Un viaggio di andata e ritorno all'inferno per il Milan, che vince in rimonta per 3-2 contro il Parma dopo aver rischiato una sconfitta che avrebbe potuto avere esiti pesantissimi sulla stagione rossonera. Le reti di Reijnders e Chukwueze in pieno recupero consentono a Conceiçao di raccogliere tre punti vitali in chiave Champions League.
Sin dai primi minuti si intuisce che non sarà una domenica di relax per il Diavolo, che scende in campo con un piglio poco convinto e convincente, facendosi sorprendere dalla vivacità e dal dinamismo di un Parma arrivato a San Siro per giocarsela a viso aperto. E non a caso è la squadra di Pecchia a sbloccare il risultato: Theo Hernandez scivola in maniera goffa sulla trequarti e apre il varco che Cancellieri va ad aggredire prima di rientrare sul sinistro e trovare un gran tiro a giro che supera Maignan.
Sembra il remake dell'andata, ma l'ingenua uscita di Suzuki, che travolge Pavlovic sugli sviluppi di un corner, regala al Milan subito l'opportunità di rimettersi in partita, chance capitalizzata dal dischetto da Pulisic. A complicare però i piani rossoneri arriva la tanto temuta ammonizione del diffidato Fofana, che sarà così costretto a saltare il derby, in programma domenica prossima, per squalifica.
Conceiçao decide allora di intervenire in maniera netta e significativa, lasciando negli spogliatoi Theo e Leao e inserendo Bartesaghi e Bennacer. Una scelta forte, di natura esclusivamente tecnica, così come il cambio Morata-Abraham (ancora male lo spagnolo) che arriva poco dopo. Ma il Milan non riesce mai a impensierire Suzuki e in contropiede il Parma confeziona il 2-1: palla persa in maniera sanguinosa da Bennacer, triangolo Camara-Sohm-Camara con l'ivoriano che costringe Maignan alla respinta sulla quale si avventa Delprato per il goal che fa sognare i ducali.
Nel finale succede di tutto: il Milan si vede prima annullare il 2-2 di Pavlovic per fuorigioco ma al 92' Reijnders firma il pareggio su un bel filtrante di Musah. E al 95' arriva la beffa per il Parma, con Chukwueze che, su sponda di Pavlovic, tocca il pallone quel tanto che basta per mandare fuori giri Suzuki.




