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Dean Huijsen in campo contro il Rijeka: il baby difensore della Juventus convince

Talento, sicurezza e carattere: tutte doti mostrate all'Allianz Stadium in un pomeriggio di fine dicembre da Dean Huijsen.

Le dinamiche legate alla prima squadra, inevitabilmente, catturano in maniera apicale la concentrazione di chi mastica calcio. E, nello specifico, la Juventus non ammette eccezioni. Detto ciò, inevitabilmente, si deve tenere conto dei progressi proposti dal settore giovanile. Insomma, alla ricerca della tanto agognata sostenibilità.

Già, perché in salsa verde la Vecchia Signora sta offrendo spunti interessanti. Le varie Under funzionano e, di conseguenza, spiccano le individualità. Nome e cognome, già accennati: Dean Huijsen. Classe 2005, arrivato nell'estate del 2022 dal Malaga, diventato rapidamente una colonna portante della Juventus U17 e, poi, di quella U19. Segni particolari: talentuoso.

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Tanto da entrare nel mirino di Massimiliano Allegri che ha deciso di schierarlo per l'amichevole contro il Rijeka, durante la sosta per i Mondiali in Qatar. Sogno nel sogno, dopo aver lavorato da vicino con il connazionale Matthijs De Ligt; con annessa foto-ricordo da custodire gelosamente.

La sua prova è da applausi, fino alla sostituzione: tiene bene la linea con i compagni più grandi e lancia segnali in ottica futura allo stesso Allegri. Su di lui si può contare.

Vietato fare paragoni, assolutamente, nonostante – e non potrebbe essere altrimenti – De Ligt rappresenti un modello da sognare, bramare e imitare. Un punto di riferimento per nuova e vecchia scuola, e non solo per il modo di interpretare il ruolo in campo. In parole povere, un esempio positivo dentro e fuori il manto erboso.

Huijsen è un gigante – roba da 195 centimetri – ma elegante: sontuoso di destro, bravo con il sinistro, tosto, specialista dagli undici metri. E, infatti, spicca l'affinità con il goal. Per la precisione, 6 in 14 presenze tra campionato Primavera e Youth League (con l'ultimo contro il PSG).

Poi c’è chi questo talento lo ha monitorato da vicino, come Mischa Visser, tecnico dell’Under 17 olandese:

“Dean è un calciatore molto versatile – così a 'TuttoJuve' – e pur essendo un centrale è molto efficace in fase offensiva. In difesa, inoltre, è in grado di scegliere una buona posizione con i tempi giusti. Grazie alla sua mole fisica è bravo a vincere i duelli, e mi impressiona la sua calma: non sembra essere affatto stressato. È bravo a concentrarsi su quel che deve fare in campo, non risente dei ritmi di gioco né della pressione sugli spalti. È molto stoico”.

Huijsen la rete ce l’ha nel sangue e, giustappunto, nella sua esperienza a Malaga è riuscito a ottenere lo status di capocannoniere. E lo ripetiamo, l’olandese di professione fa il difensore centrale. Certo, a 17 anni vale un po’ tutto e la specializzazione è un’altra cosa, ma è oggettivo constatare come la Juve abbia messo le mani su un prospetto interessante. Il tutto, battendo un’agguerrita concorrenza europea.

Non sorprende, affatto, che sotto la supervisione di Matteo Tognozzi – responsabile dello scouting bianconero – la Juventus abbia iniziato a creare un modello interessante. Innesti mirati, di qualità, chiamati a diventare gradualmente potenziali pezzi da novanta. O meglio, questo è l’auspicio della Vecchia Signora.

Portare Huijsen a Torino non è stato facile, assolutamente. La Juve, oltre a mettere gli argomenti giusti sul tavolo, ha dovuto battagliare contro l’agguerrita concorrenza internazionale. Dal pressing della Liga (Real Madrid e Siviglia decisamente sul pezzo), passando per le sirene della Premier League, senza minimizzare le offensive lanciate dal Belpaese.

Ma a spuntarla è stata Madama che, intensificando il pressing, è riuscita a convincere sia il diretto interessato sia la sua famiglia, senza forzare il dialogo ma toccando le corde giuste. Come? Giocandosi la carta prospettiva, con Dean a pregustare il salto tra i grandi rigorosamente a tinte bianconere. Cosa che è appena avvenuta, pur in amichevole.

Certo, non sempre volere diventa sinonimo di potere in termini di costanza rivolta al futuro, ma Dean non ha scelto di approdare a Torino tanto per vivacchiare. Affatto. Dietro il sì c’è un disegno che, come detto, dovrà portare l’olandesino a crescere in maniera esponenziale.

Huijsen vuole farsi trovare pronto, insomma. Un modo per alzare l’asticella, un modo per capire se ci siano i presupposti per vivere davvero le emozioni dell’Allianz Stadium. Pronostico? La strada intrapresa è quella giusta: a dimostrarlo l'amichevole contro il Rijeka, e non solo.

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