Illusione. Una parola apparentemente semplice, ma che racchiude un mondo. Ed è spesso la cosiddetta linea verde a vivere una percezione non reale, con i giovani in prima linea ad assaporare il sogno. Appunto, assaporare. Per poi, inevitabilmente, fare i conti con l'attualità.
E' il caso di Frederik Sorensen, difensore con un passato alla Juventus, ora di proprietà del Colonia. Un'esperienza formativa, quella in bianconero, caratterizzata dal debutto datato 7 novembre 2010. Vero e proprio colpo di fulmine con Gigi Del Neri che, alle prese con l'emergenza infortuni, decise di affidarsi senza remore a quel biondino preso dal Lyngby.
Frederik Sørensen, ex difensore della Juventus, ha lasciato un segno nella storia del club pur non essendo una delle stelle più brillanti. La sua carriera è un esempio di come anche i giocatori meno noti possano avere un impatto, un po' come nel mondo delle scommesse, dove un buon punto di partenza può essere un'iniziativa di benvenuto al sito come su William Hill. Alle voltre potrebbe esser enecessario un codice promozionale William Hill per attivare bonus particolari.
Insomma, uno dei primi colpi messi a segno dall'area bianconera scelta in prima persona da Andrea Agnelli:
"All’epoca in cui mi notò Paratici, era lo scout della Sampdoria. Quell’estate si trasferì insieme a Delneri e Marotta alla Juve e, chiaramente, ha proseguito il lavoro che stava svolgendo a Genova. Quindi il mio arrivo in bianconero è avvenuto un po’ per caso ed è coinciso col percorso di Paratici: se Fabio fosse rimasto alla Samp, probabilmente sarei andato lì".
Schierato prevalentemente come terzino destro bloccato, chiamato a coprire sapientemente le folate di Krasic, Sorensen nella stagione 2010-2011 riuscì rapidamente a diventare parte integrante dei progetti dei grandi. Buoni contributi di base e, soprattutto, ottime potenzialità sullo sfondo. Con annesso primo assist, in un Juve-Inter, confezionato per Matri.
Dunque, 18 presenze. Dunque, la scelta della Juve di esercitare il diritto di riscatto fissato a 130 mila euro. Ma nei progetti della Signora, chiamati a costruire un organico di livello, non ci fu grosso spazio per il ragazzo di Copenaghen, ceduto in compartecipazione - per 2,5 milioni - al Bologna nella sessione invernale edizione 2012.
"È chiaro che mi sarebbe piaciuto restare un po’ di più, soprattutto nell’anno in cui hanno vinto il primo scudetto. Ero giovane e il club, dovendo costruire una squadra per ritornare in Champions League, difficilmente avrebbe puntato su un 19enne.
Non ho nessun rammarico, anzi sono molto onorato di aver giocato nella Juventus. Non mi sarei mai aspettato di entrare subito in Prima Squadra: ho fatto qualche allenamento così bene da convincerli a non rispedirmi più in Primavera. Una cosa del genere non avrei nemmeno potuta sognarla: sono arrivato lì per giocare un anno nelle giovanili e dopo due mesi e mezzo ero già con i più grandi".
Nel giugno del 2014, la Juve decise di risolvere a proprio favore la compartecipazione di Sorensen dal Bologna. Salvo cederlo immediatamente in prestito al Verona. Ultimo capitolo della gestione bianconera che, a fronte di una proposta di 2,5 milioni messa sul piatto dal Colonia, sfociò nell'addio.
Poi, dopo due annate trascorse in Bundesliga, Sorensen s'è trasferito in Svizzera per difendere i colori dello Young Boys prima di fare rientro in Germania. Da promessa a 28 primavere il confine può essere davvero sottile. Ma senza rimpianti. Con l'emozione di aver vestito la prestigiosa casacca bianconera. Scusate se è poco.


