Sin da quando è arrivato al Milan, nella scorsa stagione, Olivier Giroud ha sempre convissuto con la definizione di "attaccante fondamentale per la squadra", importante nello spogliatoio e nell'economia del gioco. Nessuno gli ha mai richiesto la quantità di goal di un capocannoniere: e questo perché parla la sua storia.
Un anno e mezzo più tardi, Giroud è uno dei giocatori simbolo dello Scudetto vinto dai rossoneri di Stefano Pioli, ma non solo: con Divock Origi non ancora inserito al meglio delle possibilità e Zlatan Ibrahimovic out, è sempre più l'attaccante "principe" del Milan. Senza se e senza ma.
Ha sempre vissuto i momenti della sua carriera come ha vissuto gli ultimi minuti del match contro lo Spezia: in acrobazia, in "girata". Che poi richiama facilmente uno dei tormentoni della scorsa stagione. E adesso è chiamato a fornire un'altra risposta: l'ennesima, a 36 anni.
"Essere così in forma a 36 anni è un dono", ha spiegato dal ritiro della Francia.
Perché è lì che deve stare: è lì, insomma, che avrebbe dovuto essere senza alcun tipo di dubbio. Ma si sa come va nel calcio: i dilemmi esistono, anche quelli relativi alle icone.
Giroud è uno degli "eroi" di Russia 2018: un Campione del Mondo che, in quel torneo, non ha messo a segno alcun goal, ma che è stato fondamentale per la Nazionale di Didier Deschamps. Le ha giocate tutte, dall'esordio contro la Francia alla gara contro la Croazia. Tutte, senza saltarne una.
E' questo che rende speciale Giroud, la sua costanza al di là dei preconcetti: aveva già giocato i Mondiali del 2014, giocherà anche quelli del 2022, rispondendo ai dubbi. Perché l'attaccante del Milan è stato messo in discussione fino al momento delle convocazioni.
"Non appena Deschamps avrà bisogno di me mi farò trovare pronto: ne abbiamo già parlato, è tutto chiaro. Per essere convocato nella Francia devi essere decisivo e importante nel tuo club: e io lo sono stato al Milan. E' ciò che mi ha condotto qui".
La consapevolezza non gli manca, ma qualcosa è cambiato: l'infortunio di Karim Benzema lo ha riportato in cima alle gerarchie nell'attacco dei Bleus: con un solo goal in carriera ai Mondiali, contro la Svizzera, il 20 giugno del 2014, ma tanti, tantissimi titoli in bacheca da quel giorno. Si carica di nuovo la Francia sulle spalle. Giroud è pronto.
