Abel Xavier Portugal UEFA Euro 2000Getty Images

Abel Xavier, il 'bidone' dalle acconciature bizzarre

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Grandi referenze e tanta considerazione da parte dei suoi allenatori, ma poi un rendimento quasi sempre mediocre e in alcune occasioni disastroso. Sarà questa la costante della carriera di Abel Xavier, che dopo aver fatto bene a livello Giovanile con il Portogallo, alla prova dei fatti si rivelerà inadeguato nelle due avventure italiane con Bari e Roma.

In mezzo un lungo girovagare con molte squadre di prestigio, dall'Everton al Galatasaray, senza mai convincere, e gli Europei del 2000 con la Nazionale lusitana, in cui 'si macchia' del fallo di mano che propizia il rigore decisivo che spiana la strada della finale alla Francia. Non contento, la successiva protesta contro l'arbitro gli costa una mega squalifica di 9 mesi. 

Ricordato più come personaggio ideale per l'irriverente rubrica 'Fenomeni parastatali' del noto programma della Gialappa's Band, 'Mai dire Gol', piuttosto che per le sue prestazioni in campo, è considerato come uno dei più grandi bidoni che abbiano mai calcato i campi della Serie A negli ultimi 30 anni. A fine carriera, quando gioca con il Middlesbrough, cade anche nel doping e viene squalificato per un anno per assunzione di steroidi, diventando il primo nella storia della Premier League.

I SUCCESSI GIOVANILI E L'INTERESSE DEL PARMA

Nato a Nampula in Mozambico il 30 novembre 1972, Abel Xavier si trasferisce in Portogallo con la famiglia e cresce calcisticamente con l'Estrela Amadora, con cui debutta anche nel massimo campionato lusitano nella stagione 1990/91.

Acquisito da bambino anche il passaporto portoghese, il suo nome è però già ampiamente conosciuto dagli esperti di calcio internazionale. Abel Xavier fa parte infatti di quella 'Generazione d'oro' capace di ottenere risultati importanti a livello internazionale.

Nel 1989 conquista gli Europei Under 16 e si piazza al 3° posto ai Mondiali Under 17 , nel 1990 arriva 2° agli Europei Juniores, perdendo ai rigori la finale con l'U.R.S.S., nel 1991 vince (ma in finale è in panchina) i Mondiali Under 20 in terra lusitana. Successivamente, con l'Under 21, si piazza 2° agli Europei del 1994 perdendo da titolare la finale contro l'Italia di Cesare Maldini.

Nel 1993 passa al Benfica e ci milita due stagioni, con un buon rendimento che lo rende appetibile ai club italiani. Gioca prevalentemente da playmaker basso davanti alla difesa e ha una stazza fisica notevole (un metro e 87 centimetri di altezza per 84 chilogrammi), ma si disimpegna anche da difensore centrale e terzino. Nella prima stagione con le Aquile si laurea campione del Portogallo e già nell'estate 1994 finisce nel mirino del Parma dopo che i ducali incrociano i biancorossi portoghesi in Coppa UEFA.

L'allora Direttore Generale gialloblù Gianbattista Pastorello spende nei suoi confronti parole importanti, rilasciando alcune dichiarazioni al quotidiano 'La Stampa'.

"Sapete che la Parmalat ha un diritto di prelazione sui giocatori del Benfica. Potremmo esercitarla anche per Abel Xavier. È un grande giocatore, all’inizio di carriera è stato utilizzato come centrale, poi è stato dirottato sulla fascia destra. È un ragazzo molto giovane, nel quale crediamo, per questo lo abbiamo bloccato, e il prossimo anno decideremo".

Per chiudere l'affare gli emiliani offrono ai portoghesi il cartellino del colombiano Freddy Rincon, giocatore che milita nel Palmeiras (club brasiliano controllato dalla Parmalat) ma all'ultimo salta tutto: Abel Xavier resta al Benfica e Rincon si trasferisce al Napoli.

IL PRIMO FLOP AL BARI

L'approdo in Serie A è soltanto rimandato di un anno per il classe 1972: dopo una seconda stagione disputata con il Benfica, infatti, su di lui punta il neopromosso Bari. Il presidente Vincenzo Matarrese e il D.g. Carlo Regalia cercano un sostituto all'altezza per Emiliano Bigica, ceduto alla Fiorentina, e investono 500 milioni di Lire per il prestito oneroso, strappando il sì del giocatore al termine di un lungo corteggiamento.

Le aspettative sono alte ma quando arriva in Italia è reduce da infortunio e si rifà male nel precampionato. Recupera comunque per l'avvio della stagione e il tecnico Beppe Materazzi gli affida il compito delicato di dare equilibrio alla squadra nelle due fasi di gioco: qualità in quella di possesso, solidità quando bisogna difendersi. Il suo look è ancora 'pulito', con una folta chioma nera e riccioluta a segnare il suo battesimo italiano.

Abel Xavier debutta così in Serie A nel ruolo di regista il 27 agosto 1995, quando al San Nicola è di scena il Napoli di Boskov. Finisce 1-1, ma il portoghese accusa nuovamente problemi muscolari e lascia il campo poco oltre la mezz'ora. Nei suoi primi 30 minuti in campionato denota subito una lentezza che fa preoccupare non poco i tifosi biancorossi.

Non sarà soltanto un'impressione, perché dopo 3 settimane di stop, in cui salta la partita con il Torino, torna a disposizione per il secondo impegno casalingo con la Lazio di Zeman. La prestazione del portoghese, impiegato nuovamente a centrocampo, non è di certo esaltante,: sbaglia diversi passaggi ed è sempre in ritardo quando è chiamato a rincorrere gli avversari.

Nel Bari incanta Protti, autore di una tripletta, ma lo scarso filtro della mediana porta i biancocelesti a concludere molte volte in porta, strappando alla fine un 3-3 in rimonta. Stavolta l'ex Benfica resta in campo per oltre un'ora, venendo poi sostituito con Ficini. 

È ancora titolare a Piacenza, dove il Bari perde 3-2 lo scontro diretto: gioca un discreto primo tempo ma nella ripresa è in grossa difficoltà sul piano atletico di fronte alla manovra veloce dei padroni di casa e lascia il terreno di gioco nel finale.

Bari 1995/96Wikipedia

Materazzi, visti i risultati negativi della squadra, sceglie di cambiare e tiene fuori Abel Xavier per i successivi due impegni con Milan (vittoria per 1-0) e Vicenza (sconfitta per 2-0). Il portoghese ha tuttavia una nuova possibilità alla 7ª giornata contro il Cagliari di Trapattoni. Ma gioca un primo tempo disastroso, caratterizzato da un dominio nel gioco dei rossoblù, e dopo l'intervallo la sua sostituzione con Paolo Annoni si rivelerà vincente, visto che i pugliesi segnano addirittura 3 goal.

Resta così fuori per altre 2 partite, salvo essere puntualmente riproposto nella duplice sconfitta con Padova (3-0 in trasferta) e Roma (2-1 per i giallorossi al San Nicola), gare che disputa per intero e che portano i pugliesi nei bassifondi della classifica. La società ha intanto rinforzato il centrocampo con l'acquisto dell'altro svedese Klas Ingesson, e nel ruolo di playmaker Abel Xavier è di fatto bocciato.

Il nuovo k.o. con la Sampdoria, gara nella quale il portoghese non gioca, porta poi a un avvicendamento in panchina, con l'arrivo di Eugenio Fascetti al posto di Materazzi. Il tecnico toscano vuole concedere una nuova possibilità al portoghese, e prova a riciclarlo in una nuova posizione, quella di libero. In questo nuovo ruolo lo lancia da titolare alle spalle di Mangone nella delicata trasferta contro la Cremonese, scontro diretto per non retrocedere.

Ma per i Galletti è una disfatta epocale: i grigiorossi dilagano allo Zini per 7-1, con il portoghese che è sempre anticipato dalle punte avversarie e non ne prende una. Il giorno seguente sui quotidiani sportivi fioccano i 4 in pagella, di fatto la sua prima esperienza in Serie A può considerarsi già conclusa. Fascetti infatti non lo fa più giocare, salvo nella gara contro il Vicenza del 25 febbraio 1996.

Abel Xavier è schierato anche in questo caso da centrale difensivo, palesando, se ancora ce ne fosse bisogno, una sconcertante lentezza. Vince (ovviamente) la squadra di Guidolin, e il portoghese, dopo appena 8 presenze, tutt'altro che memorabili, a fine stagione può già salutare la Serie A.

DALLA SPAGNA ALLA PREMIER SENZA LASCIARE IL SEGNO

Il Benfica non crede più in lui e lo sbologna in Spagna all'Oviedo. Con la squadra delle Asturie gioca con continuità nella Liga per due stagioni, venendo impostato prettamente come terzino destro difensivo. Nel 1998 la ruota della fortuna torna così a girare dalla sua parte: dopo ben 5 anni di assenza, il Ct. Coelho lo richiama infatti in Nazionale e su di lui scommette il PSV Eindhoven.

Nei Paesi Bassi vince la Supercoppa d'Olanda e rigioca la Champions League ma vive un'annata modesta (27 presenze e 2 goal in totale), tuttavia l'anno seguente per lui arriva addirittura la chiamata dell'Everton in Premier League. Abel Xavier non si fa pregare e si trasferisce Oltremanica. Con la maglia dei Toffees gioca per 2 stagioni con regolarità, guadagnandosi la convocazione per Euro 2000 dopo aver disputato le qualificazioni. È in quel periodo che il giocatore lusitano prende l'abitudine di sfoggiare in campo un look stravagante: decide infatti di presentarsi con pizzetto e folta capigliatura ossigenati.

Portugal France Euro 2000Getty Images

IL DISASTRO DI EURO 2000

Al torneo continentale in Belgio e Olanda Abel Xavier parte titolare, ma dopo gli errori nel rocambolesco successo per 3-2 contro l'Inghilterra è presto relegato in panchina. Coelho, tuttavia, lo ripesca per la delicata semifinale contro la Francia campione del Mondo, guidata da Roger Lemerre. La partita è equilibrata ma dopo l'1-1 dei tempi regolamentari, nei supplementari è Abel Xavier a deciderla... per gli avversari.

Il terzino portoghese 'para' infatti con la mano un tiro a botta sicura da posizione defilata di Wiltord, che già aveva scavalcato il portiere del Portogallo Vitor Baía. Nonostante le proteste vibranti dell'ex barese e dei suoi compagni, l'arbitro austriaco Günter Benkö è inamovibile e decreta il rigore per i Bleus, che Zidane con freddezza trasforma. 

Abel Xavier è di fatto il principale responsabile dell'uscita di scena del Portogallo e per le proteste viene stangato dall'UEFA con 9 mesi di squalifica da scontare in gare internazionali. Ciononostante, scaduta la sanzione, gode di rinnovata fiducia da parte del nuovo Ct. dei lusitani, Antonio Oliveira, che prima lo testa nella gara contro Andorra nelle Qualificazioni Mondiali, poi in alcune amichevoli, e infine decide di portarlo nella spedizione in Corea e Giappone. 

Il classe 1972 entra in campo nella sfortunata sfida del Girone contro la Corea del Sud, che segna l'eliminazione prematura dei lusitani, sconfitti 1-0 con un goal di Park Ji-Sung. Con quella gara a 29 anni si chiude la sua avventura in Nazionale, con cui colleziona in tutto 20 presenze e 2 reti.

LIVERPOOL, GALATASARAY E METEORA ALLA ROMA

Quando gioca i Mondiali Abel Xavier è già passato dall'Everton al Liverpool, dove vince una Supercoppa Europea e diventa presto una riserva, totalizzando 21 presenze e 2 reti in tutte le competizioni, prima di finire fuori rosa ed essere ceduto in prestito a gennaio 2003 al Galatasaray. Nel 2002 ci aveva pensato la Lazio, ma poi i biancocelesti, alla luce di quanto accaduto agli Europei, decidono di non affondare il colpo.

Pure in Turchia non convince (11 presenze) e il flipper di maglie indossate continua quando i Reds, dopo un'altra mezza stagione ai margini della squadra, nel mercato invernale del 2004 lo mandano in prestito Bundesliga all'Hannover. 

I mesi trascorsi in Germania certificano di fatto che ormai il portoghese non è più adatto a giocare ad alti livelli: mette insieme 5 presenze, nelle quali la sua squadra colleziona 4 sconfitte e un pareggio. Così, a fine anno, scaduto il contratto con il Liverpool, si ritrova senza squadra.

Nel mese di gennaio del 2005, tuttavia, dopo un periodo di prova a Trigoria, la Roma, che vive una stagione travagliata, decide di dargli una nuova chance in Serie A, e gli offre un contratto a gettone. Alla stampa il portoghese si presenta spavaldamente, con un look sempre più eccentrico, con i capelli elettrici alla Don King, per giunta ossigenati, e parole che lasceranno il segno e contribuiranno ad alimentarne la fama di grande bidone.

"Non mi sento in prova - dichiara - i provini li ho fatti a 8 anni. Con tutto il rispetto... Io ho giocato in squadre importanti come Benfica, Liverpool, Galatasaray e ho fame di tornare a grandi livelli. Ho parlato con Delneri, mi sembra un tecnico preparato e con i giusti obiettivi; le basi ci sono, i grandi giocatori anche, sono sicuro che possiamo far bene. Per me è una grande occasione e non voglio lasciarmela sfuggire".

Abel Xavier LiverpoolGetty

Anche il tecnico di Aquileia, il terzo di una stagione difficile per i giallorossi dopo Prandelli (che abbandona per problemi familiari) e Rudi Völler, sembra aver fiducia nei confronti del nuovo arrivato.

"Ci tornerà utile. Ha un bel fisico, buona tecnica, grande esperienza. È abbastanza veloce, deve solo prendere il ritmo partita".

Peccato che quando sarà chiamato in causa, il giocatore portoghese non dimostrerà nessuna di queste qualità. Delneri lo lancia infatti da titolare come terzino destro nella trasferta del Sant'Elia contro il Cagliari di Daniele Arrigoni il 13 marzo 2005. Ma Abel Xavier ripeterà per certi versi la prestazione di 10 anni prima contro la Cremonese.

Zola, Suazo ed Esposito, i tre attaccanti del tridente rossoblù, lo mandano letteralmente in tilt, e la Roma rimedia una brutta sconfitta in trasferta per 3-0 senza attenuanti. Per Xavier, come successo peraltro anche nell'avventura a Bari, la sfida con gli isolani coincide con una sonora bocciatura.

Tre giorni più tardi gioca comunque il ritorno dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Fiorentina, che vede i giallorossi imporsi ai rigori, ma poi scompare dai radar per 2 mesi. Quando anche Delneri lascia la panchina della Lupa, e la squadra è affidata a Bruno Conti fino al termine della stagione, fa il suo ritorno in campo nel finale della gara di Bergamo con l'Atalanta, che vinta 1-0, dà alla Roma la salvezza matematica. 

Abel Xavier gioca da titolare anche la sfida successiva con il Chievo all'Olimpico, in quella che sarà la sua ultima gara con i giallorossi. La gara finisce con uno 0-0 che vale ai capitolini l'8° posto e la qualificazione in Coppa UEFA. Dopo appena 4 presenze, di cui 3 in campionato, si conclude con un nuovo flop la seconda esperienza italiana del giocatore portoghese.

LA SQUALIFICA PER DOPING E IL RITIRO

Abel Xavier spera comunque in una nuova proposta del club giallorosso per la stagione successiva. 

"Sono pronto a firmare in bianco, a non prendere una lira (testuale, ndr) - dichiara nell'estate 2005 a 'Il Romanista' - d’altronde com’è successo quest’anno. Non ho giocato e non ho nemmeno avuto la possibilità di farlo. E poi, visto i giocatori che si dicono vicini alla Roma, io non mi sento inferiore a nessuno".

"Una volta - racconta - Totti mi ha detto: 'Abel tu sei un grande, qui nessuno può dire neanche una parola contro di te'. Francesco è un campione in tutto, ricordo con piacere le conversazioni con lui".

Ma per il portoghese le porte di Trigoria non si apriranno più. Trova tuttavia una nuova occasione in Inghilterra con il Middlesbrough, che cerca il sostituto dell'ex rossonero Reiziger.

Con la maglia del Boro a 33 anni il difensore giochicchia, prima di venir pizzicato positivo agli steroidi anabolizzanti ad un controllo antidoping ed essere squalificato per 18 mesi, poi ridotti a 12.

Scaduta la sanzione disciplinare, si trasferisce negli Stati Uniti, con i Los Angeles Galaxy, e chiude la sua carriera in MLS nel 2009 all'età di 36 anni.

Abel Xavier Galatasaray 2003AA

LA CONVERSIONE ALL'ISLAM E L'AVVENTURA DA CT

Appesi gli scarpini al chiodo, Abel Xavier torna a far parlare di sé per la conversione all'Islam, che arriva dopo la separazione dalla moglie Sonia Mata, che gli ha dato 2 figli.

"Nel corso di vent'anni da calciatore sono stato giudicato per la mia immagine o dal mio atteggiamento sul campo - dichiara al quotidiano portoghese 'Caras' - ma nessuno mi ha mai veramente conosciuto. C'era un vulcano dentro di me che un giorno doveva esplodere. La mia identificazione con l'Islam è iniziata nel 2003, quando giocavo per il Galatasaray, in Turchia, e vivevo in una comunità islamica. Questo è stato un punto di svolta nella mia vita. Ho sempre avuto una profonda curiosità per il mondo arabo".

"Non posso dimenticare che sono nato in Mozambico - spiega - che ha venti milioni di abitanti, sei dei quali sono musulmani. Io stesso ho una parte della famiglia che è araba. Quindi tutto ha un senso. Ero un cristiano ma con i miei viaggi, con la mia vita fuori dal Portogallo e, soprattutto, nei periodi avversi della mia carriera, è stato nel mondo islamico che ho trovato pace ed equilibrio. Mi ha dato la forza di combattere tutto ciò che mi è successo, dalle punizioni nel calcio alla mia separazione".

Cambia così il suo nome in Faisal, come segno della sua conversione. 

"Da quando mi sono convertito, mi sento più libero, più aperto - afferma - Sarebbe stato difficile se avessi continuato la mia carriera. Avrei potuto fare tutto questo prima, ma non l'ho fatto perché sapevo che non avrei potuto adempiere ai miei obblighi, come ad esempio quello di fare il Ramadan".

Abel Xavier si dedica quindi per un periodo ad azioni umanitarie con le Nazioni Unite e recita come attore in due pellicole: il documentario brasiliano 'Intocavel' del 2009 e in un episodio della Serie Tv horror 'Lenda Urbana', in cui interpreta il paziente di uno psichiatra. 

Torna quindi nel calcio come allenatore. Dopo 3 esperienze in Portogallo con Olhanense, Farense e Desportivo das Aves, guida infine la Nazionale del Mozambico, il suo Paese d'origine, fallendo per 2 volte la qualificazione alla Coppa d'Africa.

In Italia lo ricordano per la sua bizzarra capigliatura e la grande lentezza, alla base delle sue brutte figure in campo.

"Ma non è colpa sua - sostengono i tifosi dalle parti di Roma - ma di chi ha pensato di comprare un giocatore a fine carriera venuto per il prepensionamento".

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