Nel suo Paese d'origine è considerato un'autentica leggenda del calcio. Tanto che se chiedeste ai bulgari chi sia stato per loro il miglior calciatore bulgaro di ogni tempo, con enorme sorpresa, non sentireste pronunciare il nome di Hristo Stoichkov, bensì quello di Georgi Asparuhov, talvolta scritto anche Asparukov, all'occidentale, sulla base della pronuncia del suo cognome.
Attaccante agile e veloce, dotato di grandi mezzi fisici, Asparuhov aveva un grande fiuto del goal e ha dominato le scene del calcio bulgaro per un decennio, imponendosi anche ad alti livelli in Europa con il Levski Sofia a livello di club e nella Bulgaria, con cui ha preso parte a tre edizioni dei Mondiali, quelli del 1962 in Cile, quelli del 1966 in Inghilterra e quelli del 1970 in Messico. Inseguito vanamente da Milan e Benfica, disposti a dargli una mano per consentirgli di lasciare il Paese natio, troverà la morte a soli 28 anni in un grave incidente stradale.
Di recente 'Gundi', come veniva soprannominato, è stato eletto dal suo popolo 'Miglior calciatore bulgaro del XX secolo', riconoscimento che prova la stima riposta dai bulgari nei suoi
UN CALCIATORE STRAPPATO ALLA PALLAVOLO
Nato a Reduta, un sobborgo residenziale di Sofia il 4 maggio 1943, Asparuhov rivela già in età scolare i suoi mezzi atletici superiori alla media. Alto e slanciato, ha un'agilità e un'elevazione sorprendente. Comincia a giocare regolarmente a calcio e a pallavolo, eccellendo in entrambi gli sport.
All'età di 15 anni si presenta con il padre per sostenere un provino per il Levski Sofia, la squadra per cui fa il tifo. A vederlo all'opera c'è Konstantin Georgiev, tecnico dell'Under 16, che resta a bocca aperta di fronte alle capacità del ragazzo e dice al suo papà:
"Questo ragazzo è un calciatore nato. Non c’è nulla che possiamo insegnargli”.
Così Georgi entra nel Settore giovanile del Levski, e dopo aver vinto 2 titoli bulgari giovanili, a soli 17 anni debutta in Prima squadra in una partita contro il Botev Plovdiv, una squadra che sarà ricorrente nella sua carriera. Per il fisico atletico e la statura (un metro e 84 centimetri per 76 chilogrammi) inizialmente è schierato come difensore centrale.
Pur giocando dietro, trova il primo goal già alla seconda partita ufficiale, mostrando subito le sue attitiduni offensive. Accetta comunque la posizione in campo che gli viene assegnata e spesso si lancia in discese palla al piede, venendo di frequente steso dagli avversari.
Il calcio però non lo entusiasma, e anche la frequenza dei falli che subisce lo induce a riflettere. Torna forte la passione per la pallavolo, sport che ama quanto il calcio e che a differenza di quest'ultimo non prevede il contatto e gli consentirebbe di preservare le articolazioni, benché i guadagni siano molto diversi.
Durante la fase di riflessione però arriva la svolta che cancella ogni dubbio: siamo all'inizio degli anni Sessanta e Asparuhov è infatti convocato nelle giovanili della Bulgaria per un torneo in Austria. Gioca sempre da centrale difensivo, confermando le sue qualità fisiche. In una gara però succede qualcosa di eccezionale: segna un goal da distanza siderale, calciando in maniera perfetta quasi da centrocampo.
Tutti restano a bocca aperta e capiscono che il ragazzo va schierato da attaccante, mentre lui scioglie le riserve sul fatto che diventerà un calciatore. Con sommo rammarico del coach della Nazionale bulgara di pallavolo, che dirà:
"La Bulgaria ha perso probabilmente il più forte pallavolista della propria storia".
LA CARRIERA E I "NO" A MILAN E BENFICA
Diventato ufficialmente centravanti nel 1961/62, 'Gundy' inizia la stagione con il Levski, e conferma che quello è il suo ruolo, visto che segna 4 goal nelle prime 7 gare. A spezzare l'entusiasmo è il Servizio di leva, che il calciatore è chiamato a svolgere per il suo Paese. Lo attendono due anni di marce ed esercitazioni.
Deve frequentare la scuola militare dei 'nemici' del CSKA, che gli fanno giocare anche un'amichevole, pur, clamorosamente, bocciandolo. Anche nell'esercito capiscono comunque che il talento del ragazzo non può essere gettato al vento, così si trova un escamotage. Asparuhov svolge il servizio militare nella piccola cittadina di Vratsa, e al contempo gli è permesso di allenarsi e di continuare a giocare regolarmente a calcio con il Botev Plovdiv, la squadra più importante della zona.
Il Botev solitamente navigava nelle zone basse della classifica della Serie A bulgara, tuttavia con l'arrivo di Asparuhov inizia a competere per le prime posizioni e si aggiudica subito la Coppa di Bulgaria, che le consente di accedere nella stagione successiva alla Coppa delle Coppe. Nel 1962/63 il piccolo club ottiene quindi uno storico 2° posto in campionato, nel quale lascia indietro anche il Levski, e si fa valere in Europa, dove Asparuhov ha la sua definitiva consacrazione.
Il Botev Plovdiv è infatti protagonista di una cavalcata fino ai quarti di finale, trascinato naturalmente dai goal del suo bomber. A farne le spese sono la Steaua Bucarest (sconfitta per 3-2 in Romania, vittoria per 5-1 al ritorno) e gli irlandesi dello Shamrock Rovers (vittorie per 4-0 in Bulgaria e 1-0 fuori casa). Troppo forte si rivela invece l'Atletico Madrid, che pareggia 1-1 in Bulgaria e poi travolge 4-0 Asparuhov e compagni in casa.
Ma tutti hanno visto il talento di quel giovane bulgaro, che alla prima esperienza nelle Coppe europee si laurea subito capocannoniere della Coppa delle Coppe assieme all'inglese del Tottenham Jimmy Greaves con 6 goal totali.
Intanto l'attaccante debutta con la Bulgaria il 5 maggio 1962 contro l'Austria in amichevole, e successivamente fa parte della rosa per i Mondiali in Cile. 'Gundi' gioca due gare, la seconda del girone contro l'Ungheria e la terza contro l'Inghilterra. Nonostante per la squadra bulgara sia un turneo disastroso, chiuso con una sconfitta con l'Argentina, una batosta 6-1 con l'Ungheria e un onorevole pareggio senza goal con gli inglesi, l'attaccante si mette in evidenza con alcune belle giocate.
Adempiuti gli oneri militari, Asparuhov può tornare al Levski nel 1963 per vivere stagioni di grandi successi. Il club costruisce attorno al suo uomo di punta una grande squadra di cui Asparuhov è il terminale offensivo ma anche un centrocampista aggiunto, viste le doti fisiche e la grande mobilità.
Con 'La Valanga Blu' Asparuhov vince 3 campionati bulgari (nel 1965, nel 1968 e nel 1970) e 4 Coppe di Bulgaria (1959, 1967, 1970, 1971) ed è inoltre protagonista di significative campagne europee.
Straordinaria è per l'attaccante la stagione 1964/65, che con 25 reti in 27 gare lo vede trascinare la squadra al titolo nazionale di dopo un'astinenza di ben 12 anni e vincere il titolo di capocannoniere del campionato bulgaro. Nel 1965/66 'Gundi' disputa per la prima volta la Coppa dei Campioni.
Al primo turno i bulgari eliminano facilmente gli svedesi del Djurgarden, ma agli ottavi vengono abbinati al forte Benfica di Eusebio. Il Levski in casa blocca le Aquile sul 2-2, mentre al ritorno, a Lisbona, cede di misura per 3-2, venendo eliminato con onore al termine di una gara molto tirata. I due goal bulgari in Portogallo li realizza naturalmente Asparuhov, che diventa il primo calciatore di una squadra straniera a realizzare una doppietta al 'Da Luz'.
Intanto la Bulgaria lotta nelle qualificazioni per conquistare un posto ai Mondiali del 1966. Asparuhov e compagni si giocano tutto nello spareggio contro il Belgio di Paul Van Himst. Si gioca a Firenze il 29 dicembre 1965. Vince la Bulgaria 2-1, il mattatore è sempre lui, Asparuhov, che con una doppietta trascina la sua Nazionale ai Mondiali.
La prima rete è un bel colpo di testa, il bis una staffilata d'esterno destro, dopo aver controllato alla perfezione un lancio lungo. E come se non bastasse, altre due volte colpisce la traversa: la prima con un colpo di testa in tuffo, la seconda con una bordata dai 20 metri. Una prestazione eccellente, che lascia esterrefatti i tecnici e i dirigenti di molti club italiani presenti in tribuna.

Asparuhov finisce nel mirino di diverse società, ma non lascerà mai il suo Paese. Intanto alla fine del 1965 'Gundi' entra in graduatoria per il Pallone d'Oro, piazzandosi all' 8° posto a pari merito con Sandro Mazzola e Voronin, e davanti a campioni come Yashin, Beckenbauer, Puskas. Per lui anche il riconoscimento di 'Giocatore bulgaro dell'anno'.
Nel 1966 Asparuhov torna ai Mondiali, e, ancora una volta, la Bulgaria è poco fortunata perché viene inserita in un girone di ferro con Ungheria, Brasile e Portogallo. La Bulgaria chiude all'ultimo posto con tre sconfitte, e ancora una volta l'unico a brillare e 'Gundi', che segna l'unico goal della spedizione inglese, quello del provvisorio vantaggio contro l'Ungheria di Florian Albert.
L'esperienza nei due Mondiali servirà tuttavia ai bulgari per accrescere il proprio livello di competitività e diventare una delle squadre europee più pericolose. La Bulgaria nei due anni successivi ottiene vittorie di prestigio contro Jugoslavia, Svezia e Olanda e supera 3-2 in casa anche l'Italia di Valcareggi nei quarti di finale degli Europei '68. Gli Azzurri però si impongono 2-0 al ritorno e staccano il biglietto per la fase finale.
Ma il risultato storico ottenuto dalla Bulgaria è il pareggio per 1-1 dell'11 dicembre 1968 contro l'Inghilterra campione del Mondo in carica nel tempio di Wembley. A realizzare il provvisorio vantaggio ospite è proprio Asparuhov, autore di una prodezza che resterà nell'immaginario collettivo dei tifosi.
L'attaccante è solo davanti, con l'intera squadra bulgara chiusa in difesa nel tentativo di resistere all'arrembaggio degli inglesi. A un certo punto dalle retrovie arriva un lancio lungo dalla difesa. Asparuhov salta di testa con Labone, e grazie alla sua elevazione lo anticipa di testa. Sfrutta poi la sua rapidità per voltarsi con la palla fra i piedi in una frazione di secondo e involarsi in contropiede.
Su di lui si porta il terzino Keith Newton, ma Asparuhov gli fa tunnel e si porta nell'area avversaria, nonostante il tentativo disperato dei due inglesi di recuperarlo. Verso di lui si lancia il debuttante portiere Gordon West, e 'Gundi', conservando grande freddezza, lo trafigge con un diagonale vincente. La Bulgaria vince a Wembley 1-0, è il 32' e tutti i tifosi presenti allo Stadio di Wembley e lo stesso telecronista ammutoliscono increduli davanti a quanto hanno visto.
Pochi minuti dopo, al 35', i Tre Leoni trovano il pareggio con Hurst, ma da lì alla fine il risultato non cambierà più. La fama di Asparuhov è ormai diffusa in tutto il Vecchio continente e oltre. Molti club dell'Europa Occidentale sono disposti a fare di tutto per ingaggiarlo. Ma quelli sono gli anni della Guerra Fredda, del Mondo diviso in due blocchi contrapposti. E la Bulgaria è retta da un governo socialista sotto l'influsso diretto dell'Unione Sovietica, che non permette ai suoi migliori atleti di essere tesserati con società estere.
Nel 1967 aveva provato a prenderlo il Milan. I rossoneri si trovano di fronte il Levski Sofia nel primo turno della Coppa delle Coppe. Nell'andata di San Siro il Diavolo passeggia, vincendo con un ampio 5-1, ma il solito Asparuhov impressiona, realizzando la rete del provvisorio 2-1 per gli ospiti. Il copione si ripete nel ritorno di Sofia, con 'I Blu' che nonostante l'eliminazione, strappano un dignitoso pareggio per 1-1. A segnare il goal dei bulgari è ancora una volta il fuoriclasse 'Gundi', che impatta il risultato dopo il vantaggio iniziale dei rossoneri con Sormani.
Nereo Rocco, non uno qualunque, vedendo come giocava Georgi, esclamerà:
"Ma questo è il centravanti dei miei sogni".
È il mese di settembre e il Milan fa di tutto per portarlo in Italia. Si parla di un'offerta al Levski di mezzo milione di dollari, un'enormità per quell'epoca, e di una via di fuga offerta al calciatore per lasciare il Paese. Asparuhov, una volta a Milano, avrebbe avuto lo stesso ingaggio di Gianni Rivera.
Ma alla fine l'attaccante dirà di no.
"C’è un Paese che si chiama Bulgaria. - risponderà agli emissari del Milan - In questo Paese c’è una squadra che si chiama Levski Sofia. Probabilmente non ne avete mai sentito parlare ma è il posto in cui sono nato e dove voglio morire".
Ci aveva provato qualche anno prima anche il Benfica, sotto la spinta del fuoriclasse Eusebio, suo grande estimatore. Ma anche per i portoghesi non c'era stato nulla da fare.
"Era il partner d'attacco con cui bramavo di giocare. - rivelerà anni dopo 'La Pantera Nera' - Quando venne a giocare qui a Lisbona conquistò tutti, i tifosi e noi calciatori avversari".
Asparuhov continua a giocare in Bulgaria e a vincere trofei, ma come previsto a inizio carriera, i falli sempre più frequenti, talvolta grossolani, dei difensori avversari per fermarlo, in un calcio molto lontano da quello di oggi, iniziano a mettere a repentaglio le sue articolazioni. A fine anni Sessanta Asparuhov deve così saltare molte partite a causa di infortuni.
Nella stagione 1969/70 con il Levski raggiunge nuovamente i quarti di Coppa delle Coppe. Nel 1970 si presenta in Messico per i suoi terzi Mondiali con la Bulgaria. Ma ci arriva portandosi dietro diversi acciacchi e dopo aver saltato la prima gara contro il Perù (sconfitta per 3-2), gioca le successive due del girone con Germania Ovest (sconfitta 5-2) e Marocco (pareggio 1-1) senza riuscire a brillare come suo solito. La Nazionale del Ct. Bozhkov esce al Primo turno con un solo punto conquistato.

LA TRAGICA MORTE E IL RICORDO
Il 28 giugno del 1971 Asparuhov è espulso per un fallo di reazione nel derby di Sofia contro il CSKA. Fatto più unico che raro per un campione come lui, che tuttavia, di fronte all'ennesimo fallo, non ci vede più e perde le staffe. Squalificato per il match successivo, chiede alla sua dirigenza il permesso di recarsi a Vratsa, dove è stato invitato per la festa del club locale, che compie 50 anni.
Il Levski accorda il permesso a lui e al suo amico Nikola Kotkov, soprannominato 'Il Gatto' per la sua agilità. I due il 30 giugno si mettono in viaggio a bordo dell'Alfa Romeo di Georgi e si fermano ad un distributore di carburante per fare benzina.
Qui incontrano un autostoppista e Asparuhov, che è molto generoso e gentile, si attarda per farlo salire a bordo della sua auto e decide di offrirgli un passaggio. Una serie di coincidenze incredibili, che gli saranno fatali. Pochi chilometri e pochi minuti dopo, infatti, mentre con l'Alfa Romeo la comitiva sta attraversando il passo del Vitinya, Asparuhov e i due passeggeri trovano la morte in un tremendo scontro frontale con un camion che proviene dalla corsia opposta.
L'Alfa Romeo prende subito fuoco e non c'è niente da fare. 'Gundi', amatissimo dalla sua gente e apprezzato all'estero, se n'è andato per sempre a soli 28 anni. La sua carriera lo aveva visto segnare 19 goal in 50 presenze con la Bulgaria e 150 reti in 246 presenze nel massimo campionato locale, con un record di 146 reti in 214 incontri in tutte le competizioni con il Levski.
Se il Governo copre la notizia della sua morte dando grande risalto a quella tre cosmonauti sovietici deceduti in un incidente spaziale. Se la tragica fine dell'attaccante che aveva fatto sognare la Bulgaria non raggiunge nemmeno le prime pagine dei giornali del Paese socialista, i tifosi che lo amavano non si dimenticano di lui.
Ai funerali partecipa una folla sconfinata di 550 mila persone.
"Fu educato e gentile. - dirà la benzinaia che lo aveva servito poco prima del tragico schianto - L’importo del pieno di benzina era di 9.20 Lev. Mi disse di tenermi il resto. Insistetti perché lo accettasse e corsi alla cassa per prendere il cambio. Quando tornai la sua Alfa Romeo non c’era più. Voleva essere sicuro che mi tenessi quel denaro".

La notizia della morte di Asparuhov fa rapidamente il giro del Mondo e da più parti arrivano messaggi di cordoglio per il campione di Reduta.
"Era un artista del pallone. Un calciatore di qualità rarissima capace di regalare ai tifosi gioia pura”, dirà di lui Florian Albert, il Pallone d'Oro ungherese del 1967.
"Quando seppi della sua morte iniziai a piangere. - rivelerà Sandro Mazzola - Come poteva il destino toglierci un calciatore così straordinario? Non mi riuscì di chiudere occhio per tutta la notte. Continuavo a vederlo in azione nella partita che giocò contro il Belgio a Firenze. Quel giorno mi innamorai di quel grande calciatore che era Georgi Asparuhov”.
"Amavo il suo modo di giocare - dichiarerà Rivera - e mi piaceva molto vederlo in azione. Un giorno nella partita Bulgaria-Italia a Sofia gli diedi un calcione. Spero che se ne sia dimenticato".
Soltanto dopo il crollo del Muro di Berlino, nel 1990, il Levski Sofia ha potuto rendere omaggio al suo campione: lo Stadio Gerena è diventato 'Georgi Asparuhov Stadium' e davanti alla sua entrata principale è stata realizzata una statua del centravanti, dove spesso i tifosi depongono dei mazzi di fiori. Anche nel punto in cui avvenne l'incidente, appoggiata ad una base in cemento, sorge una lapide commemorativa e spesso vengono lasciati omaggi floreali per tenerne vivo il ricordo.
Non stupisce allora che quando sono stati chiamati qualche anno fa ad eleggere il 'Miglior calciatore bulgaro del XX secolo', i tifosi abbiano espresso a larga maggioranza la propria preferenza per Georgi Asparuhov. Il campione più amato, con buona pace di Hristo Stoichkov, classificatosi soltanto secondo.



