Aaron Ramsey Juventus 2020-2021Getty Images

Juventus: Aaron Ramsey è un problema

Senza girarci attorno: Aaron Ramsey per la Juventus è un problema. E nemmeno di poco conto. Del giocatore tanto ammirato all'Arsenal, finora, a Torino s'è visto poco per non dire niente. Un solo match degno del faraonico ingaggio percepito - circa 7 milioni netti annui - ovvero quello andato in scena l'8 marzo 2020 contro l'Inter: rete e assist. Dopodiché, il nulla, o quasi. 

In chiave progettuale, dall'alto di un bagaglio tecnico riconosciuto universalmente ai tempi dei Gunners, il gallese sarebbe dovuto diventare l'epicentro tecnico del centrocampo bianconero.

La realtà, invece, propone tutt'altro copione: 61 presenze e 6 goal in (oltre) un anno e mezzo di militanza in Italia. Apparentemente un rendimento come molti altri, ma che invece va contestualizzato pragmaticamente.

Il rapporto spesa-produttività, allo stato attuale delle cose, s'è rivelato altamente deludente. Certo, alla Continassa hanno sfruttato le potenzialità del Decreto crescita, ma l'emolumento resta dei più ingombranti.

Un legame che andrà in scadenza il 30 giugno 2023 e che, inoltre, ha visto il club bianconero sostenere oneri accessori per 3,7 milioni. Insomma, un parametro zero extra lusso. Che, ora, la Juve non più permettersi: per efficacia e, soprattutto, prospettive.

Il primo tecnico ad aver allenato il calciatore britannico in Italia, Maurizio Sarri, ha subito compreso come la fragilità atletica fosse parte integrante del suo curriculum. Così come anche Andrea Pirlo, recentemente, ha analizzato con somma lucidità la situazione:

"Aaron ha problemi fisici e non riesce a dare continuità alle prestazioni perché ogni 2-3 partite si deve fermare. In passato ha avuto grossi problemi che l'hanno tenuto lontano dal campo per mesi. Lui però è un giocatore talmente intelligente che quando è disponibile diventa prezioso perché sa far giocare bene la squadra e gioca bene lui. Ha soltanto questa debolezza fisica che lo costringe a restare fuori ogni tanto".

E gli strascichi di questa condizione approssimativa, eufemismo, Ramsey se li è trascinati in Champions League contro il Porto: battute conclusive al do Dragão, 60' al piccolo trotto allo Stadium.

Due gare in cui l'8 juventino sarebbe dovuto salire di tono e che, invece, malinconicamente hanno messo a nudo una storia destinata a giungere al capolinea. Ammesso, e non sarà semplice, che qualcuno decida di accollarsi uno stipendio - folle - ai tempi del Covid.

L'attualità, inoltre, non dà molte speranze in vista del prosieguo di stagione. Altro giro, altro infortunio: lesione di basso grado del muscolo retto femorale della coscia sinistra. In parole povere, appuntamento dopo la sosta per le nazionali.

Un colpo fallimentare sul piano del progetto sportivo, mortale per quanto concerne il bilancio. Alla fine, come sempre in questi casi, resteranno i rimpianti sul doppio binario: ciò che è, ciò che non è stato. E Ramsey, appunto, non è stato. 

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