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Alì Samereh PerugiaGoal

Alì Samereh, l'attaccante iraniano portato al Perugia da un venditore di tappeti

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Agosto del 2001: la Roma ha da poco vinto lo Scudetto, “Tre parole” di Valeria Rossi è il tormentone musicale e l’Italia è divisa dopo i fatti del G8 di Genova. È questo il contesto nel quale il Perugia di Luciano Gaucci va in ritiro a Deutschlandsberg, in Austria, per preparare la stagione calcistica.

In panchina c’è il confermatissimo Serse Cosmi, le stelle sono Zé Maria, Bazzani e Vryzas: c’è un timido Fabio Grosso, c’è Davide Baiocco. Non c’è più Marco Materazzi, appena passato all’Inter, né il cinese Ma Mingyu che, dopo il clamoroso flop italiano, è rientrato in patria.

Un flop che però non cambia i piani del vulcanico Gaucci il quale, dopo il colpaccio Nakatacerca in Oriente un altro talento col quale impreziosire la rosa prima e godersi una gustosa plusvalenza poi. Qualche mese prima la scelta era caduta sulla Corea del Sud e su un autentico sconosciuto: era Ahn Jung-Hwan e nessuno ne aveva mai sentito parlare prima. Il suo nome, invece, saremo stati poi costretti a ricordarlo a lungo. Ma quella è un’altra storia .

Non paga dell’ingaggio di Ahn, però, la famiglia Gaucci tenta il bis. Alessandro Gaucci, primogenito di Luciano nonché amministratore delegato del club, riceve la segnalazione da un amico: in Iran gioca un talento capace di segnare con enorme regolarità, va subito visionato e portato in Italia quanto prima!

Seyed Mehdi Hashemian, un architetto residente in Italia che viaggia spesso per l’Iran importando tappeti, si innamora di questo giovane talento e, tramite l’amico Gianluca Dominici, amico anche di Alessandro Gaucci, riesce a far recapitare all’ad del Perugia le VHS che mostrano in azione questa “stella”.

Destino vuole che, proprio in quei giorni, la Nazionale iraniana sia in ritiro in Austria, dalle parti del Perugia, e il c.t. croato Blazevic, raggiunto apposta da Gaucci per parlare di quel ragazzo, non ha dubbi: “Sì, è pronto per l’Europa”.

Ali Samereh IranGetty

Detto-fatto, i Gaucci non se lo fanno ripetere due volte e mettono sotto contratto questo 21enne attaccante. Il suo nome è Alì Samereh e in patria è tutt’altro che uno sconosciuto. Ha già debuttato in Nazionale e con la maglia dell’Esteghal ha chiuso la stagione con 19 reti messe a segno in 18 gare disputate.

Il Perugia paga 500 milioni di vecchie lire per averlo in prestito, il riscatto è fissato invece a 3.5 miliardi: sarà quindi il Grifone a far esordire in Serie A il primo iraniano della storia.

In patria lo chiamano “Mister Goal” e, sin dai primi giorni di ritiro in Austria, le voci si rincorrono. È l’epoca in cui le immagini di allenamenti e amichevoli estive – al netto dei triangolari estivi e delle amichevoli prestigiose – non le vede praticamente nessuno, se non i giornalisti della carta stampata presenti in ritiro. E dal ritiro di Deutschlandberg arrivano notizie sensazionali: il ragazzo segna con facilità e ha persino incastonato il pallone all’incrocio dei pali con una rovesciata da manuale in un’amichevole contro una selezione locale.

Arriva la prima amichevole di rilievo: dall’altra parte c’è l’Udinese di Roy Hodgson (sì, Roy Hodgson ha allenato l’Udinese) e Samereh fa goal anche stavolta, battendo De Sanctis.

A fine partita, Alessandro Gaucci non sta nella pelle e commenta:

"Ha già dimostrato di essere forte e ci sono tutte le condizioni perché possa sfondare anche nel nostro campionato. Ha intelligenza, forza fisica, opportunismo e qualità tecniche" .        

Gli fa eco mister Serse Cosmi:  

"Sarà banale ma è proprio vero che il calcio è una lingua universale. E che ci sono giocatori bravi dappertutto, anche dove si crede che non si giochi a pallone sul serio. Di Samereh mi ha impressionato la completezza: non è uno sprovveduto, è molto tecnico e si muove anche per la squadra. Poi noto l'entusiasmo che ha negli occhi: dopo il goal segnato all'Udinese è andato subito a recuperare il pallone in porta per fare in fretta, ed era un'amichevole di agosto".    


Liverani, addirittura, stando a quanto riferisce lo stesso Cosmi, commenta: “Le cose fatte con questo in un'ora non mi erano riuscite in un anno con tanti altri attaccanti”.

Non ci sono più dubbi, è un fenomeno.

Qualche giorno dopo, ecco un’altra amichevole estiva: stavolta è doppietta e, udite udite, ancora una volta una rovesciata che si infila all’incrocio dei pali. Cosmi non sta più nella pelle: “Non pensavo fosse così tanto bravo, sa fare tutto! E dentro l’area sembra Inzaghi".

Il personaggio di Samereh inizia a diventare un habitué sui giornali sportivi. Marco Di Loreto, compagno di camera dell’iraniano in ritiro, viene chiamato a raccontare qualche aneddoto:

“Lui dorme per terra. Poggia le coperte sul pavimento e ci si sdraia sopra. L’altra notte però mi sono svegliato e l’ho trovato inginocchiato: erano le 6 del mattino, stava pregando”.

Quello che fino a qualche settimana prima era poco più che un oggetto misterioso, ora è invece ricercatissimo, in primis dai giornalisti. La Gazzetta dello Sport ottiene la sua prima intervista italiana e l’attaccante dichiara: “Spero di ricambiare la fiducia e l’affetto che sto ricevendo. In Iran mi considerano forte, ma qui ancora di più”.

Ormai manca solo il verdetto del campo, di quella Serie A tanto difficile quanto esaltante. Il calendario vuole che il debutto di Samereh abbia luogo a San Siro, il che non fa altro che accendere ulteriori riflettori su di lui. E che riflettori!

Ali Samereh PerugiaGetty

Nello stadio più iconico d’Italia, contro l’Inter di Hector Cuper che a fine stagione vedrà sfumare lo Scudetto solo all’ultima giornata (sì, è la stagione del 5 maggio), Cosmi lancia Samereh al fianco del greco Vryzas nel suo 3-5-2.Ronaldo non c’è e ad inizio partita è proprio Samereh l’obiettivo principale dei fotografi. In campo, però, l’iraniano sarà pressoché invisibile. La ‘Gazzetta’ bolla la sua prestazione con un 5 in pagella, Cosmi lo sostituisce dopo appena un’ora di gioco quando il Perugia è sotto per 2-0. Il punteggio finale sarà poi di 4-1.

Pronto riscatto? Niente affatto. Il calendario internazionale, all’epoca, era ancora più caotico di adesso e le Nazionali extra-europee scendevano in campo spesso in date diverse da quelle Uefa. Il risultato è che Samereh, convocato dall’Iran, salta le successive due partite per ritornare a disposizione di Cosmi alla quarta giornata.         

Al ‘Curi’ arriva l’Udinese, sempre quell’Udinese alla quale aveva fatto goal durante il precampionato. Samereh comincia dalla panchina, poi entra in campo al 60’ sul punteggio di 1-1. Il goal partita, però, lo trova l’Udinese con Pizarro e il Perugia perde.

La settimana successiva il Perugia si riscatta e travolge il Milan di Terim per 3-1. Al centro dell’attacco, però, non c’è Samereh – che non siede nemmeno in panchina – bensì Bazzani, che fa subito goal.

Alì Samereh si rivede in campo soltanto a Natale: giornata numero 15, Bologna-Perugia 2-1. Per lui c’è spazio soltanto al minuto 80, ma non accade nulla.

Bazzani e Vryzas si trovano a meraviglia e segnano con regolarità: Cosmi non può far altro che affidarsi a loro due in avanti e Samereh li osserva dalla panchina. La stampa si dimentica di lui, ma da Perugia parlano di “apprendistato”, di “calcio italiano ancora da capire” e di “periodo d’adattamento”.

Cosmi rimanda in campo Samereh a gennaio, all’Olimpico. Sul punteggio di 3-0 per la Lazio, al minuto 55, c’è spazio anche per lui. L’iraniano disputa una buona prestazione, è il migliore dei suoi: si esibisce in svariate azioni personali, sfiora il goal ed è l’unica nota lieta di una giornata da dimenticare per il ‘Grifone’, sconfitto per 5-0 dai biancocelesti.

A gennaio, pur di agevolarne l’adattamento, il Perugia aveva intanto comprato un altro iraniano: è il difensore Rahman Rezaei che, a differenza del connazionale, in Italia giocherà poi per ben 7 stagioni, di cui 6 in Serie A.

Dopo i lampi dell’Olimpico, Samereh sparisce invece definitivamente dai radar. Mette insieme appena altri due spezzoni prima della fine del campionato e di goal nemmeno l’ombra.

A fine stagione i numeri saranno impietosi: appena 6 presenze, delle quali l’unica da titolare rimarrà proprio quella contro l’Inter. 19 panchine. 0 goal. 175 minuti complessivi in Serie A.

A fine stagione, nell’indifferenza generale, Samereh torna in Iran. Il Perugia non lo riscatta, probabilmente non ci pensa nemmeno. Dopo l’estate, ironia della sorte, neanche Ahn farà ritorno in Umbria, cacciato da Gaucci dopo il golden-goal costato l’eliminazione all’Italia.

Il resto della carriera, Samereh, lo divide tra Iran ed Emirati Arabi, prima di dire addio al calcio nel 2014. Il suo nome lo ricordano in pochi, ma certo non lo avrà dimenticato chi quell’estate aveva deciso di scommettere su di lui al fantacalcio. Perché tra rovesciate, goal di rapina e interviste a compagni e allenatore, un finale del genere era tutt’altro che prevedibile.

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