Come da programma, Filip Kostic è rientrato questa mattina alla Continassa. Le condizioni del serbo, che non ha preso parte alla sfida contro il Montenegro, gara valida per il secondo turno del girone G delle qualificazioni a Euro 2024, sono state valutate in giornata dallo staff medico della Juventus.
La versione ufficiale del c.t. Dragan Stojkovic: “Kostic ha un’infiammazione al tendine d’Achille, non c’è bisogno di correre rischi”. Ragion per cui, in vista dell’imminente sfida tra la Vecchia Signora e il Verona, è sorto qualche qualche dubbio circa la presenza del 17 bianconero.
D’altra parte, a suon di prestazioni, l’ex Eintracht a Torino è diventato rapidamente una pedina imprescindibile: 38 presenze condite da 3 goal e ben 11 passaggi decisivi.
Dopo aver effettuato gli esami del caso, non è stata evidenziata alcuna lesione: il giocatore sarà quindi a disposizione per Juventus-Verona.
Una macchina da assist. Il piatto forte della casa, sì, ma senza sottovalutare la completezza del profilo. In quanto FK sa abbinare nel migliore dei modi il binomio quantità-qualità, il tutto profondendo professionalità ai massimi livelli.
Un investimento azzeccato, eccome, considerando le cifre folli che abbracciano usi e costumi del calciomercato moderno. In parole povere, 12 milioni – pagabili in tre esercizi – più eventualmente altri 3 di bonus assomigliano tanto a un affarone.
Non che alla Continassa avessero dubbi, dal momento che da quelle parti hanno seguito attentamente nel tempo l’evoluzione del calciatore.
Quindi, l’offensiva decisiva, ripagata con contributi di livello assoluto e con la netta sensazione che – nel picco di maturità professionale – i margini di miglioramento siano dietro l’angolo. Tradotto: anche a 30 anni si può crescere. E Kostic ne è un chiaro esempio.
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