Viste le loro spese negli ultimi anni, è facile dimenticarsi che il PSG abbia anche uno dei migliori settori giovanili d’Europa. Se però guardiamo la prima squadra, è facile pensare che ci sia un problema quando si tratta di integrare i talenti insieme ai professionisti. I prodotti dell’academy Coman, Dembelé e Nkunku, lo scorso anno hanno giocato le semifinali di Champions League con squadre diverse dal PSG. Il primo, peraltro, ha segnato da ex il goal che ha deciso la finale.
Il goal ha spostato il focus su un problema che già in estate a Parigi si erano posti, quando sia Tanguy Nianzou che Adil Aouchiche, talenti classe 2002, hanno rifiutato le proposte di rinnovo e hanno scelto di andare al Bayern o al Saint-Étienne. La loro generazione rischia di essere ricordata più per aver scelto di andare altrove a imporsi, ma le cose presto potrebbero cambiare. A causa dei continui infortuni che stanno tormentando la squadra, sia Tuchel che ora Mauricio Pochettino sono stati costretti a far giocare i giovani.
I centrocampisti Kays Ruiz-Atil, 18 anni, e Bandiougou Fadiga, 19 anni, sono ormai regolarmente con la prima squadra, al pari dell’attaccante 18enne Kalimuendo, che sta per andare in prestito al Lens dopo aver fatto il primo debutto con i campioni di Germania. L’ex Barcellona Xavi Simons, 17 anni, si è aggregato alla prima squadra durante la prima settimana di Mauricio Pochettino, insieme al 17enne Edouard Michut e al difensore 15enne Bitschiabu. Il talento più interessante dell’intero gruppo, però, è il difensore 18enne Timothee Pembele.
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Sebbene altri siano riusciti a debuttare prima di lui, il classe 2002 sembra già essersi stabilito come candidato per giocare nella linea difensiva della prima squadra. Nonostante un debutto da incubo: dopo 10 minuti, nella partita d’esordio giocata contro il Bordeaux a novembre, ha segnato un autogoal di testa su azione da corner. Giocatori con meno carattere si sarebbero magari persi, ma non Pembele, che è stato capace di rimettersi in piedi e raccogliere altre presenze tra i ‘pro’.
Lo ha senza dubbio aiutato la presenza di Kimpembe a fargli da chioccia. Il campione del mondo è uno dei pochi del vivaio del PSG che può dire di aver completato la trafila e di essersi imposto in prima squadra con un ruolo da protagonista. Uno che i giovani devono guardare come esempio. La sua influenza è particolarmente forte per Pembele, che peraltro è cresciuto nello stesso paese, Beaumont-sur-Oise.
“Mi piace Kimpembe, perché veniamo dallo stesso ambiente. Siamo nati nello stesso ospedale, abbiamo vissuto le stesse realtà. È una bella persona, accoglie i giovani in prima squadra come un fratello maggiore”.
Getty/GoalAvendo iniziato a giocare a calcio nell’US Persan 03, a 13 anni PSG è entrato nel vivaio del PSG, dove ha giocato insieme a Nianzou, Aouchiche e Kalimuendo. Il suo allenatore nell’Under 15, SaidAigoun, ha parlato a ‘Goal’ del suo talento e della sua attitudine.
“È un ragazzo con l’attitudine giusta, che crede nel suo lavoro, ascolta e crede nel collettivo, è un leader. Abbiamo valutato che avesse le capacità per potersi imporre da difensore centrale, l’ho fatto giocare soprattutto lì. Sapevamo però che può diventare anche un grande terzino destro ad alto livello”.
A livello di Under-19, Pembele ha giocato soprattutto in quel ruolo nelle ultime due stagioni. Anche Tuchel all’inizio lo ha impiegato in quella posizione. L’ultima partita di Tuchel, due giorni prima di Natale, contro il Montpellier, è stata anche l’occasione in cui Pembele ha segnato il suo primo goal con il PSG, di testa su azione da corner. Un bel “regalo di natale per i genitori”, come ha ammesso a PSG TV.
Con l’arrivo di MauricioPochettino, Pembele si è nuovamente ritrovato a giocare da terzino destro, entrando dalla panchina nel match contro il Saint-Étienne. Rimane comunque da vedere dove verrà utilizzato in futuro. Un futuro che sarà ancora al PSG: a dicembre ha rinnovato col club fino al 2024.
“È uno dei migliori della sua generazione - afferma Aiogun - ma quando un giovane sale tra i pro, specialmente al PSG, è un grande salto. Tim dovrà continuare a fare sforzi, essere come è, fare bene in partita e in allenamento. Dovrà migliorare le sue qualità difensive, nei duelli aerei, ma è sulla strada giusta ed è un orgoglio vedere giocatori come lui realizzare i propri sogni”.
Nella scorsa decade, soltanto Kimpembe e Rabiot sono riusciti a imporsi in prima squadra e riuscire in quel ‘grande salto’, ma la crescita di Pembele è anche il simbolo della speranza che il PSG inizi a pescare meno da fuori e guardi soprattutto in casa propria per produrre le proprie superstar.
