Chapeau, bravissimi, applausi. Gli elogi si sprecano, ma non rendono totalmente l'idea di cosa sia stata capace la Ternana. 'Stagione trionfale' è una definizione spesso utilizzata con troppa facilità, anche esagerando: bene, in questo caso calza a pennello.
Gli umbri stappano uno champagne in frigo da mesi e festeggiano il ritorno in Serie B proprio nello scontro diretto contro l'Avellino, nelle ultime settimane diventata l'antagonista principe: la bottiglia, visto il dominio incontrastato della squadra di Cristiano Lucarelli, a momenti col freddo rischiava di spaccarsi.
Le 'Fere' comandano dall'inizio alla fine, regalandosi e regalando ai tifosi una gioia attesa tre anni sembrati trenta. Il progetto Unicusano decolla, prende una piega da urlo, di quelle che consentono di sognare e guardare al futuro con ottimismo. La macchina guidata da patron Stefano Bandecchi, che ha rialzato la società dalla retrocessione del 2018 confermando fame e investimenti, ha montato il doppio scappamento facendo il vuoto.
Pensi al Girone C di Serie C e ti viene la pelle d'oca: nobili decadute, club blasonati in risalita, avversarie di qualità, mine vaganti: la Ternana mostra a tutti la targa, laureandosi regina incontrastata. Un'impresa a 5 stelle, fosse solo per alcune tra le iscritte al raggruppamento: il già citato Avellino, Bari, Catania, Catanzaro, Foggia, Juve Stabia, Palermo. Fatevi un'idea...
Un girone intrigante e complicato, dove il minimo passo falso ribalta la classifica: la Ternana, di errori, ne commette praticamente ZERO. Zero come le sconfitte fatte registrare dalla prima alla ventiquattresima partita di campionato (ko a Catanzaro), da fine settembre a fine febbraio. Cinque mesi da imbattuta, qualcosa di epico, un qualcosa che nemmeno i campioni del mondo del Bayern Monaco sono riusciti a fare. La Ternana, squadra di C, sul tetto d'Europa. Brividi.
Prossima partita
E se l'avvio delle 'Fere' si rivela col freno a mano leggermente tirato (3 pareggi in 4 gare), le successive undici vittorie consecutive consegnano lo scettro di corazzata agli umbri: la capolista del girone, da quel momento in avanti, non cambia più. Ternana, poi le altre.
Il Bari ci prova, tenta di tenere i ritmi dei rossoverdi, poi deve abdicare: troppo forti Falletti e soci per i pugliesi e per il resto della truppa. I giri a cui viaggiano si rivelano fuori controllo, impossibili da raggiungere.
Il Bari cala, Avellino e Catanzaro salgono, gli irpini diventano l'anti-capolista al posto dei 'galletti', ma la Ternana - tra goal, record e successi - è già avanti. Promozione ottenuta con quattro giornate d'anticipo, ossia 360 minuti e 12 punti a disposizione prima della fine. La 'banda' Lucarelli ha fatto il vuoto, rendendo incolmabile il gap.
Migliore attacco, miglior difesa, calciatori di categoria superiore, identità di gioco, equilibrio tattico abbinato al talento: Lucarelli ha saputo unire l'utile al dilettevole, creando un cocktail micidiale. Filotti su filotti, piogge di reti, una squadra solida in campo e nella mente: la Ternana si è rivelata un giocattolo perfetto.
Lucarelli, l'ex bomber nato a Livorno - proprio come Bandecchi - diventato timoniere, che probabilmente capisce di avere Terni nel destino durante i playoff della scorsa annata: Cristiano, in sella al Catania, viene eliminato dalle 'Fere'. Il resto lo fanno la firma in estate e il 2020/2021 da capogiro.
La Ternana vola in Serie B trascinata dalle doti dei propri assi: bomber Partipilo, esperienza e fiuto per la porta di Vantaggiato, tecnica e firme pesanti di Raicevic, i guizzi di Furlan, un Falletti da '10' sia per il ruolo che come meritatissimo voto stagionale. E ancora: le certezze Damian, Paghera, Palumbo, Peralta, Proietti, Salzano, Suagher e Torromino, le discese di Laverone, il muro Boben-Kontek a protezione della saracinesca Iannarilli, un Carlo Mammarella 'evergreen' (38 anni e non sentirli, nemmeno su quel mancino alla Roberto Carlosin grado di far breccia nel cuore dei 'nostalgici'), professionalità e duttilità di Marino Defendi (da queste parti un'icona), ma anche chi ha trovato meno spazio rivelandosi allo stesso modo prezioso tra prato verde e spogliatoio.
Discorso chiuso con larghissimo anticipo, il Girone C è rossoverde, senza se e senza ma. Basi importanti dal punto di vista tecnico e progetto che può esplodere, anche grazie alle volontà dirigenziali: un esempio? Il nuovo stadio.
Un'idea messa su carta, portata in Comune e illustrata da Paolo Tagliavento, l'ex fischietto oggi vicepresidente della Ternana, a riprova di come squadra e città siano un tutt'uno per crescere e diventare grandi. Un 'Libero Liberati' 2.0 con tanto di quartier generale annesso, all'avanguardia e motore per dare impulso all'economia: con la Serie B in tasca, immaginarlo fa aumentare l'acquolina.