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Jarque GFX

Dani Jarque, l'eterno capitano dell'Espanyol morto a 26 anni per un'asistolia

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È la notte dell'8 agosto 2009. L'Espanyol, reduce dal pareggio per 0-0 al San Paolo contro il Napoli, ha fatto ritorno nel suo ritiro italiano a Coverciano. Assieme ai compagni c'è anche il difensore Daniel Jarque, diventato da poco capitano della squadra, con la fascia consegnatali da Tamudo.

Alla vigilia della seconda amichevole, in programma all'indomani contro il Bologna, Jarque fa rientro in camera come tutti i suoi compagni, ma non si sente molto bene. Prima di raggiungere la sua stanza ha una conversazione con l'allenatore, Mauricio Pochettino.

Il tecnico argentino lo ha ricordato nella sua autobiografia, intitolata 'Un nuovo Mondo'.

"Dopo pranzo dissi ai miei giocatori che potevano andare a dormire in camera. Dopodiché avevo concesso loro di farsi un giro a Firenze. Mentre parlavo, Dani Jarque si avvicinò al dottore della squadra e gli chiese di dargli un medicinale contro il mal di testa. Io sentendo la sua richiesta sono intervenuto, consigliandogli di uscire a Firenze e prendersi un caffè. Ma lui ha insistito dicendomi che non voleva, perché era stanco e aveva voglia di riposare. Quelle furono le ultime parole che sentii da lui".

La sera, mentre è al telefono con la sua fidanzata, all'improvviso accusa un malore e ha un arresto cardiaco. La donna, preoccupata, contatta i dirigenti del club catalano, che subito corrono nella stanza di Dani Jarque. Ma quello che vedono li getta nello sconforto più grande. Dani Jarque è infatti disteso a terra privo di sensi. Immediatamente è allertato il medico della squadra, dott. Cervera, tenta di rianimarlo con un defibrillatore, ma non c'è nulla da fare. 

Da Firenze arriva anche un'ambulanza del 118, ma nulla, è troppo tardi. A soli 26 anni il simbolo dell'Espanyol, cresciuto nelle Giovanili del club e in Prima squadra da ben 7 stagioni, non c'era più. Lo sconforto assale Pochettino e tutti i componenti della squadra, increduli e impotenti di fronte a quanto accaduto, oltre, naturalmente, alla fidanzata del calciatore, incinta di 7 mesi.

"Hanno fatto del loro meglio per rianimarlo, è stato un dramma. Sentivamo di essere impotenti davanti a Dani che ci lasciava, perché non era solo un calciatore, ma una persona con la quale hai condiviso parte della tua vita, il capitano della squadra.  Il dolore era ed è ancora oggi enorme".

Dani JArqueGetty

Mentre la salma è trasportata all 'Istituto di medicina legale, in cui, secondo quanto disposto dal Pm, deve effettuarsi l'autopsia, la notizia, nell'epoca dei social network, fa rapidamente il giro del mondo, lasciando ovunque dolore e sgomento. 

Ci si pone tante domande, a 2 anni di distanza da un'altra morte tragica nel calcio spagnolo, quella di Antonio Puerta. In molti chiedono controlli medici più severi. Ma c'è chi assicura che evitare quel dramma fosse impossibile.

" Dani era un atleta super forte e super sano - assicura Ernesto Valverde, ex allenatore dell´Espanyol - fra i più resistenti alle prove da sforzo, non capisco come sia potuto accadere". 

Fra i calciatori, fra i più scossi c'è Fabio Quagliarella, che con il Napoli ci aveva giocato contro appena 3 giorni prima.

"Ci avevo giocato contro 3 giorni prima, a Napoli - dice - Quando al ritorno dall'Inghilterra ho acceso il telefonino e ho letto il messaggio, non volevo crederci. Io credo al destino: se Jarque fosse uscito con i compagni in giro a Firenze, e non fosse rimasto solo in camera, forse si sarebbe potuto salvare".

Allo Stadio Cornellà-El Prat di Barcellona, oggi RCDE Stadium, è allestita la camera ardente, e l'impianto diventa un santuario con candele, gagliardetti e messaggi listati a lutto è stato, allestito davanti alla porta 21, il numero di maglia indossata da Jarque . L'autopsia conferma che la morte del calciatore è avvenuta per cause naturali e l'Espanyol fa ritorno in Spagna, annullando i restanti impegni della tournée italiana.

"Il giocatore dell'Espanyol è deceduto a causa di una crisi sistolica - scrive il club catalano in un comunicato - Il medico del club, il dottor Cervera, ha tentato un primo intervento con un defibrillatore, ma senza riuscire a rianimarlo. Nel giro di pochi minuti è arrivata un'ambulanza da Firenze. Anche il personale d'emergenza ha tentato di intervenire con il defibrillatore che aveva a bordo, ma di nuovo senza riuscire a rianimarlo".

"Jarque è stato quindi sottoposto per un'ora a defibrillazioni, massaggi cardiaci e  somministrazioni di adrenalina e atropina, ma il cuore del giocatore non ha reagito e quindi è stato stabilito il decesso".

Quella tragica morte, paradossalmente, consegna Dani Jarque all'eternità. Per volontà espressa dai tifosi, infatti, in ogni partita al minuto 21' i tifosi dell'Espanyol applaudono per 60'' per celebrare la memoria del loro capitano. La maglia numero 21 portata dal difensore, inoltre, viene ritirata dal club. Nel 2018 il ricordo dell'indimenticato giocatore spagnolo è stato condiviso dall'Espanyol con quello dell'italiano Davide Astori, scomparso nel 2018 anche lui per un arresto cardiaco.

Andres Iniesta Spain 2010Getty

Restando a Barcellona, anche in casa blaugrana c'è chi non si capacita di quanto accaduto al capitano dei Periquitos. Si tratta di Andrés Iniesta, grande amico di Dani Jarque, con il loro rapporto che nasce e si sviluppa nella comune esperienza con le Giovanili spagnole. Il 'Professore' ha raccontato di recente come proprio la scomparsa dell'amico abbia provocato in lui un periodo di depressione.

"Dopo la morte di Dani non mi sentivo bene e non ero me stesso. - ha rivelato a 'Rakuten Tv' - Era tutto buio, ho visto tutto nero. Quando ho saputo del mio amico è stato come ricevere un pugno, un colpo molto forte che mi ha messo fuori combattimento e mi ha fatto cadere molto in basso".

Iniesta però si riprende e nel 2010 è fra i trascinatori della Spagna che si laurea Campione del Mondo in Sudafrica. Ma non si dimentica del suo amico, e dopo aver segnato in finale contro l'Olanda il goal che consegna lo storico titolo alle Furie Rosse, si leva la maglia e in una corsa sfrenata mostra al mondo un'altra maglia, con la dolcissima dedica a chi non c'era più.

"Dani Jarque siempre con nosostros". ovvero "Dani Jarque sempre con noi".

Quasi una profezia, quella del centrocampista blaugrana. E anche quest'anno, in cui ricorre l' 11° anniversario della tragedia di Coverciano, la Spagna, l'Espanyol e coloro che lo hanno conosciuto e voluto bene celebreranno la memoria dello sfortunato capitano. 

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