Verso la fine degli anni Sessanta del XX secolo negli Stati Uniti è sempre più forte il desiderio di creare un campionato di calcio professionistico di alto livello in un Nord America in cui il baseball, con la MLB, la fa da padrone, e altri sport, come il basket, l'hockey su ghiaccio e il football americano, sono in forte ascesa.
Il soccer, invece, negli States e nell'America settentrionale in generale era stato fino ad allora sport minoritario, praticato fondamentalmente dagli immigrati europei, sudamericani e messicani. Ma la situazione iniziò a cambiare con la vittoria dell'Inghilterra ai Mondiali del 1966: una massa sempre maggiore di persone, anche nel mondo anglosassone, si stava interessando del calcio e a questo contribuì anche il film documentario 'Goal'.
Proprio all'indomani del successo mondiale dei Tre Leoni, due differenti gruppi di impresari dello sport e del Mondo dello spettacolo crearono due differenti Leghe: la North American Soccer League, che ottenne quasi subito lo status di campionato ufficiale di Prima Divisione, venendo riconosciuto dalla U.S. Soccer Federation e dalla FIFA, e la National Professional Soccer League, nota anche come NPSL, che si poneva in concorrenza con essa.
Per evitare confusioni sugli acronimi, l'imprenditore canadese Jack Kent Cooke ribattezzò la prima United Soccer Association (USA). Avendo però la NPSL sottoscritto un contratto con il colosso televisivo CBS, tutti i calciatori delle franchigie della USA la abbandonano in massa per confluire in quelle della Lega rivale.
Cooke, che aveva inizialmente previsto di organizzare il primo torneo nel 1968, decide di forzare la mano e anticipare i tempi, e per rimediare all'esodo dei calciatori nella NPSL invita a partecipare al suo torneo intere compagini professionistiche dell'Europa e del Sud America. Fra queste c'è anche il Cagliari di Manlio Scopigno, che sotto la denominazione di Chicago Mustangs chiuderà il torneo al 3° posto. Se l'operazione, smarrito l'effetto curiosità, non riuscirà a coinvolgere più di tanto il pubblico, dall'altra parte la NPSL si rivelerà un grosso flop.
Gli ascolti molto bassi delle partite in tv portano alla fine anticipata della partnership con la CBS e alla fusione fra USA ed NPSL nella North American Soccer League (NASL), il nome originario con cui la Lega era sorta.
LA NASCITA DEI COSMOS E I PRIMI ANNI
Nei primi anni si capisce subito che il progetto di attirare molti tifosi nel calcio in Nord America è un'operazione più complessa di quanto si potesse prevedere. Gli spettatori sono pochi e molte franchigie danno forfait nel 1969.
I primi segnali di crescita della NASL arrivano nel 1970, dopo i Mondiali messicani che avevano consacrato Pelé come stella universale. Un particolare fermento per il calcio si registra a New York, dove nel '70 la convergenza di una serie di interessi importanti conduce alla nascita dei Cosmos, un club la cui storia si legherà a doppio filo a quello del campionato nordamericano.
Il progetto parte dall'idea dei due fratelli turco-statunitensi Ahmet Ertegün e Nesuhi Ertegün, proprietari dell' etichetta discografica Atlantic Records, sostenuti economicamente da Steve Ross, co-Ceo dal 1969 al 1972 del colosso editoriale Warner Communications, società con interessi in ogni ramo della cultura americana, dall’informazione, al cinema, dall'industria musicale ai fumetti , e sul piano politico da Henry Kissinger, il Segretario di Stato che ha grande influenza sulla FIFA.
Tutte e tre le componenti, che si incontrano in modo casuale, nutrono ambizioni sportive di alto livello e puntano a creare una realtà vincente che faccia da traino al calcio negli Stati Uniti, in particolare nella costa orientale, dove avevano individuato un bacino di utenza potenzialmente sconfinato.
A scegliere il nome della nuova realtà calcistica è Clive Toye, il primo direttore generale. Quest'ultimo guarda al baseball, e in particolare in casa New York Mets: è convinto (a torto) che il nome 'Mets' sia l'abbreviazione di 'Metropolitans', così conia il termine Cosmopolitans e lo abbrevia in Cosmos.
I colori sociali sono il verde e l'oro, come quelli della Nazionale brasiliana, mentre le maglie sono inizialmente verdi con il colletto bianco, ma a metà degli anni Settanta il verde lascerà spazio al bianco integrale. Il 10 dicembre 1970 la nuova compagine si iscrive alla NASL e nella Primavera del 1971 inizia il suo primo campionato nordamericano. Il torneo, oltre alla squadra di New York, vede al via altri due club, i Toronto Metros e i Montreal Olympique.
Inizia così il sogno americano di un campionato di calcio del Nord America in stile NBA: si punta all'arrivo di grandi stelle e si adottano regole particolari rispetto al resto del Mondo per cercare di rendere più spettacolari le partite: il cronometro, ad esempio, mostra il countdown dal 90' a 0, dal 1972 si adotta il fuorigioco avanzato, che viene fischiato non più tenendo conto della riga di metà campo ma di una linea ad hoc posta a 32 metri dalla porta (innovazione che durerà 10 anni e per volontà della FIFA terminerà nel 1982, prima dei Mondiali di Spagna), inizialmente la vittoria vale 6 punti, il pareggio 3 e se ne aggiungono altri 3 di bonus per ogni goal segnato.
In caso di parità dopo i tempi regolamentari, poi, si stabilisce di disputare tempi supplementari con il golden goal: la prima squadra che segna vince. Siccome però alcune partite diventavano interminabili (la semifinale del 1971 fra i Rochester Lancers e i Dallas Tornado dura ben 6 supplementari ed è decisa da un goal dopo 176 minuti), dal 1975 si tirano i rigori e, a partire dal 1977, gli shootout, rendendo ulteriormente spettacolare il momento decisivo.
Sempre nell'ottica della spettacolarizzazione, ai giocatori della rosa è consentito poi scegliere un numero personalizzato e sulle maglie oltre agli sponsor compaiono i nomi dei calciatori, una novità che la FIFA farà propria soltanto qualche decennio più tardi, a metà degli anni Novanta.
NASLCon le regole sopra descritte i New York Cosmos iniziano la loro avventura nella NASL, guidati dal trentasettenne allenatore-giocatore Gordon Bradley. Uno dei primi problemi che si presentano per la squadra newyorkese è quello del terreno di gioco: ne cambieranno una decina nel corso della loro storia, di cui 7 principali.
Il primo stadio è lo Yankee Stadium, celebre per essere la casa della celebre squadra di baseball dei New York Yankees. Curiosamente le due stagioni disputate in questo impianto saranno avare di successi per i Cosmos.
Il 17 aprile 1971 c'è l'esordio nella NASL, ancora fuori casa, contro i St. Louis Stars, che si impongono 2-1. Il debutto casalingo avviene invece il 5 maggio 1971 allo Yankee Stadium di New York (capienza di circa 57 mila spettatori): davanti a poco più di 3700 spettatori i Cosmos ottengono la loro prima vittoria, superando 1-0 i Washington Darts.
La prima stagione si chiude con un 2° posto, e si capisce subito che i newyorkesi avrebbero scritto pagine importanti del calcio nordamericano. Tuttavia la nota dolente erano gli stadi, talvolta inadatti ad ospitare una gara di calcio, e i pochi spettatori, con gli americani che si dimostrano piuttosto freddi nei confronti del soccer.
Nel 1972 i Cosmos si trasferiscono all' Hofstra Stadium dell'omonima università di Long Island, impianto decisamente più adatto visti i dati deludenti dei tifosi, con capienza di circa 20 mila spettatori, e conquistano il loro primo titolo NASL sconfiggendo in finale i St. Louis Stars per 2-1. Fra i giocatori il più famoso è quel Cinesinho che in Italia vestì le maglie di Juventus, Modena e Catania.
Se altrove negli Stati Uniti e in Nord America il soccer continua ad essere altamente ignorato dal grande pubblico, e la media spettatori dei Cosmos non supera le 6 mila presenze a partita, lo Scudetto vinto contribuisce ad aumentare l'appeal mediatico del giovane club, e il resto lo fa l'acquisto dei Cosmos da parte della Warner Communications nel 1973.
LA SVOLTA: O REI E I GRANDI CAMPIONI A NEW YORK
Diventato presidente della ricca società nel 1973, Steve Ross, già numero uno dei Cosmos, aveva convinto il proprietario, Jack Warner, ad assorbire il club al suo interno, e ad operare ingenti investimenti per far crescere i Cosmos e il calcio negli Stati Uniti.
Le capacità mediatiche dei Cosmos attirano nella città americana diversi giocatori stranieri a fine carriera, anche se per il momento non si tratta di fuoriclasse, e consentono alla squadra di accrescere il proprio bagaglio tecnico ed esperienziale disputando amichevoli internazionali di rilievo con squadre europee e sudamericane.
Nonostante questo le prime due stagioni della gestione della Warner scorrono via senza grandi risultati sul piano sportivo, con un 2° e un 4° posto finale nella NASL. Nel 1974, addirittura, il dato già esiguo delle presenze dei tifosi allo stadio (ci si alterna fra l'Hofstra Stadium e il Downing Stadium, sulla Rondall's Island, di 24 mila posti) fa registrare un picco negativo con poco più di 3500 presenze di media.
Il progetto di un grande club calcistico made in USA e di una Lega professionistica di livello negli Stati Uniti rischia di fallire sul nascere, ed ecco che arriva il grande colpo di teatro. Ross e Warner capiscono che non si può creare un regno senza un re e che per lanciare veramente il soccer negli USA serve il più grande campione di sempre. Così Jack Warner nel 1975 dà mandato al proprio avvocato Norman Samnick, che in quel periodo stava mettendo sotto contratto Dustin Hoffman per 'Tutti gli uomini del Presidente', di andare in Brasile per ingaggiare Pelé.
O Rei ha smesso di giocare da un anno con i Santos, ma, vittima di un raggiro finanziario, ha perso tanti soldi. Lo vogliono anche in Italia e in Spagna, tuttavia l'offerta che Warner presenta a 'O Rei' è di quelle che non si possono rifiutare: diverse tipologie di contratto, uno da 'recording artist', musicista, e uno da 'performing artist', e 4 milioni e mezzo di dollari a stagione per tre anni da calciatore e altri tre da testimonial della NASL e del calcio nordamericano.
Per il numero 10 brasiliano significava guadagnare più che in tutto il resto della sua carriera e rimettere a posto i conti, ma anche non essere più un semplice calciatore, bensì una vera e propria macchina per l'intrattenimento. Perché l'affare si concretizzi occorre però convincere il governo brasiliano, che non intende 'liberare' il proprio campione. Si rende così necessario l'intervento in prima persona di Henry Kissinger, il segretario di Stato americano, grande tifoso dei Cosmos, che ottiene infine il via libera per l'approdo del fuoriclasse a New York.
Getty ImagesLa conferenza stampa di presentazione del campione brasiliano si tiene il 10 giugno 1975 al 21 club di Manhattan, lo storico lussuoso ristorante newyorkese sulla Cinquantaduesima strada, in quella che sembra più una Cerimonia degli Oscar o il discorso di un capo di Stato. Di fatto è presente il mondo, dalle rockstar ai grandi attori e artisti newyorkesi, nessuno vuole perdersi l'arrivo di O Rei negli States.
"In Italia e in Spagna avrei potuto vincere un altro campionato. - dichiara il fuoriclasse brasiliano - Ma qui posso conquistare un intero Paese".
O'Rei si presenta ai compagni segnando un goal spettacolare in rovesciata in allenamento a 34 anni. La prima gara con lui in campo, però, i newyorkesi la giocano al Downing Stadium di Randall’s Island, nel quartiere nero di Harlem, una sorta di arena da corrida che i locali chiamano 'Lo stadio dei vandali', contro i Dallas Tornado.
"Quella che pareva erba non era altro che spray verde spruzzato sulla terra. - scrive di quel match Gavin Newsham, autore del libro 'Once in a lifetime: The incredible story of The New York Cosmos' - C’erano bottiglie dappertutto, niente acqua negli spogliatoi. Un inferno".
Non proprio il palazzo adatto ad ospitare un re del calcio. Pelé, che ha vissuto la povertà delle favelas, non si formalizza e va subito a segno: finirà 2-2, con all'attivo anche un assist. Nonostante il suo apporto (5 goal in 9 presenze), i newyorkesi non vanno tuttavia oltre un 3° posto finale nella NASL.
Del resto anche nelle altre franchigie cominciano ad arrivare grandi campioni: fra questi spicca già nel 1975 il grande rivale di Pelé ai Mondiali del 1966, il portoghese Eusebio. Sulla scia di quanto sta accadendo nel basket, con l'ingresso nell'NBA dei grandi campioni dell'ABA, la Federazione rivale, in seguito all'incorporamento, su tutti Julius Erving, detto 'Dottor J', colui che sarà il riferimento di un certo Michael Jordan, nonché leader dei New York Nets (gli odierni Brooklyn Nets), la Warner decide di costruire attorno al suo Re una corte all'altezza.
Il calciomercato dei Cosmos negli anni seguenti può a ragione definirsi 'galattico', con l'arrivo di molte stelle europee a fine carriera al servizio del Re: già nel 1976 sbarcano a New York il portiere inglese Gordon Banks, non vedente ad un occhio per un incidente in cui era stato coinvolto, ma sempre efficace fra i pali e campione della Eastern Conference due anni dopo con i Fort Lauderdale Strikers, e il centravanti Giorgio Chinaglia, arrivato dalla Lazio per raggiungere sua moglie Connie Eruzione, il quale in 9 stagioni diventerà il superbomber all-time del club e della stessa NASL con 231 goal in 234 presenze.
La squadra si sposta nello Yankee Stadium, che può ospitare fino a 57 mila spettatori, e i risultati in termine di affluenza migliorano sensibilmente: nel 1976 la media è già di oltre 18 mila spettatori. Nelle altre squadre si registra l'arrivo di George Best a Los Angeles, ma il campionato NASL lo vincono i Toronto Metros-Croatia di Eusebio, con i newyorkesi eliminati ai quarti di finale dei playoff.
GettyI CALCIATORI COME STARS DELLO SPETTACOLO
Un'ulteriore step del progetto Cosmos di Ross e della Warner si realizza nel 1977. La proprietà investe infatti ulteriori milioni di euro per costruire una rosa vincente e portare nella Grande mela altri stagionati fuoriclasse europei che aiutino Pelé a vincere il titolo. Il colpo più importante è quello di Franz Beckenbauer, che dopo aver dominato l'Europa e il Mondo con Bayern Monaco e Germania Ovest a 32 anni approda negli Stati Uniti. Con lui sono ingaggiati anche Carlos Alberto, capitano del Brasile campione del Mondo del 1970 ed ex compagno di squadra di Pelé, e l'ala sinistra inglese Stephen Hunt, prelevata dall'Aston Villa.
I dollari, attorno ai Cosmos, girano copiosi, e la squadra delle stelle diventa un vero e proprio fenomeno mediatico e di costume, agevolato dall'ennesimo cambio di stadio, con il passaggio al più capiente e accogliente Giants Stadium, casa delle franchigie di football americano New York Giants e New York Jets. Ma come tutte le mode anche i Cosmos bruceranno molto in fretta i loro momenti di gloria.
Il numero di spettatori lievita alle stelle, con una media di oltre 34 mila presenze a gara, i giocatori entrano in campo annunciati dalle majorettes, piacciono persino ad Andy Warhol, che realizzerà un famoso ritratto di Pelé. Per viaggiare utilizzano un charter privato, vanno ad allenarsi in limousine e allo Studio 54 tutti i lunedì sera hanno un tavolo prenotato nel privé.
InternetQuando giocano Pelé e compagni, inoltre, sugli spalti si vedono sempre più spesso personaggi del mondo dello spettacolo e vip: il regista Steven Spielberg, il leader dei Rolling Stones Mick Jagger, l'attore Robert Redford, la cantante Barbra Streisand e naturalmente lo stesso Segretario di Stato americano di Nixon e Ford, Henry Kissinger, seduto di solito accanto al presidente Steve Ross. Tutti grandi tifosi dei Cosmos ed entusiasti dell'arrivo di tanti campioni a New York.
Jagger, Redford e la stessa Barbra Streisand si spingono spesso fin dentro gli spogliatoi dopo la fine delle partite. Del leader dei Rolling Stones si dice che un giorno sia stato persino allontanato perché sembrava un drogato.
"Con i Tampa Bay Rowdies - racconta Rodney Marsh, inglese ex City, Fulham e QPR in 'Once in a lifetime: The incredible story of The New York Cosmos' - dovevamo affrontare i Cosmos. Allora mandammo a prendere all’aeroporto in Florida Pelé e Chinaglia in limousine. Dentro c’erano alcune ragazze e un’abbondante fornitura di whisky. Il giorno dopo i due non toccarono palla...".
Il portiere americano Shep Messing, prima del passaggio dei Cosmos alla Warner, siccome i soldi che guadagnava da calciatore non gli bastavano, aveva posato integralmente nudo per la rivista 'Viva' in cambio di 5 mila dollari. Questo gli aveva causato la cacciata da New York, ma dopo aver parato un rigore a Pelé con la maglia di Boston, era rientrato nell'anno più importante dalla porta principale.
"Eravamo grandi come gli Yankees e più dei Giants - dirà nel libro di Gavin Newsham l'estremo difensore - Eravamo internazionali, eravamo europei, eravamo americani del Bronx, eravamo fighi. Avevamo i nostri tavoli riservati nei club più esclusivi di New York".
Sul piano sportivo, i Cosmos si rivelano chiaramente i più forti. Nonostante il 2° posto nella Eastern Conference, nei playoff procedono come un rullo compressore, trascinati dalle loro stelle Beckenbauer (che sarà votato MVP del torneo), il bomber Chinaglia e Pelé. La finale vede i newyorkesi giocarsi il Superbowl a Portland contro i Seattle Sounders. Davanti a 78 mila spettatori, i Cosmos vincono 2-1 grazie ad un goal decisivo di Long John e si aggiudicano il loro secondo titolo NASL.
L'ex simbolo della Lazio di Maestrelli, che in America avevano ribattezzato 'The Villain', 'Il Cattivo', l'antagonista della superstar Pelé, spesso era accusato da 'O Rei' di eccedere nel gioco personale. Sembra che all'ennesimo rimprovero del brasiliano, il centravanti italiano, che non aveva nella calma la sua miglior virtù, abbia osato replicare:
"Se Chinaglia tira da quella posizione è perché Chinaglia è convinto che Chinaglia possa fare goal da quella posizione".
WebL'ADDIO DI PELÉ E IL RAPIDO DECLINO
Con la vittoria di Portland contro Seattle, Pelé giocava la sua ultima gara ufficiale della sua carriera calcistica. Al termine della NASL 1977, infatti, O Rei, ormai prossimo ai 37 anni, decide di dire basta e di tornare in Brasile. La sua avventura statunitense era stata bella e avvincente: nel 1976 (15 goal in 24 presenze) era stato nominato MVP del campionato nordamericano, mentre nel 1977 (17 reti in 34 gare) aveva contribuito alla vittoria del torneo.
"Se O Rei non avesse lasciato il calcio da campione, non ci saremmo più potuti guardare allo specchio per il resto della vita", dirà ancora Messing, sottolineando l'importanza del titolo conquistato.
In tutto 'La Perla Nera' aveva collezionato 37 goal in 64 presenze, deliziando con le sue giocate i tifosi che sempre più numerosi accorrevano al Giants Stadium per vederlo in azione. Prima di riabbracciare il suo Paese, il numero 10 dei Cosmos concede a tutti i tifosi una partita di commiato, un'amichevole disputata nello stadio di casa il 1° ottobre 1977 contro il Santos, la squadra della sua vita. Sugli spalti, sotto una pioggia battente, ci sono 77 mila spettatori, fra cui suo padre Dondinho, Jagger, Kissinger e Mohammed Ali. La gara è trasmessa dalle tv di tutto il Mondo.
Pelé gioca il primo tempo con i Cosmos, la ripresa con il Santos. Vincono 2-1 i brasiliani, e naturalmente la rete decisiva la segna lui, trasformando un calcio di punizione. Al fischio finale i due portieri, Messing e Erol Yasin, lo portano in trionfo. Finiva così l'era statunitense del Re del calcio, ma il seme per la crescita del soccer negli USA era stato gettato.
I Cosmos, pertanto, continuano la loro avventura nella NASL. A Beckenbauer, Carlos Alberto e Chinaglia, che restano anche dopo l'addio del numero 10, si aggiunge il libero Pino Wilson, ex compagno di Chinaglia nella Lazio. Trascinati dai goal del loro bomber, che per la prima volta con 34 goal si laurea capocannoniere, i Cosmos si ripetono e nel 1978 vincono il loto terzo titolo, il secondo consecutivo.
Prima degli anni Ottanta, la Warner torna ad investire pesantemente sul mercato per rinforzare la squadra, vista l'agguerrita concorrenza. Arrivano il portiere tedesco Hubert Birkenmeier, l'olandese Johan Neeskens, lo jugoslavo Vladislav Bogićević, detto 'The Maestro' per l'abilità nei passaggi, e il difensore americano Werner Roth, che diventa il capitano e nel 1981 reciterà con Pelé in 'Fuga per la vittoria'.
Ma il grande colpo sarebbe stato un altro: i finanziatori del club sognano infatti di ripetere l'operazione Pelé con Johan Cruijff. 'Il Pelé bianco', però, dopo aver raggiunto l'accordo con la società newyorkese (biennale da 1,4 milioni di dollari), disputa appena 2 amichevoli per poi declinare la proposta e trasferirsi a Los Angeles. Un vero smacco.
Nonostate le magie del 'Profeta del goal' con gli Aztecs (nominato MVP del torneo), i canadesi di Vancouver, che schierano in porta un talentuoso portiere, Bruce Grobbelaar, sconfiggono i losangelini ai quarti e i Cosmos in semifinale, e vanno a vincere l'edizione 1979 della NASL.
"Pelè era magico anche a 35 anni - dirà Robert Iarusci, difensore dei Washington Diplomats - ma Crujff era un'altra cosa. Stentavi a credere a quel che vedevi”.
Nello stesso anno di Cruijff sbarca nella NASL anche 'Der bomber', Gerd Müller, che si accorda con i Fort Lauderdale Strikers all'età di 34 anni.
Getty ImagesIL FALLIMENTO DEL PROGETTO E I DEBITI
Per le prime stagioni i Cosmos erano sopravissuti dignitosamente all'addio di Pelé con l'acquisto di altre grandi stelle, ma la proprietà inizia progressivamente a rendersi conto che un calcio basato solo su campioni sul viale del tramonto e cifre supersoniche non avrebbe potuto essere sostenuto troppo a lungo.
A differenza dell'NBA, che dandosi delle regole precise riuscirà ad autosostenersi economicamente e in quel momento viaggia veloce verso gli anni dorati del basket a stelle e strisce, il calcio americano cammina da solo su una strada incerta e e inizia a zoppicare. Così a partire dal 1980 le franchigie, anche per ridurre i costi e poter sopravvivere, a fronte di un interesse del pubblico di nuovo in calo, cercano di portare nella NASL anche giovani talenti in rampa di lancio, magari provenienti da altri Paesi del continente.
Questo perché a partire dal 1978 era nato un campionato parallelo indoor organizzato dalla MISL, la Major Indoor Soccer League, cui spesso partecipavano le stesse franchigie e che operava una concorrenza spietata alle squadre della NASL, assicurandosi i migliori talenti statunitensi con contratti più redditizi.
Se il messicano Hugo Sánchez a 21 anni accetta l'offerta dei San Diego Sockers, due paraguayani di livello, l'attaccante Roberto Cabanas e il centrocampista Romerito si trasferiscono a 19 e 20 anni ai Cosmos. Qualcosa, insomma, stava cambiando, e diventava impensabile sostenere costi economici come quelli dei primi anni. Il grande colpo è il belga Frank Van Der Elst, che a 25 anni accetta la proposta della compagine newyorkese e farà coppia con Chinaglia.
Il bomber italiano assieme a Beckenbauer è il trait d'union fra i vecchi e i nuovi Cosmos, che cercano faticosamente di sopravvivere alle contraddizioni del sistema da loro creato: 'Long John' è ancora re dei bomber, ben 32, per la terza stagione consecutiva. Quattro li firma fra andata e ritorno nella finale di Conference contro i Los Angeles Aztecs, mentre nel Soccer Bowl la sua doppietta e un goal di Romerito valgono il 3-0 finale sui Fort Lauderdale Strikers di Müller e il quarto titolo NASL della storia del club.
Mentre Chinaglia è diventato il leader incontrastato dello spogliatoio dei Cosmos, e in base al suo gradimento o meno riesce a far cambiare di continuo allenatori alla proprietà, la crisi economica delle franchigie calcistiche inizia a farsi sentire nel 1981, quando si ha un primo calo delle iscrizioni al campionato nordamericano (si passa da 24 a 21 club). Intanto Beckenbauer saluta con un arrivederci per giocare due stagioni ad Amburgo, e la Warner chiude definitivamente i rubinetti agli investimenti.
I Cosmos comunque, trascinati ancora dai goal di Chinaglia (29), che si laurea per la quarta e ultima volta capocannoniere ed è votato per la prima volta anche MVP del torneo, raggiungono la finale del Soccer Bowl, ma sono sconfitti 1-0 a Toronto dai Chicago Stings.
Dopo un'edizione invernale al coperto, vinta dai San Diego Sockers, il campionato nordamericano 1982, il 15°, caratterizzato dall'abbandono dell'emittente ABC, che decide di non trasmettere più le partite per l'audience troppo bassa, segna il declino definitivo della stessa competizione e del progetto Cosmos.
Le società partecipanti registrano un'ulteriore drastica riduzione: sono 7 in meno rispetto al 1981, di cui 6 per abbandono e una per fusione. Nonostante una diminuzione notevole degli spettatori, la cui media al Giants Stadium torna al di sotto delle 30 mila presenze, e la permanenza in squadra, oltre a Chinaglia, dei soli Birkenmeier, Carlos Alberto, Neeskens, Bogicevic e Hunt, la squadra newyorkese conquista il suo quinto (e ultimo) titolo NASL superando nel Soccer Bowl di San Diego i Seattle Sounders il 18 settembre per 1-0.

Ma, come scrisse il Guardian, "I Cosmos andavano velocissimi. Però non andavano da nessuna parte". La Warner Communications, proprietaria del club, aveva accumulato debiti su debiti per la crisi di Atari, che in precedenza aveva trainato i bilanci societari, e per alcune produzioni musicali che non ottennero il successo sperato. Intanto Chinaglia decide di tornare in Italia per comprare la Lazio.
Quando la Warner Communications è oggetto di un'offerta di pubblico acquisto (OPA) da parte del magnate australiano Rupert Murdoch, e quest'ultima fallisce, il colosso editoriale inizia a dismettere importanti asset aziendali non strategici: fra questi oltre ad Atari, la Global Soccer Inc., ovvero la sussidiaria che controllava i Cosmos.
La società calcistica rischia il fallimento, ed ecco che, stupendo molti, 'Long John' decide di raddoppiare il suo impegno: così, pur essendo già presidente della Lazio, postosi alla guida di una cordata rileva il 60% del pacchetto azionario dei New York Cosmos, e ne diventa il nuovo presidente, mentre il restante 40% resta alla Warner, che, tuttavia, si disinteressa completamente dalla squadra.
"Io faccio accadere l'impossibile, - dichiara 'Long John' dopo l'acquisizione - sono qui per fare boom".
Il centravanti, che continua a scendere anche in campo, vorrebbe rilanciare il progetto Cosmos, ma deve scontrarsi con la mancanza di quei capitali senza i quali l'epopea Cosmos non sarebbe mai nata. Al suo insediamento nomina l'amico Beppe Pinton come vicepresidente. Al momento in cui l'italiano aveva chiuso l'acquisto, la Warner aveva accumulato debiti per 30 milioni di dollari soltanto per portare avanti il proprio progetto sportivo e licenziato qualcosa come 2300 dipendenti.
Salutano Carlos Alberto, Hunt e Van Der Elst, torna Franz Beckenbauer. I newyorkesi riescono comunque ad accedere ai playoff, e, nonostante l'exploit del paraguayano Roberto Cabañas, MVP del torneo, vengono eliminati da Montreal ai quarti di finale. Il campionato nordamericano 1983, vinto dai Tulsa Roughnecks, è anche l'ultimo a chiudersi con il Soccer Bowl.
Pelé, che a suo tempo aveva declinato la proposta di diventare presidente, attacca Chinaglia:
"Che la situazione sia irrecuperabile lo dimostra l’attuale presidente, il signor Giorgio Chinaglia, - dichiara 'O Rei' - che non a caso è anche presidente della Lazio, che occupa gli ultimi posti del campionato italiano".
La drastica riduzione degli spettatori che assistono alle partite porta a quella conseguente degli incassi e al rischio bancarotta anche per la Lega nordamericana. All'edizione 1984 partecipano appena 12 squadre, ripartite in due divisioni. In una rosa in cu i spiccano le presenze dei veterani Neeskens e Birkenmeier, vengono aggiunti l'italiano Giuseppe Damiani e il polacco Zmuda. Ma per la prima volta dopo 8 anni i Cosmos, sempre più allo sbando, terminano la regular season fuori dai playoff. La media spettatori casalinga dei newyorkesi era calata a 12896 paganti.
Mentre in contesto cestistico l'NBA gode di ottima salute, negli stessi anni della NASL è cresciuta esponenzialmente e porta a sé sempre maggiori finanziamenti e stelle da tutto il Mondo, alla fine del 1984 la NASL chiude definitivamente i battenti. Chinaglia prova tuttavia, disperatamente, a rilanciare i Cosmos. Organizza così 11 amichevoli internazionali, fra cui una con la Juventus e una con la Lazio. Quest'ultima si gioca il 16 giugno 1985 al Giants Stadium, e sarà l'ultima partita dell'era d'oro dei Cosmos. I biancocelesti si impongono 2-1 con goal di Giordano e Manfredonia, mentre per i Cosmos va a segno l'ex biancoceleste D'Amico.
Il clima è tuttavia surreale, e a testimonianza di questo c'è il fatto che la partita si chiude con una sorta di rissa fra le due squadre. Il giorno dopo Pinton lascia la vicepresidenza e Chinaglia, tornato a Roma, dalla sua casa di Piazza di Spagna annuncia che getta la spugna, lascia per sempre i Cosmos e restituirà la sua quota azionaria alla Warner, dando mandato ai suoi avvocati di occuparsene. Precedentemente, in inverno, i Cosmos avevano preso parte al Campionato indoor della MISL 1984/85.
Il 9 agosto 1985 dal Brasile Pelé annuncia che l'era del sogno americano dei Cosmos è ufficialmente finita, nemmeno un anno dopo dopo la scomparsa del campionato nel quale erano stati protagonisti.
"I padroni dello sport americano - commenterà David Hirshley su 'ESPN' - hanno frainteso il successo dei Cosmos. Hanno pensato che fosse un endorsement per il calcio, e invece si trattava solo di un momento effimero e febbrile, in cui l'arrivo di un idolo globale ha fatto scattare la scintilla per la nascita dello showbiz nello sport americano. Quando il castello di carte è crollato, la fine si è rivelata totale. Sarebbero serviti altri dodici anni perché una nuova lega, la Major League Soccer, emergesse dalle rovine”.
Getty ImagesDALLA RIFONDAZIONE ALLA NUOVA CRISI
Nonostante la Prima squadra non esistesse più, l'identità calcistica dei New York Cosmos si è tramandata negli anni attraverso l'attività delle squadre dell'Academy. Le formazioni giovanili continuano l'attività e ad usare lo stemma dei Cosmos, ancora detenuto da Beppe Pinton.
Dal 1985 al 1995, in Nord America non si disputa nessun campionato di calcio outdoor considerato di Primo livello. Dodici anni dopo la scomparsa della NASL, nel 1996 però, sulla scia dei Mondiali di USA '94, sotto l'egida della Federazione statunitense, il campionato nordamericano risorge e si tiene la prima MLS, la Major League Soccer che resterà, con alterne fortune, fino ai giorni nostri, la Prima divisione del calcio nordamericano. La Lega è creata nel 1993, allorquando gli Stati Uniti devono organizzare i Mondiali di USA '94, ma già a partire dal 1988 il fermento calcistico torna ad essere consistente negli Stati Uniti.
E i Cosmos? Fino al 2009 continua l'attività il Settore giovanile, mentre a livello di Prima squadra tutto tace. Verso la fine degli anni Dieci del Nuovo millennio, però, il nome e il simbolo dei New York Cosmos sono venduti a Paul Kemsley, ex vicepresidente del Tottenham che sogna di rinverdire gli anni d'oro della franchigia biancoverde.
Kemsley coinvolge subito nel nuovo progetto due delle grandi stelle della storia del club: Pelé, che diventa presidente onorario, e Giorgio Chinaglia, in quelli di ambasciatore. Ma c'è spazio anche per il francese Eric Cantona come Direttore tecnico. L'amministratore delegato è invece Rick Parry, ex Liverpool, mentre Terry Byrne, ex agente di David Beckham, fra le stelle più importanti che hanno giocato nell'MLS, ricoprirà il ruolo di Team manager.
gettyNel 2011 è creata così una squadra che riprende l'attività ed entrano in società anche Carlos Alberto, ex bandiera dei vecchi Cosmos, e l'attore americano Robert De Niro. Nel 2012 si ricompone, con l'affiliazione, il binomio New York Cosmos-NASL, quest'ultima rinata e spesso indicata come NASL II e diventata nel frattempo la Seconda divisione del calcio professionistico nordamericano.
Dopo la firma di un accordo commerciale con la Nike e la scelta dello Stadio Shuart di Long Island (il nuovo Hofstra Stadium, dove il club aveva giocato nei primi anni di vita) come impianto casalingo, i nuovi New York Cosmos tornano in campo nella North American Soccer League nella stagione 2013 sotto la guida del tecnico venezuelano Giovanni Savarese. La nuova compagine arriva subito a vincere il campionato, battendo nella finale, nuovamente denominata Soccer Bowl, gli Atlanta Silverbacks.
Alla prima affermazione nella NASL II seguiranno nel 2014 l'arrivo in semifinale, e altri due successi nel 2015 e nel 2016. Al secondo titolo contribuiscono anche un certo Raúl, che sceglie di chiudere la carriera in America con i Cosmos, e il centrocampista Marcos Senna, dando a questi ultimi un'immagine ancor più internazionale.
Tutto sembra far pensare ad un possibile ingresso dei New York Cosmos nella MLS, invece al terzo titolo nella NASL II segue una grave crisi economica della proprietà del club e l'immediato rilascio di giocatori e staff tecnico, mentre alcuni dipendenti restano con mesi di stipendio non pagati. I Cosmos sono nuovamente sull'orlo del baratro.
L'ARRIVO DI COMMISSO E GLI ULTIMI ANNI
Al capezzale dei New York Cosmos accorre però Rocco Commisso, uno dei imprenditori italo-americani con maggiori disponibilità economiche degli Stati Uniti che rileva la proprietà del club e ne scongiura la scomparsa. Con i Cosmos, tuttavia, era andata in crisi nuovamente anche la NASL, stavolta non per gli eccessivi investimenti effettuati, ma per la concorrenza della MLS, che finiva letteralmente per soffocarla: gli Stati Uniti sembravano non poter reggere l'esistenza di due Leghe professionistiche, sebbene di livello differente.
Commisso, fra l'altro, puntava molto su una potenziale affiliazione dei Cosmos con la MLS, la quale avrebbe garantito introiti importanti per la compagine di New York. Ma a causa della presenza di altre due società newyorkesi, New York City e New York Red Bulls, ex New Jersey MetroStars, con cui nasce un vero e proprio dualismo, si vede chiudere le porte in questo senso.
Oltre a dover rinunciare agli introiti potenziali della nuova lega, dopo un solo anno della sua gestione con partecipazione alla NASL, con le gare casalinghe disputate all' MCU Park di Coney Island (7500 spettatori di capienza) vede sparire anche quelli derivanti dalla vecchia federazione, che nel frattempo era collassata, mentre il progetto di un nuovo stadio per il club viene bocciato.
DAZNA quel punto Commisso fa confluire i giocatori tesserati nella Squadra B, che già partecipava al Campionato NPSL (National Premier Soccer League), la Quarta divisione del calcio nordamericano, cui i Cosmos sono iscritti. La squadra è affidata al tecnico statunitense Carlos Mendes e trasferita nell' impianto di proprietà, il Commisso Stadium, situato nella parte settentrionale dell'Isola di Manhattan e con una capacità di 3500 spettatori.
Per due stagioni i biancoverdi disputano dunque la NPSL, e il secondo anno, nel 2019 , giungono in finale ma la perdono con i Miami FC. Nel 2020 la squadra viene iscritta ufficialmente alla NISA (National Indipendent Soccer Association), la Terza Divisione del Campionato Nordamericano. Ma l'avvento della pandemia da Covid fa collassare la NISA e la Lega giovanile, e in seguito a questi eventi viene dismesso il Settore giovanile del club.
Il campionato 2019/20 viene annullato, mentre Commisso, che nel frattempo ha acquistato la Fiorentina e spostato molti suoi interessi oltreoceano, sceglie di non far partecipare la squadra newyorkese ai campionati NISA 2020/21 e 2021/22. In attesa di vedere quali saranno le mosse del presidente viola, il futuro dei Cosmos è nuovamente legato a un filo, in perenne bilico fra un passato glorioso e il rischio della definitiva scomparsa.
