Il calcio ci prova. E mercoledì vive una giornata caldissima, non solo per la proposta dell'Assemblea di Lega di tornare in campo il 13 giugno. Dopo l'ok agli allenamenti collettivi da parte del Governo, infatti, la FIGC si è messa al lavoro sul nuovo protocollo necessario per avere il definitivo via libera dal 18 maggio, adeguandolo alle richieste stringenti del Comitato tecnico-scientifico. Tanti i punti sul tavolo: dai tamponi alla responsabilità dei medici fino alla quarantena obbligatoria. Tutti recepiti dalla Federcalcio, che ha inviato il nuovo protocollo al Ministero dello Sport.
Durante una informativa urgente alla Camera sulle misure per contrastare l’emergenza Covid-19, il Ministro Vincenzo Spadafora ha lanciato un importante segnale sulla ripresa degli allenamenti di squadra e sull'accordo con la FIGC per quanto riguarda il nuovo protocollo.
"Pochi minuti fa ho ricevuto una lettera del presidente della Figc Gravina, in cui ha reso noto che la Figc ha accolto tutte osservazioni del Comitato Tecnico Scientifico, riadattando il protocollo consentendo senza altre difficoltà di riprendere gli allenamenti dal 18 maggio".
In attesa del Consiglio di Lega pomeridiano, il Ministro Spadafora era intervenuto già nella mattinata di mercoledì in Parlamento, confermando la linea della prudenza adottata dai vertici del Governo.
"Procediamo con prudenza verso la riapertura. Un primo passo c'è stato con il ritorno degli allenamenti individuali e la possibilità di fare attività motoria per gli italiani. E' tutto graduale. Lavoriamo senza sosta per dare risposte al mondo dello sport, ma l'attenzione principale è dedicata al calcio".
"So quanto sia importante dal punto di vista sociale il calcio, non riconoscerlo sarebbe paradossale, è un'industria con un importante giro d'affari e ogni anno dà al Fisco oltre 1 miliardo. L'inasprimento del dialogo è eccessivo agli occhi di quegli italiani che pensano alla salute. Le valutazioni del CTS sul protocollo sono numerose e cito queste tre significative: quarantena di squadra in caso di un positivo all'interno del gruppo, responsabilità dei medici delle società e i tamponi che non dovranno impattare sui bisogni dei cittadini".
Insomma, la ripartenza del campionato è in ogni caso legata al filo diretto della sicurezza: da parte della FIGC dovranno arrivare ulteriori rassicurazioni in tal senso.
"Il campionato riprenderà soltanto in totale sicurezza e bisognerà portare a termine dei compiti fondamentali. Nel calcio non può esserci distanza tra i giocatori, per questo motivo è importante che si vada in quarantena in presenza di un caso di positività. Dobbiamo avere la certezza che sarà garantita la tutela della salute di tutti i protagonisti".
"La FIGC modificherà il protocollo secondo le osservazioni del CTS per riprendere gli allenamenti collettivi dal 18. Poi bisognerà definire la riapertura della Serie A, condizionata direttamente dalla presenza di una successione di protocolli che garantiscano la sicurezza. Decidere in fretta non era possibile, la linea del Governo è una sola mentre alcuni presidenti hanno cambiato idea repentinamente. Le pressioni non ci condizionano".
Intanto, però nel nuovo protocollo, sembra superato il nodo relativo alla posizione dei medici sociali. Secondo la FIGC infatti la responsabilità penale sul rispetto delle misure resterà dei singoli club. Inoltre la misura riguarderà al momento solo la Serie A, scongiurando in questo modo le possibili dimissioni dei medici di Serie B paventate dal dottor Castellacci. Serie B che quindi dovrà ancora attendere prima di riprendere gli allenamenti collettivi.
Resta qualche dubbio sulla quarantena obbligatoria per squadre e staff dopo i 15 giorni di ritiro previsti dal 18 maggio. Una misura questa che preoccupa in particolare l'UEFA (che potrebbe prorogare il termine ultimo del 25 maggio per la comunicazione sulla ripartenza dei tornei nazionali) dato che le italiane ad agosto dovrebbero essere impegnate anche nelle coppe europee. Ma sul punto la sottosegretaria Zampa è stata chiarissima.
"Ovvio che le squadre devono essere isolate, prima della ripresa devono andare in ritiro almeno di 15 giorni, solo così eviteremo i contagi tra le persone coinvolte. La quarantena determina la guarigione, i 15 giorni è il tempo ragionevole per poi incontrarsi. Si tratta di stare in ritiro e ripartire tutti con le stesse condizioni di salute ed in sicurezza. Se uno si ammala la quarantena scatta per tutti e si ferma anche il campionato”.
La FIGC ha comunque accolto anche questa indicazione del CTS mettendo da parte il modello tedesco che prevede la quarantena solo per i giocatori positivi. Il calcio ci prova, insomma. Allenamenti collettivi dal 18 maggio, ripresa del campionato il 13 giugno. Ma l'ultima parola ovviamente spetterà al Governo, tanto che nei prossimi giorni sul tema potrebbe intervenire direttamente il Premier Conte.
