Dopo indagini durate quasi due anni e oltre quattro mesi di intercettazioni, oggi doveva essere il giorno dell'udienza preliminare del processo nato dall'Inchiesta Prisma, portata avanti dalla Procura della Repubblica di Torino e scaturita nella formulazione di quattro capi d'accusa nei confronti della Juventus: false comunicazioni sociali di società quotata in borsa (per i bilanci 2019/20/21), ostacolo agli organi di vigilanza, false fatturazioni e manipolazione del mercato. Udienza che, però, è stata rinviata al 10 maggio dopo la richiesta dei circa 30 piccoli azionisti di citare il club piemontese come responsabile civile. A costituirsi parte civile anche la Consob, mentre non farà lo stesso l'Agenzia delle Entrate.
Il Gup Marco Picco dovrà esprimersi sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dai pm Mario Bendoni e Marco Gianoglio (Ciro Santoriello ha deciso di farsi da parte dopo la polemica nata per le sue dichiarazioni anti-juventine di qualche anno fa) per l'ex presidente bianconero Andrea Agnelli ed altre undici persone: Pavel Nedved, Maurizio Arrivabene, Fabio Paratici, Marco Re, Stefano Bertola, Stefano Cerrato, Francesco Roncaglio, Enrico Vellano, Stefania Boschetti, Roberto Grossi e l'avvocato Cesare Gabasio, considerato dall'accusa 'l'ideatore' delle manovre stipendi attuate per risanare i precedenti bilanci.
Il Gup dovrà rispondere anche alla richiesta dei legali del club bianconero di spostare la sede del processo a Milano o a Roma, istanza già respinta dalla Procura generale della Cassazione che l'aveva dichiarata inammissibile, in quanto la richiesta di rinvio a giudizio dei pm aveva di fatto chiuso la fase procedimentale.
Tutto questo riguarda il fronte della giustizia ordinaria mentre, per quanto concerne quella sportiva, il prossimo appuntamento è fissato per il 19 aprile, quando il Collegio di Garanzia del CONI si esprimerà sul ricorso della Juventus in merito ai 15 punti di penalizzazione inflitti dalla Corte d'Appello Federale nel caso delle plusvalenze fittizie.
La società piemontese punta all'annullamento completo di quella sanzione attraverso l'eventuale presenza di vizi procedurali che renderebbero nullo il processo andato in scena a gennaio. In questo quadro va inserita la famosa carta Covisoc, ottenuta dai legali di Paratici e Cherubini grazie alla sentenza del TAR del Lazio che ha obbligato la FIGC ad accogliere la richiesta, nonostante l'appello di quest'ultima al Consiglio di Stato.
COS'E' LA CARTA COVISOC?
Si tratta di una lettera inviata dalla FIGC alla Covisoc, contenente dei chiarimenti interpretativi sul caso plusvalenze. La Procura federale aveva negato la visione della nota 10940, non ritenendola parte integrante della documentazione acquisita durante il procedimento disciplinare.
Secondo la tesi difensiva, questa carta avrebbe potuto rappresentare un punto a favore facendo subentrare la decorrenza dei termini del processo in caso di citazione della Juventus che, da quanto sembra, non è mai nominata, così come nel secondo documento consegnato il 14 marzo scorso.


