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Van Gaal GFXGoal

Van Gaal, stratega vincente e 'antipatico': ha vinto tutto con l'Ajax, tre volte CT dell'Olanda

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"Van Gaal è un duro, se non lo conosci risulta antipatico, nei rapporti si fa apprezzare con il tempo. Ha bisogno di lavorare tanto per trasmettere i suoi concetti" - Wesley Sneijder.

Stratega, santone, tecnico carismatico ed eccentrico. Nella sua carriera da allenatore sono stati tanti gli appellativi che  Louis Van Gaal si è sentito attribuire. L'olandese ha vinto tutto,  ciononostante coloro che hanno avuto a che fare con lui lo considerano un grande antipatico: un po' per i suoi metodi di allenamento, un po' per il suo carattere da duro, che lo ha sempre portato ad anteporre la sua filosofia e il conseguimento degli obiettivi al rapporto interpersonale con i suoi giocatori.

I GRANDI SUCCESSI CON L'AJAX

Nato ad Amsterdam l'8 agosto 1951 con il nome di battesimo di Aloysius Paulus Maria, Van Gaal, per tutti semplicemente Louis, dopo una modesta carriera da difensore, che lo ha visto crescere nelle Giovanili dell'Ajax e giocare con Anversa, Telstar, Sparta Rotterdam, la squadra in cui ha militato più a lungo, e Az, intraprende precocemente la carriera da allenatore ancor prima di appendere le scarpette al chiodo.

L'insegnamento era del resto nel suo DNA: cresciuto in una famiglia cattolica nella zona orientale della capitale olandese, aveva studiato al Liceo Sint-Nicolaas, dai Padri del Sacro Cuore, conseguendo, già quando giocava, la qualifica di professore di educazione fisica, e insegnando negli Istituti superiori.

Nel 1986, quando è un difensore dell'AZ ormai a fine carriera, diventa assistente allenatore.  Ritiratosi dal calcio giocato nel 1987, mantiene la carica fino al 1988, quando passa all'Ajax. Qui diventa assistente allenatore di Leo Beenhakker.

Quando quest'ultimo lascia il club nel 1991, Van Gaal gli subentra come Primo allenatore della squadra. Con l'Ajax avvia un ciclo vincente: in 6 anni lo porta ai vertici mondiali.  I Lancieri sono il laboratorio privilegiato nel quale il tecnico sviluppa la filosofia che sempre lo caratterizzerà: un calcio offensivo, che con la squadra di Amsterdam si traduce in uno spettacolare 4-3-3.

Il primo titolo vinto è la Coppa UEFA 1992, conquistato con l'ausilio della buona sorte avendo la meglio sul Torino di Emiliano Mondonico (che colpiscono tre legni al De Meer) soltanto per la regola dei goal in trasferta (2-2 a Torino, 0-0 ad Amsterdam). 

È l'inizio di un'ascesa inarrestabile: con giocatori come Wim Jonk, Dennis Bergkamp, e giovani terribili quali  Frank e Ronald de Boer, Edgar Davids, Clarence Seedorf, Winston Bogarde, Michael Reiziger ed Edwin Van der Sar l'Ajax si aggiudica l'Eredivisie per 3 stagioni consecutive: 1993/94, 1994/95, l'anno dei record, in cui resta imbattuto sia in campionato sia in Europa, e 1995/96. 

Louis Van Gaal the Ajax CoachGetty

In patria conquista anche una Coppa d'Olanda nel 1993 e tre Supercoppe nazionali.  Ma le vittorie più belle sono la Champions League 1994/95, conquistata battendo in finale il Milan di Capello con un goal di Rijkaard, la Supercoppa europea 1995 (1-1 e 4-0 contro il Real Saragozza) e la Coppa Intercontinentale dello stesso anno (4-3 ai rigori sul Gremio).

Nello scacchiere tattico di Van Gaal, tutti hanno in campo una funzione ben precisa da assolvere:

"Ogni giocatore deve comprendere a fondo la geometria del gioco e del campo - spiega Louis a un giornalista nel 1996 - e deve inserirsi in una squadra che pensa e si muove come un corpo unico. L’obiettivo a cui deve tendere un allenatore non è altro che quello di creare un sistema dinamico di posizioni ben definite, in modo che ogni giocatore, quando ha il pallone tra i piedi, conosca in anticipo il posizionamento dei compagni e possa distribuire la palla più velocemente dando all’avversario la sensazione che il campo sia troppo largo e troppo lungo per essere difeso".

La squadra va tuttavia anteposta al virtuosismo della giocata individuale.

"Il dribbling - afferma spesso - è la negazione dell'efficacia di un sistema di gioco".

Alla gara del 24 maggio 1995 è legato anche un celebre aneddoto legato al tecnico olandese e da lui stesso raccontato.

"Abbiamo vinto 1-0, ma avremmo dovuto avere un rigore per un pericoloso intervento a gamba tesa su Litmanen. - ricorderà Van Gaal - Ero arrabbiato, quindi feci una mossa di karate a bordo campo, poco distante dalla faccia del quarto uomo. Volevo mostrargli cosa era successo a Litmanen. Sarebbe dovuto essere rigore, ma l’arbitro non fischiò il penalty. In quel momento, realizzai che ciò che fa un manager a bordo campo non potrà mai influenzare l’arbitro. Ho realizzato che bisogna controllare la propria passione. Conosco molti tifosi a cui piacciono i manager che si mostrano arrabbiati e l’altra sera a Newcastle mi sono arrabbiato quando Jesse Lingard ha sprecato una buona occasione".

Van Gaal e l'Ajax potrebbero fare il bis continentale nel 1995/96, tuttavia nella finale di Roma è la Juventus di Lippi a regalare allo stratega olandese la prima grande delusione della sua carriera, imponendosi ai rigori per 5-3. Il ciclo di grandi successi con l'Ajax si chiude per lui nel 1997, quando, dopo aver rescisso il suo contratto dai Lancieri, riceve il titolo onorifico di 'Cavaliere dell'ordine di Orange-Nassau'.

L'ESPERIENZA AL BARCELLONA

La seconda esperienza da allenatore del santone olandese lo vede alla guida del Barcellona per tre stagioni, dal 1997 al 2000. Van Gaal eredita la panchina da Bobby Robson e, affiancato da José Mourinho fino al 1999,  porta le sue idee calcistiche in Catalogna. Fa praticare ai blaugrana un 2-3-2-3 e ottiene buoni risultati, vincendo per due volte consecutive la Liga spagnola (1997/98 e 1998/99) e una volta la Copa del Rey (1997/98).

Nel suo primo anno conquista anche la seconda Supercoppa europea del suo palmarès sconfiggendo il Borussia Dortmund (2-0 e 1-1 i risultati nelle due gare). È tuttavia osteggiato dalla stampa spagnola, che non ama i suoi metodi, e fortemente criticato. Lui non nasconde le difficoltà culturali e ammette che non è semplice convincere alcuni dei suoi giocatori ad accettare le sue disposizioni tattiche. 

In tal senso si scontra con il campione brasiliano Rivaldo: lui vorrebbe che giocasse da ala sinistra, il giocatore, invece, preferisce partire da posizione centrale e non lo nasconde. Quando un tifoso lo attacca apertamente, lui replica:

"Io sono l’allenatore, lei non è nessuno, perché se fosse qualcuno starebbe al mio posto. Solo io so come questa squadra deve giocare, perché io l’ho creata".

Ma il 20 maggio 2000 lascia la squadra, dopo aver perso il duello Scudetto con il Deportivo La Coruña e non essere riuscito a conseguire nessuno degli obiettivi fissati dalla società (Supercoppa di Spagna persa col Valencia, eliminazione in semifinale in Champions e in Copa del Rey).

I suoi detrattori esultano, lui allora in conferenza stampa saluta con una frase passata alla storia:

"Amici della stampa, - dichiara in spagnolo - io me ne vado. Congratulazioni".

Louis Van Gaal, BarcelonaGetty

Torna di nuovo nel 2002/03 e fin dal calciomercato estivo sono scintille fra l'olandese e i giocatori. La prima mossa è quella di dare il benservito a Rivaldo, che viene svincolato a parametro zero nonostante gli manchi un anno alla scadenza del contratto e di prendere al suo posto Juan Román Riquelme. 

"Van Gaal è la causa principale della mia partenza. - afferma l'ex Pallone d'Oro - Non mi piace Van Gaal, e sono sicuro che io non piaccio a lui".

La replica del tecnico olandese non tarda ad arrivare:

"Il motivo dello svincolo di Rivaldo è la sua mancanza di impegno, - replica - è interessato soltanto a riposare e a fare più soldi. Nel 1999 è stato premiato come miglior giocatore in Europa, ma da allora non si è comportato bene e non ha avuto una condotta che si addice a un calciatore. Chiedeva di riposare quando si avvicinavano le partite importanti di Champions League, dando priorità agli impegni con il Brasile, come dimostra la finale dei Mondiali 2002". 

Mentre Rivaldo però vincerà la Champions League con il Milan, la stagione del Barcellona è fallimentare: sia Riquelme, sia gli altri acquisti, Enke e Mendieta deludono le attese. Il 28 gennaio 2003, con la squadra 12ª in classifica con appena 3 punti sopra la zona retrocessione, Van Gaal e il club catalano si separano consensualmente.

L'AZ E I BIENNI AL BAYERN E AL MANCHESTER UNITED

Nell'ottobre 2003 lo stratega di Amsterdam fa ritorno all'Ajax come Direttore tecnico, in sostituzione ancora una volta di Leo Beenhakker, ma l'esperienza è molto breve: dopo circa un anno, il 20 ottobre 2004 rassegna le dimissioni per un conflitto interno insanabile con Ronald Koeman.

Nell'estate 2005 accetta la proposta dell'AZ Alkmaar, la squadra con cui aveva chiuso l'esperienza da giocatore e iniziato quella da tecnico, e subentra in panchina a Co Adriaanse.

"La mia è una filosofia calcistica più che un sistema. - dichiara a 'FIFA.com' - Un sistema dipende dai giocatori che hai. Io invece ho usato il 4-3-3 con l'Ajax, il 2-3-2-3 con il Barcellona e posso utilizzare il 4-4-2 con l'AZ. Sono flessibile. La filosofia, però, rimane la stessa".

Guidare una squadra non di primo livello lo intriga, e lo stratega olandese riesce ancora una volta a costruire in ottica futura, portando l'AZ al 2° storico Scudetto della sua storia nella stagione 2008/09, 28 anni dopo il primo.

Ritenuto concluso il suo compito, il 30 giugno 2009 lascia il club e si accasa al Bayern Monaco, con i bavaresi che danno 2 milioni di euro al club olandese per liberare l'allenatore. Sul calciomercato la prima mossa è l'acquisto dal Real Madrid del connazionale Robben, che farà le fortune del club. L'esperienza in Baviera è però contrastante per Van Gaal, che vincrà senza convincere mai appieno, anche per il rapporto molto difficile con alcuni suoi giocatori. 

"Non voglio dire che sia stato l'allenatore peggiore della mia carriera, anzi, era davvero stimolante. - ha detto l'argentino Demichelis a 'La Nación' - Da lui si imparava molto. Però era completamente pazzo. Una volta eravamo in vantaggio 3-0 a fine primo tempo. Negli spogliatoi Van Gaal cominciò a insultarci tutti senza motivo: 'Siete un disastro, siete terribili', urlava. Io, in quanto capitano, dovetti intervenire. 'Ora basta con gli insulti, un po' di rispetto per favore'. Dopo quella sfuriata disputai un pessimo secondo tempo. Il giorno dopo venne da me e mi disse che non dovevo più immischiarmi".

L'avvio della stagione 2009/10 è però deludente, la squadra è sull'orlo dell'eliminazione alla fase a gironi di Champions e l'allenatore olandese è a rischio esonero. Ma chiede e ottiene tempo, e avrà ragione lui. Con una grande rimonta, a fine stagione sarà il primo manager olandese ad aver vinto Bundesliga e Coppa di Germania. In Champions League arrivano fino alla finalissima, dove però è l'ex suo allievo Mourinho a dare scacco matto a Van Gaal con l'Inter.

Van Bommel, Van Gaal and Robben, Bayern MünchenGetty

Fra i meriti ci sono il lancio di giovani talenti come Thomas Müller e Badstuber, e l'arretramento del raggio d'azione di Schweinsteiger, mentre fra i giocatori con cui i rapporti sono più difficili ci sono Miroslav Klose l'italiano Luca Toni, protagonista l'anno precedente con il suo predecessore Hitzfeld e ceduto a gennaio alla Roma. 

"Una volta negli spogliatoi radunò tutti, - racconterà il centravanti modenese alla 'Bild' - si calò i pantaloni e le mutande e ci disse di non avere paura a sostituire nessuno, poiché lui aveva 'le palle’… Non ero in prima fila, ricordo che era una scena da pazzi, ma non ho visto tutto in maniera nitida… Ed è capitato anche che mi offendesse, prendendomi per il collo, urlando senza sosta". 

Divenuta impossibile la convivenza, la cessione diventa inevitabile:

"Toni? A colazione perdeva troppo tempo. - dirà dal canto suo Van Gaal - Lo ripresi per questo. Mancava di rispetto a tecnico e compagni e non potevo accettarlo".

Nella seconda stagione inizia vincendo la Supercoppa tedesca e prolunga il contratto biennale, ma il 10 aprile 2011, perso il 3° posto in Bundesliga, viene esonerato dalla dirigenza bavarese.

Dopo essersi occupato a lungo della Nazionale olandese, dopo i Mondiali 2014 firma un triennale con il Manchester United. Al suo fianco sceglie Ryan Giggs come suo assistente, Marcel Bout come assistente allenatore, specializzato nello scouting degli avversari, e Frans Hoek come allenatore dei portieri.

"Louis era diverso - racconterà il gallese al podcast Greatest Game di Jamie Carragher - era una figura molto dominante. La prima volta che l’ho incontrato mi ha preso a pugni allo stomaco.Andai a conoscerlo, avevamo una lista di giocatori da valutare. Sono arrivato nel suo hotel, ha aperto la porta, mi ha guardato da capo a piedi e prima di andarmene mi ha detto: ‘Sei in buona forma!’, e mi ha dato un pugno sullo stomaco.  È stata anche dura e non sapevo cosa fare. Avrei potuto restituirgli il pugno, ma probabilmente sarei rimasto senza lavoro. Era uno molto diretto, si prendeva cura del suo staff e dei suoi giocatori ed era davvero una brava persona anche se molto eccentrica".

De Gea van Gaal Manchester United FA Cup 21052016

Il santone olandese è protagonista di una campagna acquisti faraonica, con 130 milioni di euro spesi e il colpo Angel Di Maria, ma a fine anno i titoli, per dirla alla Mourinho, saranno zero. Il 4° posto finale, tuttavia, consente alla squadra di qualificarsi ai preliminari di Champions League. L'esperienza nella Champions League 2014/15 è però deludente, con gli inglesi terzi nel girone, retrocessi in Europa League ed eliminati agli ottavi.

Vince l'FA Cup, battendo 2-1 in finale il Crystal Palace, e diventa uno dei due allenatori, assieme proprio a Mourinho, ad esser stato capace di conquistare 4 Coppe Nazionali in 4 Paesi diversi. Tuttavia il 5° posto in Premier League e la mancata qualificazione alla Champions porta il club rossonero ad esonerare l'olandese e a rimpiazzarlo con lo 'Special One'. L'11 marzo 2019, tre anni dopo l'ultima esperienza da allenatore, annuncia il suo ritiro dal calcio all'età di 67 anni, per poter essere più vicino alla sua famiglia.

"Mia moglie ha smesso di lavorare ventidue anni fa per starmi accanto - spiega ad 'AS' - e accompagnarmi nel mio lavoro all'estero. Le dissi che mi sarei ritirato a 55 anni. Ora, in realtà, ne ho 65 e proprio non posso continuare. Come allenatore ho già compiuto qualsiasi impresa raggiungibile su una panchina".

Ma il richiamo della panchina è troppo forte, e così il 4 agosto 2021 torna per la terza volta nel ruolo di Commissario tecnico dell'Olanda.

TRE VOLTE CT. DELL'OLANDA

Se a livello di club la carriera di Van Gaal è stata ricca di gloria, altrettanto si può dire di quella con la Nazionale arancione, sebbene non riuscirà a conquistare un grande trofeo internazionale. Lo stratega di Amsterdam ricopre il ruolo di Ct. in tre periodi differenti.

La prima volta è nel 2000/01. La Federazione punta su di lui per costruire una squadra vincente in vista dei Mondiali 2002, ma l'operazione fallisce, e il 30 novembre 2001 Van Gaal è sostituito da Dick Advocaat.

Allenare la Nazionale è tuttavia fra i suoi obiettivi, così Louis ci torna dopo 10 anni nel 2012. Qualifica la squadra ai Mondiali 2014 in Brasile, e in terra sudamericana, sebbene il Ct. annunci il suo addio a fine manifestazione, gli Arancioni sono grandi protagonisti.

Louis van Gaal and Tim KrulGetty

L'Olanda debutta con una storica vittoria per 5-1 sulla Spagna campione del Mondo in carica. Vince il suo girone e si qualifica agli ottavi, dove elimina anche il Messico. Nei quarti l'avversario si chiama Costa Rica ed è in quell'occasione che Van Gaal passa nuovamente alla storia con una mossa inaspettata per i più.

Dopo un pareggio senza goal, nei tempi supplementari il tecnico olandese sostituisce al 120' il portiere titolare Cillessen con il dodicesimo Krul, che nella serie di tiri dal dischetto para due rigori, portando i Paesi Bassi in semifinale. Meno fortunata è la sfida successiva con l'Argentina: i rigori sorridono stavolta all'Albiceleste e Van Gaal e i suoi giocatori devono dunque accontentarsi del 3° posto finale, dopo aver battuto con un sonoro 3-0 il Brasile padrone di casa nella finalina.

Lasciata nuovamente la Nazionale al termine della competizione, nonostante abbia già annunciato il ritiro dalle scene, decide di rimettersi in gioco e ad accettare ancora il ruolo di Commissario tecnico.

Lo stratega antipatico avrà il compito di risollevare la Nazionale dei Paesi Bassi ai Mondiali in Qatar dopo la cocente eliminazione ai quarti di finale di Euro 2020 contro la Repubblica Ceca. Proverà a dimostrare che la sua filosofia offensiva non è 'invecchiata' e può essere ancora una volta vincente, per poi lasciare spazio a Ronald Koeman a partire dal 1° gennaio 2023 e concentrarsi a pieno sulle cure per guarire dal cancro alla prostata che gli è stato diagnosticato tempo fa.

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