Già nella serata di giovedì vi abbiamo raccontato la nuova "rivolta" dei club di Serie A, con in testa l'Inter : le squadre ritengono eccessive le norme imposte dal Comitato Tecnico-Scientifico per la ripresa del campionato e anche i calciatori del campionato, attraverso il comunicato dell'AIC , fanno sentire il loro dissenso. Ultimo il Napoli, impossibilitato ad andare in ritiro.
Rispetto ad un paio di giorni fa, quindi, quando il ministro Spadafora aveva dato il via agli allenamenti di gruppo per il 18 maggio e la FIGC aveva accolto il protocollo di fatto imposto dal CTS, si registra un nuovo stop ed un nuovo mescolamento di carte sul tavolo.
Il pensiero delle squadre di Serie A è chiaro: restrizioni troppo pesanti, così facendo si fa ripartire il campionato per poi fermarlo nuovamente dopo una o due giornate. Pensiero ulteriormente espresso con una nota della Lega dopo l'incontro di stamattina con la Federcalcio, chiamata ora a mediare col Governo per ottenere alcune modifiche al protocollo.
"Si è tenuto questa mattina, in un clima di fattiva collaborazione, l’incontro tra la Figc, la Lega Serie A, il presidente della Fmsi Maurizio Casasco e il rappresentante dei medici della serie A, Gianni Nanni. Sono stati analizzati i punti del protocollo difficilmente attuabili e sono state costruttivamente elaborate alcune integrazioni atte a risolvere problematiche oggettive. Vi è stata una generale condivisione delle proposte finali, formulate per garantire una ripresa in piena sicurezza degli allenamenti di gruppo, che verranno tempestivamente sottoposte al Ministro per le politiche giovanili e lo Sport, al Ministro della Salute e al CTS".
In particolar modo sono questi i punti da attenzionare per i club: la quarantena a cui verrebbe sottoposta l’intera squadra in caso di nuova positività; la responsabilità penale dei medici; il lungo ritiro di due settimane per negativizzare il gruppo come fosse una bolla . Il 20 maggio intanto è previsto il Consiglio Federale che deciderà il futuro di tutti i campionati dalla Serie A in giù.
Mentre l' Udinese ha inviato una lettera al Ministro dello Sport e per conoscenza anche al Presidente della Lega, della FIGC e del CONI chiedendo precise garanzie.
"Come si evince, la volontà di Gianpaolo Pozzo e dell'Udinese Calcio, già sottolineata in più circostanze, è, esattamente come quella degli altri club e della Lega Serie A, quella di tornare a giocare non appena possibile, rispettando le necessarie condizioni di sicurezza e, come richiesto nella lettera, sollecitando un provvedimento normativo ad hoc che manlevi i medici sociali e i dirigenti dalle gravose responsabilità civili e penali derivanti dagli attuali protocolli e norme. Tema sul quale, peraltro, nelle scorse ore, si è registrata unità di intenti in seno alla Lega Serie A, ravvisando la necessità di un nuovo confronto istituzionale su questo aspetto".
Le squadre vogliono seguire il modello con cui sta riprendendo la Bundesliga in Germania: in caso di positività si isola in quarantena solo la persona contagiata, nessuna responsabilità penale per i medici e classico metodo di allenamento, con i giocatori che tornerebbero a casa ogni giorno.
Il presidente federale Gabriele Gravina ha parlato ai microfoni di 'Rai 2': la perplessità maggiore della FIGC riguarda l'isolamento a cui una squadra dovrebbe attenersi qualora venga riscontrato un caso positivo in rosa.
"Ciò che ci preoccupa, e lo abbiamo esposto al ministro Spadafora, è il provvedimento della quarantena obbligatoria per l'intera squadra qualora ci fosse un caso di positività. E' un problema che stiamo affrontando con determinazione e attenzione per evitare che possa generarsi tensione e che la partenza del campionato si blocchi. Anche la responsabilità attribuita ai medici è un tema delicato, ma qui l'Inail ha già chiarito che la responsabilità esiste solo in caso di dolo o colpa grave".
Getty ImagesLo stesso ministro ha quindi risposto a Gravina a 'Stasera Italia', programma di Rete 4:
"Oggi, con mia grande sorpresa, abbiamo capito che la Lega ha delle difficoltà ad attuare il protocollo proposto, ma è una cosa che ci hanno proposto loro. Lunedì ripartono gli sport di squadra, gli atleti possono allenarsi ma distanziati. Se la FIGC ritiene che non ci siano le condizioni per l'autoisolamento, che vengano adottate le regole degli altri sport di squadra. L'autoisolamento può anche non esserci, per noi non è un problema. Se la curva del contagio ce lo consentirà, massima disponibilità da parte nostra nel rivedere queste regole. Nessun ostruzionismo e nessuna volontà di creare difficoltà".
Come detto, l'Inter è al momento la squadra più agguerrita per far cambiare le norme in atto, ma quasi tutte le squadre la seguono a ruota. Tra l'altro Marotta è stato portavoce soprattutto della questione dei ritiri: nessuna squadra, a parte la Juventus con il J-Hotel, avrebbe la struttura adatta ad ospitare per 15 giorni consecutivi il ritiro imposto dal CTS.
Il tutto mentre anche la Serie B non si arrende e nell'Assemblea di questo pomeriggio ha manifestato all'unanimintà l'intenzione di proseguire il campionato per tutelare i club.
