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Ruben Olivera JuventusGetty Images

'El Pollo' Olivera, dalla Juventus alla panchina: è il nuovo allenatore dell'Aprilia

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Uno dei colpi messi a segno da Luciano Moggi alla Juventus. Un giocatore che, tra estro e fantasia, avrebbe potuto vivere una carriera prestigiosa. E che invece, abbassando il tiro, si è accontentato di vivacchiare dignitosamente qua e là.

Ci sono pochi dubbi sul fatto che Ruben Olivera abbia raccolto molto meno di quanto seminato. Uruguaiano, classe 1983, approdato in Italia in giovanissima età dal Danubio. Squadra che ha lanciato Marcelo Zalayeta, connazionale ed ex compagno di squadra de "El Pollo" sotto la Mole.

Attaccante d'estrazione, Olivera a Torino è approdato in quanto munito di enorme potenziale. O meglio, i dirigenti bianconeri dell'epoca pensavano che il calciatore di Montevideo vantasse qualità fuori dal comune e, proprio per questo motivo, avevano optato per un'offensiva decisa e decisiva.

Tra allenamenti con la Prima Squadra e la Primavera, Olivera nella stagione 2002-2003 ha saputo collezionare 3 presenze con i grandi. Trovando il debutto in Champions League, in casa della Dinamo Kiev, a qualificazione già conquistata. 

Parallelamente, il 3 marzo 2003, Olivera conquistava il Torneo di Viareggio battendo in finale lo Slavia Praga per 1-0. Dettaglio: Gian Piero Gasperini era l'allenatore di quella squadra

Tuttavia, nell'annata successiva, gli spazi per Olivera si chiudono drasticamente, con un solo gettone all'attivo. Dunque, semaforo verde a un'esperienza altrove per cercare maggiore continuità di rendimento. L'Atletico Madrid chiama, la Juve risponde positivamente. E dopo sei mesi in Spagna, caratterizzati da due soli contributi, Ruben ritorna all'ombra della Mole. Ma per rimanerci. Forse.

Nel capoluogo piemontese, infatti, approda Fabio Capello. Che, nel pre-campionato, ha modo di osservare da vicino gli allenamenti de "El Pollo". Ci si può lavorare: è questo sostanzialmente il pensiero maturato dall'ex tecnico, tra le altre squadre, della Roma. E, giustappunto, Olivera riesce a ritagliarsi il suo spazio, diventando un elemento prezioso nelle rotazioni.

Nel 4-4-2 proposto dall'allenatore friulano, fondamentalmente, Olivera funge da interno di centrocampo. I titolari si chiamano Emerson e Blasi, ma l'uruguaiano - con la casacca numero 24 - si fa sempre trovare pronto. Il tutto, proponendo una crescita costante e incoraggiante. Detto ciò, come in tutte le avventure professionali, non mancano le difficoltà.

"Una volta ho avuto un litigio con Capello - ha spiegato Olivera a gianlucadimarzio.com -. Durante un allenamento ho chiesto un rigore che non mi ha concesso, e l’ho mandato a quel paese. Da lì non mi ha più visto. Eppure per un anno e mezzo mi aveva trattato da grande giocatore, facendomi giocare anche al posto dei campionissimi. Dico la verità: per vestire la maglia della Juve bisogna essere dei professionisti esemplari. E io, in quel periodo, non lo sono stato. Dopodiché ho iniziato un po’ a perdermi".

I tempi in bianconero si fanno duri, complice l'arrivo di Patrick Vieira dall'Arsenal. In soldoni, la Signora dimostra di voler spostare lo sguardo altrove.

Appunto. Olivera nel 2006 passa alla Sampdoria e, all'insegna della volubilità della materia, si è ritrovato a difendere i colori dell'Aprilia in Serie D. Un percorso lungo, tortuoso, composto anche da un effimero ritorno in bianconero. Penarol, Genoa, Lecce, Fiorentina, Brescia, Latina, LDU Quito, Aprilia, Ostia Mare e di nuovo Aprilia. Un lungo girovagare, senza trovare né stabilità né costanza, fino al ritiro annunciato a maggio 2021.

"Lascio il calcio giocato. Per una cosa che non ho voluto, ma sono costretto. Tre settimane fa mi hanno diagnosticato un problema cardiaco".

Adesso, per il 'celeste', la chance da allenatore: Olivera, infatti, è stato nominato proprio tecnico dell'Aprilia.

“Ci tengo in primis a ringraziare il Presidente Pezone ed il direttore Stigi che hanno pensato a me per guidare la prima squadra durante il prossimo campionato. Sono molto contento e carico per questa grande sfida in panchina che mi aspetta. Sarà un anno importante sia per me che per la società, già stiamo lavorando insieme al Club per allestire un’ottima squadra. Il fatto che io abbia già militato come calciatore nell’Aprilia è sicuramente una bella responsabilità ma l’obiettivo è quello di far bene e non vedo l’ora di iniziare sperando di poter vedere tanti tifosi allo stadio”.

Mentalità e carattere, lo stesso che "El Pollo" ha manifestato sempre e costantemente, pure nei momenti più difficili. Chiamatela, se volete, scelta di vita.

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