Il sogno: abbracciare almeno una volta la Serie A. Coronato. Già, perché per la prima volta nella sua storia il Monza sbarca nell’élite nostrana grazie alla doppia vittoria contro il Pisa nella finale playoff di B (2-1 in casa, 4-3 dopo i supplementari all'Arena Garibaldi).
Dalla delusione cocente della passata stagione al passo tanto agognato e sudato. Dallo status di schiacciasassi alle difficoltà legate alla volubilità della categoria. Sempre più complicata, sempre più imprevedibile, sempre più estenuante.
Sorridono Silvio Berlusconi e Adriano Galliani, alle prese con l’ennesimo successo costruito all’insegna della massima ambizione. In quanto, alle volte, una promozione può avere lo stesso sapore di una Champions League in bacheca. Proprietario e amministratore delegato, una vita assieme, tanti progetti realizzati con (estremo) successo. L’ultimo, appunto, targato Monza.
Visione, investimenti, bramosia. Tre punti chiave dell’ascesa del club brianzolo che, ora, può sognare decisamente in grande. Certo, in maniera graduale, ma senza freni. D’altra parte, si sa, la storia parla per Berlusconi e Galliani. Insomma, il basso profilo è un’altra cosa.
Spicca e si rafforza la figura di Giovanni Stroppa, tecnico preparato e propositivo, che ha saputo tenere botta anche nei momenti più burrascosi. Il tutto, sempre e costantemente protetto dallo stato maggiore. E non è un dettaglio. Ovvio, indubitabilmente, l’approdo in Serie A assomiglia tanto a un atto dovuto rosa alla mano, soprattutto dopo aver fallito la promozione diretta. Ma la Serie B è dura, a tratti maledettamente dura, e di scontato non c’è veramente niente.
I biancorossi, optando per una campagna acquisti mirata e meno preposta all’aspetto mediatico, hanno saputo adeguarsi agli usi e costumi di un campionato che premia poco il sensazionalismo ma tanto la concretezza. E il Monza, seppur balbettando qua e là, ha saputo trovare la via maestra sfruttando le incertezze altrui.
E poi ci sono le individualità. E che individualità. Basti pensare a Dany Mota Carvalho, 24enne centravanti portoghese, autore di 11 centri in campionato e 1 nei playoff con sfondo salto di qualità. Fondamentale, tra campo e spogliatoio, l’esperienza di Luca Marrone: fedelissimo di Stroppa anche al Crotone. Senza sottovalutare le fiammate mancine di Carlos Augusto, già sondato da diverse squadre, ma che nelle intenzioni di Galliani non dovrebbe muoversi. In parole povere, qualità e prospettiva.
E, a proposito di Galliani, chissà come deciderà di festeggiare l’ennesima sfida vinta. Un'idea embrionale, però, c'è già:
"Per andare in Serie A farei qualsiasi cosa, visto che sono nato a Monza e sono un grande tifoso di questa squadra. Sono pronto a fare qualsiasi tipo di fioretto in caso di promozione e prometto che, se questo avverrà, farò una passeggiata dal Brianteo e San Siro".
Adesso, tuttavia, arriva il bello. Con una campagna acquisti di livello dietro l’angolo, in quanto gli investimenti – da parte della famiglia Berlusconi – non mancheranno. Ovvio, da quelle parti l’obiettivo consiste nel creare un modello sostenibile che valorizzi sensibilmente la linea verde, ma Galliani è un manager di alto profilo. E i manager di alto profilo non cambiano. Anzi, si esaltano.
