In principio fu Rodrigo Becão. Calcio d'angolo di Deulofeu e spizzata aerea del difensore brasiliano, abile nel sorprendere Maignan sul primo palo. Erano passati appena due minuti. Della prima partita di campionato, però. Il Milan avrebbe poi vinto quella sfida, 4-2 sull'Udinese, ma l'incubo era appena iniziato. Senza contare che anche la seconda rete friulana, realizzata da Masina, era arrivata così, di testa.
Il Milan e il gioco aereo: se fosse uno stato di Facebook, sarebbe una relazione complicata. Parecchio complicata. Un dato? Eccolo: i rossoneri, come riporta Opta, sono la squadra di Serie A che in campionato ha beccato più goal di tutti di testa. Sette, per la precisione. L'ultimo nel tardo pomeriggio di sabato, quando Baschirotto saltava più e meglio di Kalulu e con un'incornata precisissima superava per la seconda volta Tatarusanu, regalando al Lecce un insperato doppio vantaggio già nel primo tempo.
Bene: se la distanza dal Napoli capolista è diventata chilometrica, molto si deve a questo difetto. Perché nella settimana da incubo rossonera, che comprende anche l'eliminazione dalla Coppa Italia per mano di un Torino ridotto in dieci uomini, tutto era iniziato con un'altra rete al passivo di testa: quella del romanista Ibañez, quella che domenica scorsa dava il via all'incredibile e assurda rimonta giallorossa a San Siro.
L'elenco è presto fatto. Dopo Becão c'era stato Masina, come detto. Poi, il 10 settembre, era il doriano Djuricic a battere Maignan di testa. Imitato poco più di una settimana più tardi da Gio Simeone, un goal che, a differenza di quello del serbo, si rivelava decisivo per infliggere ai campioni d'Italia in carica la prima delusione in campionato. Medesimo discorso per il torinista Djidji, pure lui a segno di testa per il successo del Torino a fine ottobre. Quindi Ibañez e infine Baschirotto. Totale, appunto: sette.
Getty ImagesVogliamo fare sette e mezzo? Facciamo sette e mezzo. Perché il 2-2 della Roma con Abraham mica è arrivato su azione manovrata. Solo che in quell'occasione Tatarusanu era riuscito a mettere una pezza su un'inzuccata di Matic, prima che l'inglese piazzasse il guizzo giusto sottomisura. Non conta per le statistiche pure, conta invece per analizzare il quadro generale.
È un bel problema, specialmente pensando all'altezza non esagerata dei centrali rossoneri. Nessuno dei due centrali, ovvero Kalulu e Tomori, si avvicina al metro e 90. Per la precisione: l'ex Lione è alto 1,79 e il compagno di reparto 1,85. Il difensore più alto della rosa è Malick Thiaw col suo metro e 91, però l'ex Schalke 04 è una riserva e gioca pochissimo, anche se quando entra - vedi Verona - qualcosa di buono può anche combinarlo.
Chiaro: non è e non può essere solo un problema di centrali difensivi. Anche perché, sugli sviluppi di qualsiasi calcio piazzato a sfavore, le aree di tutto il mondo si popolano di personaggi che di solito stanno da tutt'altra parte del campo. In sintesi: uno come Giroud (1,92) torna spesso e volentieri a dare una mano in difesa per sfruttare la propria altezza. Ma a quanto pare ancora non basta.
Poi c'è l'episodio singolo, come quello di Lecce. Cross di Hjulmand, il bodybuilder Baschirotto salta in testa a Kalulu e questa volta sì, la differenza di stazza e di altezza tra i due si nota tutta. Kalulu che, più che altro, lo svarione l'aveva commesso in occasione della prima rete dei pugliesi. A dimostrazione che i palloni stanno finendo nella porta di Tatarusanu - e prima di Maignan - in modo vario e variegato.
La sostanza è chiara: Il Milan ha perso terreno dal Napoli, forse in maniera irrecuperabile, vedendo salire a nove le lunghezze di distacco dalla vetta. E ora deve rimettere assieme i cocci di una settimana nerissima. Due punti in due partite, il surreale addio alla Coppa Italia. E una Supercoppa Italiana contro l'Inter alle porte, impegno affascinante quanto complicato da gestire per chi sta vivendo un momento del genere. Anche a Riad, occhio ai calci piazzati.


