzee, il centrocampista Ugarte, il promettente centrale difensivo francese Leny Yoro (attualmente ai box per un infortunio) il terzino destro Mazraoui e l’ex Juve de Ligt, questi ultimi entrambi pupilli del tecnico ten Hag.

Nomi di spessore che si sono aggiunti ad una rosa che poteva contare già su profili come Rashford, Onana, Lisandro Martinez Casemiro, Eriksen e capitan Bruno Fernandes ma anche su talenti giovani e già comunque collaudati come Garnacho e Mainoo. La base tecnica evidentemente c'è: manca però tutto il resto.

In campo i “Red Devils”, a fronte di qualche buono sprazzo, danno l’impressione di non avere comunque un'identità strutturata e carattere. Il gap con le rivali nelle due sfide di vertice contro Liverpool e Tottenham (quest’ultima va detto in parte segnata dall’ingiusto rosso diretto a Bruno Fernandes alla fine del primo tempo) è apparso abbastanza netto.

A questo si aggiunge una scarsa incisività in partite nelle quali sulla carta ci sarebbe invece da produrre: il pari a reti bianche contro il Crystal Palace e il pareggio casalingo contro l’Utrecht in tal senso sono casi emblematici di una squadra che crea (e d’altronde ha tanti giocatori in grado di farlo) ma non riesce a concretizzare.

Anche i numeri difensivi non lasciano molto spazio a sorrisi. Lo United è riuscito a ottenere tre clean sheet in stagione ma in Premier League ha preso 8 gol in 7 gare e in Europa League 4 in 2. Non sono certo pochi, specie per una difesa che ha a disposizione giocatori molto esperti come Maguire, Evans, de Ligt e un campione del Mondo e di Sudamerica in carica come Lisandro Martinez.

La posizione di ten Hag vacilla ancora

Come sempre quando una squadra non va il primo a finire sul banco degli imputati e l’allenatore. Per Erik ten Hag lo scenario non è certo il più roseo.

Dopo due anni di luci ed ombre con le vittorie di League Cup ed FA Cup ma anche risultati non esaltanti in campionato e nelle coppe europee, il tecnico olandese era stato confermato nonostante fossero ricorrenti le news sulla ricerca di un altro tecnico da parte dei “Red Devils” poi non andata a buon fine. Dopo questo avvio così stentato i rumour su un suo possibile esonero si fanno sempre più insistenti.

Il Manchester United ha sicuramente il potenziale per poter fare una stagione migliore e la qualità della squadra può sicuramente venire fuori in competizioni come l’Europa League o le coppe nazionali, dove ci saranno molte partite secche. Serve però una scossa soprattutto in ottica campionato: una scossa che potrebbe arrivare anche col cambio tecnico. Forse ten Hag avrà un’ultima prova d’appello: certamente non ha più molto tempo per dimostrare di essere davvero la guida giusta per il club.