Uno dei segni distintivi dello stile di gioco di Giorgio Chiellini è rappresentato dalla foga agonistica, punto di forza che lo ha reso uno dei difensori più forti a livello europeo e tra i più temuti dagli attaccanti che eviterebbero volentieri uno scontro fisico con lui.
Nella lunga intervista concessa a 'La Repubblica', il capitano della Juventus non ha parlato soltanto dell'odio sportivo nei confronti dell'Inter e dei pessimi rapporti con Mario Balotelli e Felipe Melo: ha ricordato anche un episodio che lo vide protagonista assieme a Gonzalo Bergessio, all'epoca attaccante del Catania in Serie A.
"Posso essere stronzo, sì, ma cattivo no, anche se mi è capitato di fare del male. Su Bergessio, nel 2013, feci un intervento sconsiderato e mi dispiacque tanto, gli chiesi scusa mille volte anche se non potevo ridargli il pezzo che gli avevo rotto. Lui stette fuori tre mesi e al ritorno scatenò una caccia all'uomo contro di me, finché a furia di gomitate si fece espellere. In ogni caso, anche in trance adrenalinica non mi mai è passato per la testa: 'Adesso entro e gli faccio male'".
Anche Pazzini ha spesso dovuto fare i conti con l'irruenza di Chiellini.
"Nei 90' non ci sono amici. Mi ricordo una volta contro Pazzini, uno con cui sono cresciuto assieme: portava la maschera protettiva sul viso e gli ho dato fastidio apposta per tutta la partita, toccandogliela. Lui mi mandava a quel paese ma sapeva meglio di me che sarebbe andata così, difatti poi alla fine ci siamo parlati come se nulla fosse".
Tra gli attuali compagni di squadra odiati da avversari c'è Gonzalo Higuain, il cui giudizio a riguardo è però più che positivo.
"Se ho odiato qualcuno? Higuain, ma conoscendolo mi ha sorpreso: i 9 sono egoisti, fanno un mestiere a parte, però lui ha un lato generoso, giocherellone. È un ragazzo impegnativo perché devi coccolarlo, stimolarlo. Ha bisogno di affetto per alimentare le potenzialità incredibili che ha".


