GOALA Gianluca Lapadula nessuno ha mai regalato niente. Mai. Tanto lavoro, tanto sudore, tanta pazienza. Con grande carattere, infatti, il centravanti del Cagliari ha saputo costruire una carriera di livello, culminata recentemente nella convocazione con la nazionale peruviana e il pass per gli spareggi Mondiali ottenuto proprio grazie a una rete realizzata dall'attaccante ex Pescara (spareggi poi persi contro l'Australia). Insomma, un bel regalo arrivato nel dunque della maturità calcistica.
I saggi dicono che non sia mai troppo tardi. Ed è proprio così. Lo sa bene il ragazzo cresciuto a Torino che, con determinazione e abnegazione, ha saputo sfruttare il momento. Passando dalla gavetta della provincia all'élite nostrana. Il tutto gustandosi il percorso sempre con il sorriso stampato sul volto.
Papà pugliese e mamma nata in Perù, Lapadula è cresciuto all'interno di una famiglia perbene che ha saputo inculcargli i giusti valori. Con, a fare da contorno, la passione per il calcio. Diventata, così, una professione.
Con un passato nelle giovanili della Juventus, Gianluca da quelle parti ha saputo fare un po' di tutto: portiere, trequartista, centrocampista e, poi, l'attaccante. Già, proprio un'esperienza tra i pali. Svelata in un'intervista rilasciata alla 'Gazzetta dello Sport':
"Da bambino, nel vivaio della Juventus, giocavo portiere, intrigato dai racconti di mio padre che aveva quel ruolo nei campionati dilettantistici. Poi sono diventato trequartista e seconda punta con Del Piero mio campione preferito".
Nel mito di Alex. E non potrebbe essere diversamente considerando come Lapadula sia cresciuto in bianconero, sognando la grande opportunità. Che è arrivata, eccome, ma non all'ombra della Mole.
Un tragitto lungo, tortuoso, fatto di momenti belli ma anche difficili. Spediti, quest'ultimi, nel dimenticatoio con un atteggiamento volitivo e famelico. In definitiva, Lapadula voleva diventare un calciatore professionista e ha centrato la missione.
Chi ha avuto modo di vedere Lapadula all'opera tra i pali, sebbene all'interno di un percorso altamente sperimentale, lo descrive come un portierino niente male dotato soprattutto di grande istinto. Le vie del calcio, fortunatamente, hanno portato il calciatore italiano naturalizzato peruviano ad affermarsi come punta. E ora, i frutti, se li gode il Cagliari.
Vivere per il goal, sì, ma senza dimenticare il passato. Anche quello, effimero, trascorso in porta. Appunto, tutta esperienza.
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