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Ahn Jung-Hwan: il golden goal all'Italia, la furia di Gaucci e l'addio al Perugia

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È il 117' minuto di un'infuocata Corea del Sud-Italia, valida per gli ottavi di finale dei Mondiali 2002. La partita allo Stadio Daejeon di Seoul, davanti a quasi 40 mila spettatori che fanno un tifo sfrenato per gli asiatici padroni di casa, sembra destinata a concludersi con i calci di rigore.

Dopo un penalty parato a inizio gara da Buffon ad Ahn, il vantaggio iniziale siglato da Vieri al 18' e il pareggio in zona Cesarini di Seol, i tempi supplementari sono stati caratterizzati dalle decisioni sempre più discutibili dell'arbitro ecuadoriano Byron Moreno. Il fischietto sudamericano prima non aveva visto un clamoroso fallo da rigore su Totti al 104', e non contento, aveva espulso il numero 10 estraendo nei suoi confronti un secondo giallo per presunta simulazione, quindi al 110', con la collaborazione del guardalinee argentino Rattalino, aveva annullato per presunto fuorigioco un goal regolarissimo di Tommasi che sarebbe valso la qualificazione degli azzurri.

La tensione è alle stelle e si arriva al famigerato 12' minuto del secondo tempo supplementare. La Corea del Sud spende le sue ultime energie portandosi in attacco alla ricerca di una storica qualificazione ai quarti. Tocco corto di Lee Chun per Lee Young, che dalla trequarti sinistra mette in mezzo all'area una palla in apparenza innocua. Ma Maldini è stremato sul piano fisico, e da un po' di minuti è in difficoltà sulle palle alte.

La palla, per uno strano gioco del destino, giunge proprio nella zona del numero 3, che ha appena stabilito il nuovo primato assoluto di minuti giocati da un giocatore nei Mondiali. Il capitano azzurro perde il contatto fisico con Ahn, che gli sta a due metri: l'attaccante del Perugia si libera della sua non irresistibile marcatura e con un colpo di testa in controtempo beffa Buffon. 

Ahn Jung-HwanGetty

L'Italia di Trapattoni, che poteva disporre di una delle rose più talentuose dell'intero torneo, è clamorosamente eliminata agli ottavi di finale. Tanta la rabbia dei tifosi, in Italia e nel Mondo. Fra questi ultimi c'è anche il vulcanico patron del Perugia Luciano Gaucci, che altri non è che il datore di lavoro di quell'Ahn che ha giocato un brutto scherzo agli Azzurri, segnando la rete che mandava in estasi un intero Paese, condannando alle critiche e alle polemiche la Nazionale italiana.

Il patron degli umbri, letteralmente furioso, rilascia dichiarazioni di fuoco a 'La Gazzetta dello Sport' contro il suo giocatore. 

"Basta! Quello non rimetterà mai più piede a Perugia! - tuona il numero uno del Grifone mentre assiste alla gara dal salone dei suoi Uffici - Quel signore non deve più accostarsi alla nostra squadra. Ho già dato disposizione che venga azzerata ogni possibilità di riscatto. Sono indignato! Lui si è messo a fare il fenomeno soltanto quando si è trattato di giocare contro l'Italia. Io sono nazionalista e questo comportamento lo considero non soltanto una comprensibile ferita al mio orgoglio di italiano, ma anche un'offesa ad un Paese che due anni fa gli aveva spalancato le porte".

Ahn Jung-Hwan, il primo sud-coreano ad aver giocato in Serie A, era sbarcato in Italia nella stagione 2000-01, assieme al cinese Ma Mingyu, con la formula del prestito biennale dal Daewoo Royals. Arrivato con grandi proclami, non era riuscito a mantenere le attese, e soprattutto nella sua seconda stagione il suo rendimento era stato deludente.

"Vi dimostrerò che sono meglio di Nakata", aveva affermato con sicurezza il giorno della sua presentazione in un hotel del capoluogo umbro.

Ma il campo dirà altro: 4 goal in 15 presenze nel 2000/01, 15 presenze e una sola rete nella seconda stagione, con Serse Cosmi che non gli concede troppa fiducia e quella dichiarazione al suo arrivo che con il senno di poi fa sorridere. Ma a segnare il suo addio alla squadra umbra non saranno paradossalmente i goal mancati, ma quel goal segnato all'Italia con la Nazionale guidata da Guus Hiddink.

"Da noi si è sempre comportato da modesto comprimario - attacca ancora il patron nella sua intervista a 'La Gazzetta' - e poi torna a casa e si mette a fare l'extraterrestre. Mi pento anche come presidente: noi lo abbiamo fatto crescere nel nostro calcio e alla fine ci accorgiamo che ci siamo rovinati con le nostre stesse mani. Io non intendo più pagare lo stipendio a uno che è stato la rovina del calcio italiano".

"Al Perugia - conclude Gaucci davanti a una platea attonita composta dai suoi figli Alessandro e Riccardo, Luciano e Alessandro Moggi e una platea di rappresentanti del calcio italiano - non ha sapute sfruttare le occasioni che gli sono state concesse. Sembrava un oggetto misterioso alla ricerca di una identità che non è mai arrivata".

Luciano GaucciGetty Images

Alle parole del patron, fanno eco poi quelle del suo allenatore, Serse Cosmi.

"Chiederò di non riscattare il rappresentante del calcio che è andato avanti ai Mondiali in maniera truffaldina. - assicura il tecnico umbro - Fisicamente Ahn ha doti senza dubbio eccezionali. E anche dal punto di vista tecnico ha capito parecchie cose: quando è arrivato era convinto che il calcio si giocasse soltanto nei quaranta metri davanti alla porta avversaria. Poi ha assimilato concetti più moderni ed europei. Io penso che abbia i numeri per fare una buona carriera".

L'eco delle parole di Gaucci giunge fino in Corea del Sud, dove la Nazionale di casa giunge fino alla semifinale, persa con la Germania, e si piazza al 4° posto perdendo la finalina con la Turchia. A differenza dei proclami, il Perugia, forse per ragioni economiche e per monetizzare la sua cessione, riscatta Ahn, ma a questo punto è il giocatore a non voler più mettere piede in Italia e a ripudiare il club umbro.

"Le parole di Gaucci mi hanno fatto troppo male. - rivela a 'La Gazzetta dello Sport' prima della partita contro la Turchia -  mi ha offeso dicendo, tra le altre cose, che prima di venire da loro non avevo i soldi per comprare il pane. Ringrazio l'Italia, a cui sono affezionato, per come mi ha accolto, sono orgoglioso di essere stato un giocatore della serie A, ma non voglio più giocare nel Perugia".

Ad appoggiare l'attaccante in questa sua decisione di rompere definitivamente con i biancorossi è la Eplayers, la società che lo gestisce. 

"Non abbiamo intenzione di avere rapporti con chi l'ha trattato come un criminale dopo il goal all'Italia. Tutto il popolo coreano non vuole e il Perugia non ha il diritto di chiedergli di tornare. Anzi, gli deve pagare gli stipendi arretrati. Poi firmeremo per chi ci farà la proposta migliore".

Ma il club umbro si impunta e, attraverso Alessandro Gaucci, fa sapere che l'attaccante deve far ritorno nel club perché è stato riscattato.

"Ahn è un bravo ragazzo e non penso che abbia potuto dire certe cose. - dichiara a 'La Gazzetta dello Sport' - Se non torna significa che ha deciso di smettere, non credo che sia possibile. L'abbiamo riscattato, ci crediamo, anche se, come tutti, di fronte a una buona offerta, può essere ceduto".

"Sono i suoi vecchi procuratori che si stanno inventando di tutto. - aggiunge - Ci hanno addirittura mandato un fax per dirci che il contratto non era valido. Probabile che siano arrivate offerte e stiano facendo di tutto per approfittarne. Ogni problema con Ahn era stato accantonato. Io stesso ho parlato per due ore alla tv coreana per chiarire le cose. Comunque, se avesse cambiato idea non può: è sotto contratto per tre anni e deve tornare. Gli stipendi? Vero, dobbiamo pagargli due mesi ma solo perché è partito per il Mondiale".

Troppo tardi. Ahn al Perugia e in Serie A non tornerà più, facendo valere le proprie ragioni in seguito alle dichiarazioni del presidente Gaucci. La punta sudcoreana ripartirà dai giapponesi dello Shimizu S-Pulse, e dopo i Mondiali di casa, non vivrà quasi mai grandi momenti, fatta eccezione per la partecipazione ai Mondiali 2006 e per la coda della sua avventura calcistica, che lo vedrà tornare a prestazioni convincenti con il Dalian Shide nella Super League cinese.

La rete all'Italia resterà in assoluto il momento più alto di una carriera che no, non raggiungerà neanche lontanamente il livello di quella di Hidetoshi Nakata. Quel goal portò alla rottura insanabile e rumorosa con il Perugia e il calcio italiano, mentre in patria Ahn è ancora oggi un personaggio molto popolare. Dopo il ritiro ufficiale nel 2011, è diventato infatti una superstar della televisione, e alterna il ruolo di commentatore calcistico alla partecipazione a reality, programmi di intrattenimento e serie tv. 

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