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Giroud ancora decisivo: nel 2018 vinse i Mondiali senza tirare in porta

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I tifosi del Milan sono ormai abituati, allo stesso modo di quelli della Francia: Olivier Giroud si è girato, ancora una volta, e lo ha fatto - guarda caso - in un match decisivo, per di più dei Mondiali, dove il sogno di bissare il trionfo di Russia continua con la semifinale raggiunta contro il Marocco, a sua volta protagonista di una favola in piena regola.

Ma torniamo a Giroud e alla sua abilità di incidere quando più conta: il colpo di testa che ha trafitto Pickford e fatto fuori l'Inghilterra è stata la quarta gemma personale in questa edizione qatariota, secondo giocatore con oltre 36 anni di età a riuscirci (nel 1990 il camerunese Roger Milla di primavere ne aveva addirittura 38).

Insomma, Giroud è come il buon vino, che migliora col passare del tempo e strappa consensi da tutti i sommelier. O sarebbe meglio dire da tutti gli addetti ai lavori: in primis da Didier Deschamps, che non ha avuto dubbi nel promuoverlo a titolare dopo il forfait di Karim Benzema, che ad un certo punto sembrava addirittura poter clamorosamente tornare in gruppo per sfatare finalmente la maledizione mondiale.

Giroud ha invece subito scacciato il 'fantasma' del Pallone d'Oro 2022 con il metodo che più gli si addice, quello dei goal, non limitandosi al semplice compitino ma permettendosi addirittura di entrare nella leggenda del calcio transalpino: ora sono 53 i goal realizzati con 'Les Bleus', due in più di Thierry Henry, già staccato agli ottavi contro la Polonia con l'ennesima girata della sua carriera.

Numeri che possono ancora essere ritoccati verso l'alto, a partire dalla semifinale inattesa col Marocco: squilibrata sulla carta, anche se in questi Mondiali abbiamo imparato bene il concetto di 'sorpresa' e l'importanza di non sbilanciarsi troppo prima di una partita, poiché i ribaltoni sono sempre dietro l'angolo.

Lo stesso Giroud forse ancora sorride al pensiero di Russia 2018, l'antitesi perfetta di Qatar 2022: allora si laureò campione del mondo senza segnare o, ancora meglio, senza tirare mai in porta, aspetto che non gli risparmiò più di qualche critica e accostamento al carneade Guivarc'h, trionfatore nel 1998 in Francia con il numero 9 sulle spalle e nessuna rete all'attivo nonostante le sei presenze raccolte.

La straordinarietà del lavoro svolto dall'attaccante del Milan sta nel fatto che, attualmente, sarebbe folle pensare ad una Francia senza il suo apporto, paragonabile a quello offerto da Kylian Mbappé, capocannoniere dei Mondiali con cinque goal e con il quale si profila una sfida in famiglia per lo scettro dei bomber, Lionel Messi - anch'egli a quota quattro come Giroud - permettendo.

Congedarsi dalla rassegna iridata (nel 2026 avrà la bellezza di 40 anni) con un'altra medaglia d'oro sarebbe il massimo per Giroud, passato dall'essere un bomber di scorta allo status di imprescindibile grazie ad una vera e propria seconda giovinezza. Nel segno della 'girata', incubo di tutte le difese avversarie.

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