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Gianluigi Buffon: storia di un campione senza età

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"Se non esistesse nulla di eterno, neppure il divenire sarebbe possibile”.

Dietro la contemplazione di Aristotele ci sarebbe da perdere la testa. Una mente raffinata, innovativa, influente per vastità e profondità di contenuti. E dietro una citazione, a libera interpretazione, anche il calcio può sfociare nel suo perché. Con, in questo caso, Gigi Buffon in prima linea. Che, oggi, festeggia 43 primavere. E che, soprattutto, appare sempre più intramontabile.

Lo dice la sua storia. Ma lo ribadisce anche l'attualità, con SuperGigi ancora vispo e decisivo. Titolare ieri sera nella sfida di Coppa Italia contro la SPAL, con conseguente passaggio in semifinale, il portiere carrarino non intende minimamente decelerare. Perché, poi, lo dovrebbe fare? Per questioni d'età? Numeri. Per lui.

Autore di 7 presenze stagionali, l'estremo difensore toscano mette nel mirino un'altra stagione. Intendiamoci, nulla né di deciso né di definito, ma la sensazione è che tutti gli indizi stiano portando a un prolungamento annuale. Questione di stima reciproca con la società, ma anche di prestazioni da non sottovalutare. Con Barcellona, in tal senso, ad aver fatto recentemente scuola.

Il quadro complessivo, d'altro canto, non fornisce la benché minima preoccupazione. Il titolare si chiama Wojciech Szczesny che, tanto per non perdere le buone abitudini, contro Napoli e Bologna ha palesato tutta la sua importanza a suon di interventi provvidenziali.

Dopodiché, ecco Gigi. Fisicamente tirato a lucido, mentalmente pimpante, con un ruolo da (assoluto) protagonista nello spogliatoio. Insomma, un punto di riferimento per il club e Andrea Pirlo, che con il fuoriclasse toscano ha sempre avuto un ottimo rapporto dentro e fuori il rettangolo di gioco.

Buffon si gode l'avventura, e che avventura, senza fare progetti. Il tutto, gustandosi attimo per attimo. La voglia è quella del ragazzino di sempre che, con talento e sfrontatezza, il 19 novembre 1995 esordiva in Serie A. A oltre 25 anni dal debutto, quindi, non è cambiato niente. Certo, qualche fisiologico acciacco in più, ma con le motivazioni costantemente alle stelle.

Gigi si sente tutto fuorché al capolinea e, pure per questo motivo, dovrebbero vigere pochi dubbi sul fatto che il cammino leggendario sia destinato a proseguire. Percezioni, segnali, volontà. Con gli uomini della Continassa dedicati al ringiovanimento dell'organico, sì, ma senza accontanare il fattore esperienza sul binario certezza.

"Ho deciso di tornare. Perché quando la tua famiglia chiama non si può non rispondere "presente". Inizia un nuovo sentiero del mio lungo viaggio. Torno nel luogo che da sempre amo definire "casa" e lo faccio con immutato coraggio, sconfinato affetto e incredibile determinazione.  È un nuovo inizio. Per certi aspetti diverso da ciò che è stato, ma ricco delle stesse emozioni e della stessa gioia. Torno a Torino perché so di poter essere utile. Torno perché l'invito di una Signora non si può rifiutare. Torno perché questa è casa mia!"

Buffon aveva spiegato così il suo rientro alla base dopo un'effimera esperienza, ma formativa, vissuta al PSG. Provare qualcosa di nuovo per ampliare la mente e, al tempo stesso, comprendere i punti fermi della vita: lavorativa e non. Con la Juve, da sempre e per sempre, nel cuore di un campione senza età. 

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