La corsa dello Stoccarda verso una qualificazione europea solo sfiorata non è passata inosservata agli occhi del mondo del calcio. Gli svevi erano freschi di promozione, ma si sono rivelati una delle realtà più solide della stagione di Bundesliga appena conclusa. Merito delle idee del tecnico Pellegrino Matarazzo - ex vice di Nagelsmann, con una laurea in matematica negli USA e chiare origini - e del suo particolare ed elaborato 3-4-3.
Un sistema di gioco che ha favorito soprattutto il talento dei giocatori con spiccate caratteristiche offensive. Nico Gonzalez, fresco acquisto della Fiorentina da quasi 30 milioni. Borna Sosa, entrato anche nei radar della nazionale tedesca. Silas Wamangituka, il miglior esordiente del campionato. E poi Sasa Kalajdzic, uno che non può passare inosservato.
Il nativo di Vienna, di origini serbe, spicca sì per il bottino di 16 goal in Bundesliga alla sua prima stagione, ma anche per i due metri di altezza. Fisico slanciato, pochi muscoli, ma ottima agilità se rapportata ai centimetri. Una prima punta quasi ‘vecchio stampo’, che però ha una buona educazione tecnica e sa giocare con i compagni anche spalle alla porta.
Per questo ha incontrato il gradimento di Matarazzo e anche del direttore sportivo Sven Mislintat, che nel luglio 2019 lo ha soffiato all’Admira Wacker per un paio di milioni di euro. E oggi pensa di poterlo rivendere intorno ai 25. Con tante pretendenti alla finestra, tra cui il Milan, che secondo la stampa tedesca avrebbe già allacciato i contatti con il club della città della Mercedes.
L’escalation di Kalajdzic è stata ritardata dai gravi infortuni che lo hanno costretto ai box negli ultimi anni. Cresciuto nella periferia di Vienna, è stato l’Admira a portarlo nella Bundesliga austriaca, dove però il classe 1997 è stato limitato da una frattura del metatarso che lo ha fermato per sei mesi, successivamente è tornato in infermeria per un altro grave infortunio alla caviglia.
GettyI 12 goal e 12 assist in 35 presenze nell’arco di due stagioni sono stati sufficienti per convincere Mislintat, ex architetto del Dortmund di Klopp, che di talento se ne intende. Solo che nel ritiro con lo Stoccarda, prima della stagione di 2. Bundesliga nella quale avrebbe dovuto essere il ‘nove’ titolare, si è rotto il crociato. Altro stop di mesi. Ritorno soltanto a maggio, alla ripresa dopo il primo stop causa Covid-19. Il tempo per un goal al Norimberga nello 0-6 che ha sancito di fatto la promozione.
L’ultima stagione è stata quella dell’affermazione. Con tre goal nelle prime tre giornate di Bundesliga si è subito proposto come il ‘volto nuovo’ dello Stoccarda. Un periodo di calo, soprattutto fisico, lo ha portato spesso a sedersi in panchina, riuscendo comunque a risultare decisivo anche dalla panchina. Memorabile in particolare la sua doppietta negli ultimi 10 minuti contro l’Union Berlino, dopo essere subentrato all’80’.
Le sette partite consecutive in goal tra gennaio e marzo hanno superato un record del club che durava da metà degli anni ’90, dai tempi di un’icona del VfB come Fredi Bobic. Ce ne ha messi altri tre a fine stagione, per fare 16 totali e classificarsi come sesto miglior marcatore della Bundesliga, ovviamente il primo dello Stoccarda. Con una media goal di una realizzazione ogni 133 minuti. Aggiungendo anche gli assist (6), Kalajdzic entra in un goal ogni 97 minuti.
“Ha mostrato la sua freddezza segnando in tante occasioni con pochi minuti” ha sottolineato Matarazzo.
La metà del suo bottino totale è arrivata nel gioco aereo. La sua altezza lo rende quasi immarcabile soprattutto nelle situazione da calcio piazzato. Insieme a Borna Sosa ha costruito un asse che ha fruttato 5 goal complessivi. Sempre con lo stesso leitmotiv: cross mancino del classe 1998 croato, deviazione aerea vincente del compagno di squadra. In loop.
La convocazione nell’Austria per Euro 2020 è stato il logico approdo. Entrato nel giro a settembre 2020, a marzo ha anche trovato le prime reti, con una doppietta alla Scozia e un goal alle Far Oer. Ha iniziato l’Europeo da titolare, prima di scivolare in panchina. Probabilmente anche contro l’Italia potrebbe essere escluso dall’undici iniziale, scalzato dall’esperienza di Arnautovic. Per Sasa, comunque, cambia poco: anche dalla panchina sa essere incisivo. Gli bastano pochi palloni. Meglio se alti.
