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Chi è Guillermo Abascal, un 31enne su una panchina di Serie B

Una delle più grandi curiosità del campionato di Serie B che riparte dopo il lungo stop causa pandemia è sicuramente Guillermo Abascal , nuovo tecnico dell' Ascoli ad appena 31 anni ma con già una discreta esperienza in panchina.

La società marchigiana ha deciso di affidare la guida della Prima squadra ad Abascal dopo l'esonero di Roberto Stellone , avvenuto durante l'emergenza sanitaria per motivi economici.

Abascal d'altronde guidava già la formazione Primavera dell'Ascoli e così per lui è scattata l'inattesa promozione, anche se quella contro la Cremonese non sarà una vera e propria prima volta. Il tecnico spagnolo infatti si era già accomodato sulla panchina marchigiana qualche mese fa contro il Livorno, dopo l'esonero di Zanetti ed in attesa dell'arrivo di Stellone.

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La carriera da allenatore di Abascal d'altronde inizia prestissimo quando a soli 22 anni, dopo qualche anno nella cantera del Barcellona e poi nelle giovanili del Siviglia, decide di appendere gli scarpini al chiodo e sedersi in panchina.

"Il Barça mi ha segnato per la vita. Attraversare la Masia lascia un segno dentro di te che, se sai come sfruttarlo, è come un master. Oltre a promuoverlo e trasmetterlo, lo porto nel mio DNA.  Sono andato a scuola con Messi, vicino a Tibidabo. Com'era da studente? Stava meglio in campo... I momenti di ricreazione all'aperto erano i più divertenti. Sento ancora miei ex compagni come Iago Falque, Jordi Alba, Alberto Botia e tanti altri".

Come allenatore Abascal invece inizia nello staff di Unai Emery proprio al Siviglia prima di accettare l'offerta del Chiasso nella seconda serie svizzera. Quindi salva il Lugano e nell'estate 2019 arriva la chiamata dell'Ascoli per allenare la Primavera. Fino alla promozione in Prima squadra.

"Sto affrontando una grande sfida, a prescindere dalla categoria. Il club è storico, cerco di divertirmi ogni giorno e accetto questa opportunità con tanta voglia di imparare e dare il massimo. Non vedo l'ora di tornare in campo dopo tutto quello che è successo a causa della pandemia".

Il modello in panchina, ovviamente, non può che essere uno che al Barcellona ha vinto qualcosina: Pep Guardiola.

"Mi considero autodidatta dopo aver visto tante cose nella mia vita in tre nazioni diverse. Non posso parlare di un modello di allenatore, magari ci sono delle caratteristiche che mi piacciono. Per personalità, per la trasmissione dei concetti, per come giocano le sue squadre e per come si è saputo adattare in Paesi diversi, sicuramente Pep Guardiola è un punto di riferimento".

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