Angel Di Maria è il calcio. Non esistono tanti giri di parole, non esistono altre interpretazioni. A Nantes, in occasione dello 0-3 imposto dalla Juventus con annesso passaggio agli ottavi di Europa League, è semplicemente andata in scena la più pura manifesta superiorità.
Un sinistro neanche lontanamente immaginabile per i comuni mortali. Un’incursione, di pura qualità, sfociata in un rosso per gli avversari con conseguente rigore trasformato senza problemi. Un colpo di testa beffardo, ma efficace, a chiudere il match a tripla mandata. Insomma, una tripletta di rara bellezza che evidenzia in maniera piuttosto palese come il Fideo pratichi un altro sport.
Nulla di nuovo, soprattutto per chi nell’ultimo atto del Mondiale s’è divertito a giganteggiare. Poi, certo, a 35 anni non si può pensare di esplicare il ruolo in maniera rampante. Ma quando sei Di Maria la componente anagrafica raffigura un mero dettaglio. Ingombrante, sicuramente, ma pur sempre un dettaglio. Perché i decani non tramontano mai, anzi, con il trascorrere delle primavere migliorano.
Veniamo al dunque: Di Maria dovrebbe giocare nell’élite europea, non al piano B, ma il vero fuoriclasse sa fungere da esempio. Proprio come fatto vedere ieri dall’argentino alla Beaujoire. Il “noi” prima di tutto e tutti, la volontà di migliorare in maniera corale al primo posto.
L’ambizione di vincere qualcosa a Torino è tanta, ragion per cui l’ex PSG ha scelto di legarsi al mondo bianconero. Vero, riflettendoci per oltre 40 giorni. Certo (bis), con l’intenzione di approdare in un campionato competitivo per preparare diligentemente il Mondiale. Bingo.
E proprio il Mondiale, vinto dall’albiceleste, sembra aver cambiato la storia del Fideo all’ombra della Mole. Dall’infermeria, a uomo in più della truppa zebrata. Anche nei momenti più delicati, come a Napoli, quando Di Maria ha provato a salvare l’onore della Juve.
Il resto è attualità, sono numeri, nonché prospettive. Dati Opta: ADM ha segnato 6 goal in tutte le competizioni nel 2023, almeno 3 più di qualsiasi suo altro compagno nell’anno solare corrente. E inoltre, da quando gioca nei maggiori cinque campionati europei, Angel ha realizzato 41 reti da fuori in area nelle varie manifestazioni a cui ha partecipato.
Con la Francia nel destino, evidentemente. Il 22 juventino, a Nantes, ha messo a segno la sua seconda tripletta in carriera considerando le competizioni dei maggiori cinque tornei europei: l’altra risaliva al febbraio 2018 contro il Sochaux nella coppa domestica.
Intervistato a Sky al termine del match, Di Maria non ha fatto mancare la sua consueta pacatezza:
“Sono arrivate anche delle critiche. Sapevo che avrei potuto dare di più. Ho messo del tempo a ritrovare la forma, in un mese due ricadute e a livello mentale non è stato facile. Ma sono contento di essere qui”.
Inevitabile, quindi, l’elogio di Max Allegri in conferenza stampa:
“Di Maria? I campioni sono diversi dagli altri, quindi è tutto semplice, non è che è complicato. Quando hai un giocatore così, si alza il livello della squadra, tutti gli altri sono più tranquilli e poi vede delle cose che gli altri non vedono. Ma come ho detto sempre è una questione di categorie di giocatori: ci sono i campioni, ci sono gli ottimi calciatori, ci sono i giocatori meno bravi. Angel appartiene alla categoria dei campioni”.
E ora arriva il bello, arrivano i mesi indelebili della stagione, con il Fideo chiamato ad alzare ulteriormente l’asticella. Una giocata, uno sguardo, epicentro tecnico. Con un matrimonio che, passo dopo passo, si sta consolidando. E che, a bocce ferme, potrebbe portare ad approfondire le riflessioni contrattuali. Ma questa è un’altra storia, ancora tutta da scrivere.


