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FABIAN RUIZ NAPOLI LIONEL MESSI BARCELONA CHAMPIONS LEAGUE 25022020Getty Images

CTS rigido sulla ripresa, UEFA preoccupata per le italiane in Europa

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Lunedì il comunicato congiunto del Ministro della Salute Speranza e del Ministro dello Sport Spadafora ha confermato il via libera per la ripresa degli allenamenti in gruppo a partire da lunedì 18 maggio, le linee tracciate dal Comitato Tecnico-Scientifico rendono invece meno in discesa la strada verso la riapertura della stagione agonistica.

I Ministri insistono sulla “prudenza” , presupposto fondamentale che guida ogni mossa e ogni decisione, stessa parola chiave del CTS che ha fornito quattro indicazioni particolarmente stringenti per la stesura e l’adattamento del protocollo a cui sta lavorando la FIGC riguardo tamponi, positivi, responsabilità e post-ritiro .

I TAMPONI

Il primo snodo riguarda i tamponi, oggetto di grande discussione già da tempo. La posizione del CTS è chiara: anche se il calcio riveste un ruolo di importanza sociale, la richiesta di tamponi non deve minimamente impattare i bisogni della collettività. Un rischio che si dovrebbe comunque aggirare ricorrendo ai test sierologici, come previsto già dal primo protocollo steso dalla FIGC.

I POSITIVI

Se un giocatore dovesse essere trovato positivo, tutto il gruppo dovrà andare in isolamento, dai giocatori allo staff. Un isolamento di 14 giorni che impedirebbe i contatti con l’esterno. Permetterebbe di continuare gli allenamenti per chi è negativo, ovviamente con distanziamento, ma non di giocare le partite. Portando così a una nuova interruzione del campionato. Questo rimane un nodo da sciogliere per il protocollo della FIGC.

LA RESPONSABILITÀ DEI MEDICI

I medici sociali e i medici competenti - ovvero i medici del lavoro che le società individueranno - saranno responsabili anche giuridicamente per ciò che potrebbe succedere rispettivamente a calciatori più staff tecnico e al resto del personale. La positività per Covid, secondo l’Inail, sarà considerata al pari di un infortunio sul lavoro: la Federcalcio sta lavorando a una copertura assicurativa in questo senso.

IL POST-RITIRO

Un paio di settimane di lavoro in isolamento per fugare il rischio di contagio. E poi? Questo è il grande dubbio sollevato dal CTS. Dopo i 15 giorni di allenamenti in gruppo con le squadre ‘blindate’ in isolamento obbligatorio si passerà a ridiscutere un ritorno alla normalità. Gli stessi giocatori hanno sottolineato la difficoltà psicologica di rimanere in isolamento per più tempo. La decisione sarà influenzata anche dalla curva dei contagi.

Una linea che non convince Pino Capua , presidente della commissione antidoping nonchè membro della commissione medica della FIGC, il quale a 'Sportmediaset' ha storto il naso.

"Se non si trova una soluzione, il campionato non parte. Il modulo tedesco è assolutamente percorribile, non capisco perché non farlo anche in Italia, il CTS ha messo i bastoni tra le ruote ".

"L'obiettivo di tutti è quello di far ripartire il calcio, sedendoci ad un tavolo e ragionando, una soluzione si trova. Per quanto riguarda i dilettanti, bisognerà attendere un vaccino, il rischio 0 non ci sarà a settembre, ottobre o novembre. Bisogna avere grande pazienza ed equilibrio, perché sono molto numerosi".

"Sono estremamente convinto che la presenza di un'associazione precisa con tutti medici che lavorano nel mondo del calcio, sia indispensabile. Parliamo di un argomento delicatissimo, in questo periodo d'emergenza non si deve tralasciare nulla".

"In questi giorni stiamo organizzando una commissione che sarà utilizzata per valutare questa problematica e spero che la situazione si risolva a prescindere".

Di pari passo col pensiero in seno alla FIGC, come riferto da 'Sky', c'è una UEFA preoccupata per la situazione del nostro calcio: se le scelte del CTS dovessero permanere, infatti, a Nyon temono che le italiane non riusciranno a concludere la stagione in Europa (Champions ed EL).

Ma non solo, perchè Ceferin & co. hanno immaginato anche una Nations League, prevista da settembre, con una Nazionale di Mancini condizionata dalle misure restrittive. Insomma, i nodi da sciogliere non mancano.

Nel frattempo, nell'ultimo Consiglio di Lega si è affrontata in maniera flebile la questione ripresa decidendo di riaggiornarsi una volta che il protocollo sarà definitivo. Protocollo aggiornato che, mercoledì, la FIGC trasmetterà al Governo con gli 'update' necessari in seguito alle linee stabilite dal CTS.

Mercoledì giornata importante dunque, con l'Assemblea di Lega e due informative di Spadafora: una alle 11 al Senato e l'altra nel pomeriggio alla Camera.

La sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa , dal canto suo, nonostante la cautela mostrata dallo stesso Spadafora ("Sarà decisiva la curva dei contagi" ) si è mostrata ottimista riguardo al ritorno della Serie A.

"C’è la possibilità di riprendere gli allenamenti di squadra e mettere le premesse per tornare a riaprire la serie A . Intanto ci si ricomincia ad allenare, i nostri atleti devono entrare in ritiro una volta testati ed essere negativi, con loro tutto il personale tecnico e staranno in una sorta di bolla asettica. Così si consente loro lo stato di perfetta salute. Solo in questo contesto si può pensare di far incontrare le squadre in partite ufficiali".

"Ovvio che le squadre devono essere isolate, prima della ripresa devono andare in ritiro almeno di 15 giorni, solo così eviteremo i contagi tra le persone coinvolte. La quarantena determina la guarigione, i 15 giorni è il tempo ragionevole per poi incontrarsi. Si tratta di stare in ritiro e ripartire tutti con le stesse condizioni di salute ed in sicurezza. Se uno si ammala la quarantena scatta per tutti e si ferma anche il campionato”.

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