GOALBomber implacabile in Inghilterra con il Watford, tanto da vincere la classifica cannonieri della First Division nella stagione 1982/83, bidone memorabile con la maglia del Milan e fonte d'ispirazione per un collettivo di controcultura letteraria e artistica a metà degli anni Novanta del secolo scorso.
Tutto questo è stato Luther Blissett, centravanti di origini giamaicane, naturalizzato inglese, che dopo aver conquistato a suon di goal le prime pagine dei giornali britannici, sbarca in Italia con grandi ambizioni ma diventa celebre con la capacità quasi unica di fallire occasioni da rete clamorose e si vede appiccicare l'ingombrante etichetta di 'bidone'.
BOMBER AL WATFORD E FRA I PRIMI COLOURED NELL'INGHILTERRA
Nato a Falmouth, in Giamaica, il 1° febbraio 1958, la sua famiglia emigra in Inghilterra, dove si appassiona al gioco del calcio. Ha del resto grandi doti atletiche e fisiche, così a 17 anni debutta in Prima squadra nel Watford, club con cui inizia a giocare in Fourth Division, la Quarta Divisione. Nel 1977 arriva la svolta: gli 'Hornets' vengono, infatti, acquistati dalnoto cantante pop Elton John, loro grande tifoso. Quest'ultimo, fra le sue prime mosse, ingaggia come tecnico Graham Taylor, che farà le fortune dei giallorossoneri.
In appena 6 anni, infatti, sotto la sua guida, la squadra è protagonista di un 'miracolo calcistico', scala le categorie e nel 1982 conquista la promozione in First Division, la Premier League dell'epoca. Fra i grandi protagonisti dell'epopea degli Hornets c'è proprio Blissett, il centravanti, che a partire dalla stagione 1978/79 inizia a segnare goal a raffica, andando sempre in doppia cifra.
Quell'anno ne realizza 21 in Third Division,poi 10, 11 e 19 nei tre anni in Second Division,infine addirittura 27 in First Division nel 1982/83, stagionein cui si laurea capocannoniere del massimo campionato inglese precedendoil gallese del Liverpool Ian Rush. È una stagione magica per gli Hornets, che in campionato colgono un brillante 2° posto finale alle spalle dei Reds, campioni d'Inghilterra.
Le brillanti medie realizzative con il Watford fanno guadagnare a Blissett il soprannome di 'Black Flash', 'Lampo Nero', nonché la convocazione con l'Inghilterra, Nazionale che la punta sceglie di rappresentare, dopo averla rappresentata a livello di selezioni giovanili, e di cui diventa uno dei primi 'coloured' ad indossarne la maglia. Debutta con i Tre Leoni il 13 ottobre 1982, subentrando negli ultimi minuti della sfida amichevole contro la Germania Ovest, persa 1-2.
Nella seconda gara, contro il povero Lussemburgo, valida per le Qualificazioni ad Euro '84, dà il meglio di sé, e realizza una tripletta nella goleada per 9-0 degli inglesi. Resteranno anche gli unici messi a referto da Blissett con l'Inghilterra in 14 partite giocate.
WikipediaSCOMMESSA DI FARINA E BIDONE AL MILAN
Vinto il campionato di Serie B nella stagione 1982/83, il Milan di Giussy Farina si riaffaccia alla Serie A con l'obiettivo di tornare fra le big del calcio italiano. Il campionato italiano era all'epoca il più bello e importante al mondo, e in un calciomercato estivo 1983 caratterizzato dai grandi acquisti di Cerezo e Falcão da parte di Roma e Udinese, non vuole essere da meno e decide di puntare sul capocannoniere dell'ultimo campionato inglese.
A tifare per Blissett c'è anche Gianni Rivera, che dalle pagine de 'La Gazzetta dello Sport', il 16 luglio, sostiene che con il bomber del Watford il Milan avrebbe fatto un salto di qualità e dà una mano al numero uno rossonero per prendere il giocatore.
Così nel luglio del 1983 Farina ne acquista il cartellino dal Watford pagandolo un milione di sterline, corrispondenti ad oltre 2 miliardi di Lire.
"Io Blissett me lo vidi arrivare all'improvviso senza sapere che sarebbe arrivato. - racconta il tecnico rossonero di quella stagione, Ilario Castagner, ai microfoni di 'Rai Sport' - Avrei voluto tenere Serena, perché l'anno precedente avevamo fatto tanti goal e avendo una squadra che arrivava 20 volte sul fondo mi serviva un giocatore così. Invece Farina non lo volle riscattare dall'Inter e arrivò Blissett".
Fra i sostenitori del colpo c'è invece Nils Liedholm, all'epoca tecnico della Roma.
"Attenti al Milan - avverte in un'intervista a 'La Gazzetta dello Sport' - Blissett è un po' come Altafini".
Oltre alla punta, in rossonero arriva anche il terzino dello Standard Liegi Eric Gerets, pagato a prezzo di saldo (300 milioni di Lire). Ma l'accoppiata di stranieri del Milan si rivelerà per motivi diversi fallimentare.
Quando approda a Milano, comunque, l'attaccante di origini giamaicane si lancia in grandi proclami.
"Michel Platini ha vinto la classifica dei cannonieri lo scorso anno segnando 18 goal. Io ne infilerò di più! - assicura a 'La Gazzetta dello Sport' - Diventerò l'idolo dei giovani".
"Sono un giamaicano atipico. - aggiunge parlando di se stesso -Non bevo, non mi drogo e non vado a donne".
Dalle pagine del settimanale per ragazzi 'Il Giornalino', rincara poi la dose.
"In Inghilterra - sottolinea - i tifosi mi hanno soprannominato 'Black Flash', 'Lampo Nero', perché sono rimasti colpiti dalla mia velocità e dalla prontezza nel tiro".
E Farina non fa nulla per ridimensionare le attese dei supporters rossoneri.
"Blissett è un bomber. - garantisce sempre ai microfoni de 'Il Giornalino' - Sa farsi rispettare dai difensori avversari senza farsi squalificare".
L'impatto con il calcio italiano, molto più tecnico e tattico di quello inglese dell'epoca, dirà ben altro, ovvero di un giocatore che appare da subito un pesce fuor d'acqua con la maglia rossonera sulle spalle. Questo appare evidente fin dalle prime gare agostane di Coppa Italia, in cui il giocatore inglese non riesce mai ad andare a segno. L'inglese gioca in coppia con Damiani o Incocciati, ma stenta a ritrovarsi.
In campionato le cose sembrano inizialmente andare un po' meglio: Blissett va infatti a segno già alla seconda giornata a San Siro contro il Verona, nel successo dei rossoneri per 4-2. Tutti pensano possa essere l'inizio di una stagione importante per il giocatore inglese e per il Milan, invece sarà soltanto un exploit illusorio.
'Black Flash', infatti, pur rivelandosi un attaccante generoso e mobile, dimostra presto di avere grossi limiti tecnici, in particolare nel controllo di palla, e inizia a fallire regolarmente goal clamorosi sotto porta. Su tutti uno a porta praticamente sguarnita nel derby contro l'Inter del 6 novembre,errore che manda su tutte le furie lo stesso allenatore Castagner. Il Milan perde 2-0 e il rapporto con la piazza e i tifosi si complica.
Al giocatore inglese, che la settimana precedente aveva firmato contro la Lazio la sua seconda rete italiana, vengono assegnati epiteti poco lusinghieri, e si inizia a ironizzare sulle sue presunte qualità da realizzatore. Gianni Brera, fedele al suo stile, lo ribattezza 'Luther Callonissett', paragonandolo ad Egidio Calloni, altro attaccante rossonero che prima di lui era diventato più celebre per le reti fallite che per quelle realizzate.
Intanto in quei mesi l'ex Watford litiga col goal anche con l'Inghilterra, e anche in patria viene ridefinito dai perfidi tabloid 'Luther miss it', ovvero 'Luther sbaglialo'.
"Blissett - spiega Castagner - non si ambientò mai. L'immagine che ho di lui è quella di un giocatore affacciato alla finestra che guardava verso i campi di gioco con area triste. Si sentiva come un uccellino in gabbia, non vedeva l'ora di tornare a casa".
"Era un buonissimo calciatore, un istintivo. - dice di lui l'ex compagno di squadra Oscar Damiani - ma non aveva una grandissima tecnica, e questo per il campionato italiano di allora costituiva un grosso limite. Inoltre non ha mai parlato la lingua e faticavamo anche a capirci. Sbagliò davvero tantissimi goal".
Luther segna per tutta la stagione con il contagocce, divorandosi marcature con una facilità disarmante. In tanti lo considerano un clamoroso 'bidone' e l'avventura italiana si chiude così mestamente con appena 5 reti in 30 presenze di campionato (un goal al volo contro l'Udinese a gennaio e altre 2 reti nel finale di stagione con Torino e Pisa) più 9 presenze e un goal (negli ottavi di finale con il Vicenza) in Coppa Italia.
Il Milan chiude con un deludente 8° posto finale, fuori dalle Coppe europee, e nel 1984 decide di rispedirlo a casa. Le sue 'imprese' sotto rete saranno di ispirazione per la celebre rubrica del programma satirico della Gialappa's Band, 'Mai Dire Goal'.
IL RITORNO IN INGHILTERRA
Tornato al Watford, però, come per magia, Blissett si riscopre bomber. Firma 21 reti nel 1984/85, poi, anche in Inghilterra, arriva un calo. Nel 1988, a 30 anni, passa al Bournemouth in Seconda Division, e ricomincia a far goal con regolarità, nonostante i risultati deludenti dei Cherries, che retrocedono in Third Division nel 1990.
Per la seconda volta nella sua carriera a 31 anni Luther fa quindi nuovamente ritorno al suo Watford, che saluta con 149 goal in 415 gare di campionato in tutte le categorie.
Le ultime stagioni da calciatore le spende nelle serie minori con West Bromwich Albion, Bury e, in prestito, con il Derry City (in Irlanda), il Mansfield e il Southport. Scende ancora più giù di livello con il Wimborne Town e il Fakenham Town, squadra con cui si ritira nel 1996 all'età di 38 anni.
GettyFRA PANCHINA E PASSIONE PER I MOTORI
Appesi gli scarpini al chiodo, Blissett dal 1996 al 2001 entra a far parte dello staff tecnico del Watford, poi si mette in proprio guidando alcune squadre nelle Divisioni minori inglesi: Chesham United, club con cui torna anche in campo per 2 partite all'età di 49 anni, e Burham, ultima sua esperienza nel 2016. Da vice lavora anche per lo York City e l'Hemel Hempstead Town.
L'ex attaccante coltiva inoltre la sua passione per i motori fondando nell'aprile del 2007 una scuderia automobilistica, la Team48 Motorsport, con cui coltiva il sogno di partecipare e concludere la 24 Ore di Le Mans del 2010.
"Ho sempre cercato di svolgere la mia attività di calciatore e allenatore a standard elevati, - dichiara - ma ultimamente questo non è stato possibile. Così mi sono convinto a lanciarmi nell’avventura di uno sport che seguo fin da bambino e che mi diverte molto ancora oggi".
ISPIRAZIONE PER UN COLLETTIVO DI CONTROCULTURA
Il nome e il personaggio di Blissett, a metà anni '90, travalicano il mondo del calcio e diventano incredibilmente fonte di ispirazione per un movimento internazionale di controcultura letteraria ed artistica, che prende il nome di 'Collettivo Luther Blissett'. Si tratta di un gruppo di performer, artisti e squatter che prendono in prestito il suo nome per contrastare e criticare la cultura dominante, in particolare la superficialità e la malafede del sistema mass-mediatico.
Così, mentre molti dimenticano il Luther Blissett calciatore, il suo nome resta famoso.
"Chiunque può essere Luther Blissett, - recita il manifesto del collettivo omonimo - semplicemente adottando il nome di Luther Blissett".
Nel 1999 il collettivo pubblica addirittura un romanzo storico di successo, 'Q', edito da Einaudi, che diede ancor più fama al nome dell'ex attaccante. Per il quale la deludente avventura al Milan resterà sempre un grande rimpianto.
"L'esperienza con il Milan per me fu qualcosa di speciale. - dichiarerà a 'Sky Sport' nel 2011 - Certo sul campo fu frustrante: l’allenatore era Castagner, praticava un calcio molto difensivo in cui non mi trovai bene e non mostrai nemmeno la metà del mio valore".
"Ma ebbi la possibilità di giocare per uno dei club più importanti del mondo e con Franco Baresi, che mi aiutava con la lingua: imparai un pò di italiano. Quell’anno mi servì moltissimo: tornai in Inghilterra migliore, allenamenti così professionali erano stati fondamentali per me".
E pazienza per i tanti goal sbagliati, che facevano disperare non poco i tifosi rossoneri, ma che in fondo lo hanno consegnato alla leggenda.
