Quello che sta vivendo la Juventus è un momento che, solo fino a pochi giorni fa, in pochi avrebbero immaginato. A scatenare un autentico terremoto, che ha portato alle dimissioni in blocco di tutto il CdA e posto fine all’era Andrea Agnelli, è stata l’indagine relativa ai conti della società tra il 2018 ed il 2021.
I pm, attraverso una serie di intercettazioni, hanno ricostruito il ‘modus operandi’ dei dirigenti bianconeri e nelle ultime ore sono stati diversi gli organi di stampa che hanno pubblicato alcuni estratti raccolti dal pool di magistrati dell’inchiesta denominata Prisma.
Tra essi anche quello di un colloquio tra Stefano Bertola, ex direttore finanziario della Juventus, e Federico Cherubini, avvenuto in un ristorante del centro di Torino.
“In 15 anni ricordo solo una situazione così brutta, Calciopoli - ha spiegato l’ex dirigente bianconero - Lì ci davano addosso tutti, qui ce la siamo creata noi”.
Come si può leggere su ‘La Gazzetta dello Sport’, Cherubini ha avvertito Fabio Paratici che si stava esagerando con le plusvalenze “Spinto troppo in là una modalità lecita” e che bisognava abbandonare quelle artefatte per tornare a quelle sane.
Verrebbe quindi confermato il modo di operare della Juventus, con l’ex ds Paratici che si sarebbe giustificato spiegando “mettere 4 o 8 in uno scambio è uguale, vammelo a dimostrare”.
Un mail del 18 novembre 2020 di Bertola indirizzata al presidente Agnelli, confermerebbe inoltre che il sistema era noto a tutti nel club e con la stessa si chiedeva una “Riduzione stipendi e plusvalenze sono operazioni chiave per la messa in sicurezza”.
Un’ultiore conferma arriverebbe dalle parole di Stefano Cerrato che, parlando dello scambio Aké-Tongya con il Marsiglia, riferendosi alla Consob ha spiegato “Tanto la supercazzoliamo”, commentando poi l'operazione Arthur-Pjanic con un “Penso che sarebbe opportuno dargli un riferimento di principio contabile o di qualcosa, cioè posso io supercazzolarli in modo più raffinato?”.


