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GFX FABREGAS

Penultimo e senza la sua stella in mediana: il Como di Fabregas fa fatica

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Ad attenderlo, al Sinigaglia, migliaia di tifosi, sotto un sole cocente, ma sognatore, di inizio agosto, in uno dei periodi più strani della storia calcistica del Como: il sorriso, una volta sceso dal van nero che lo ha accompagnato allo stadio, è quello di chi sa pesare l'importanza di un evento, pur con diversi titoli in bacheca. Cesc Fabregas un momento così non lo aveva mai vissuto, forse.

Il cenno con la mano che fa seguito al suo arrivo, annunciato nello stupore generale, squarcia i sogni dei tifosi dei Lariani: non è un semplice affare di mercato. C'è di più: il centrocampista spagnolo è parte di un progetto che promette di diventar grande grazie alla visione dell'ex Chelsea Dennis Wise, che ha voluto in società anche Thierry Henry. Come si fa a non sognare, con questi nomi?

Con la classifica alla mano, a fine anno: perché di quelle promesse e di quelle premesse restano solo i risultati sportivi, che facilmente possono essere definite se non come "briciole": a metà dicembre il Como è penultimo in classifica in Serie B. Questa è la realtà dei fatti.

La squadra allenata da Moreno Longo non vince da inizio novembre, poco più di un mese, dalla gare contro il Venezia decisa da Bellemo nella ripresa: poi solo pareggi. Pesa soprattutto la partenza difficile, con la prima vittoria conquistata il 9 ottobre, dopo sue mesi dall'inizio del campionato. Pesa anche la quadra di una squadra che ha iniziato la stagione con Giacomo Gattuso, salvo poi cambiare guida tecnica.

In tutto questo, comunque, la situazione Fabregas non aiuta: il centrocampista spagnolo, Campione del mondo nel 2010, ha giocato solo 8 gare fin qui, di cui 4 da titolare e capitano (tra la sesta alla nona giornata). Troppo poco: emblematico, tra l'altro, l'episodio avvenuto nella ripresa della sfida contro il Sudtirol, il 10 settembre scorso, quando dopo essere entrato Fabregasha causato il rigore del momentaneo vantaggio del Sudtirol(che, poi, vincerà 0-2 al Sinigaglia.

In più, c'è da dire che Fabregas non gioca da quasi un mese: da Genoa-Como, per essere precisi, del 13 novembre. Poi panchina contro il Bari e due gare seguite da casa contro Ascoli e Palermo. Non è facile ritrovare la forma a 35 anni e dopo due stagioni vissute praticamente sempre ai box.

"E' un grande professionista, contribuisce a dar qualità ai compagni. La sua condizione fisica sta migliorando grazie all'impegno che ci mette", ha spiegato Longo a novembre, prima della doccia fredda proveniente dall'infermeria. "Ha un problema muscolare, starà fuori due o tre settimane".Arrivederci al 2023, insomma.

Il lato migliore della medaglia, nell'affare Fabregas, riguarda "l'effetto" generato dal suo arrivo: la sua è la maglia più venduta, finora, della stagione del Como, e anche come legame con la piazza lo spagnolo non si sta tirando indietro. Sul campo viene tutto più difficile, com'è normale che sia.

"Mi vedo come allenatore, magari proprio al Como: mi piace immaginarmi su questa panchina, sarebbe un sogno che diventa realtà perché avrei chiuso la carriera qui", ha raccontato a DAZN.

Per ora, comunque, il discorso ritiro è rimandato al prossimo futuro: alla fine del 2022 c'è da fare i conti con la realtà. Il Como è penultimo, lotta per non retrocedere in Serie B ed è a caccia di una vittoria che manca da troppo tempo. Al resto si vedrà.

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