Pubblicità
Pubblicità
Zebina Juventus 2007Getty

L'altro lato della carriera di Zebina: risse, schiaffi e una manganellata

Pubblicità

Quando nel 1998 arriva a Cagliari, Jonathan Zebina ha appena compiuto vent'anni ed è solo una promessa del calcio francese. Cellino, allora presidente del club sardo, lo nota durante una sfida tra il Cannes e l'Olympique Marsiglia innamorandosene immediatamente.

Zebina così si trasferisce in Italia con tutta la famiglia al seguito per iniziare una lunga avventura, ricca di luci ma anche oscurata da parecchie ombre soprattutto a causa del carattere focoso che gli provocherà non pochi guai tra Cagliari, Roma e Juventus fino alla breve parentesi al Brescia.

I primi problemi arrivano già durante il suo primo ritiro italiano a Riscone di Brunico. Tutta colpa del letto troppo piccolo.

"All'inizio del ritiro non dormivo bene, sono troppo lungo per un materasso normale: per fortuna, in albergo hanno provveduto".

GLI ANNI ALLA ROMA: SCUDETTO E TENSIONI

Il difensore francese resta in Sardegna due stagioni facendosi notare per il fisico possente e una tecnica di base superiore alla media tanto che nel 2000 su di lui piomba la Roma, dove Zebina trova quel Fabio Capello che sarà l'uomo-chiave della sua carriera italiana.

Proprio in giallorosso peraltro Zebina vive gli anni migliori, vincendo lo Scudetto al primo colpo. In quattro stagioni però i momenti di tensione con una piazza calda come quella di Roma non mancano fino all'episodio del settembre 2002, quando l'auto del difensore viene accerchiata da un gruppetto di ultras davanti a Trigoria.

Zebina scende per affrontarli ma nel parapiglia rimedia pure una manganellata da un agente in borghese, intervenuto sul posto per tentare di calmare gli animi.

ZEBINA ALLA JUVE: RISSE, LITI E LO SCHIAFFO ALLO STEWARD

E' l'inizio della fine. Zebina infatti decide di non rinnovare il contratto con la Roma e nell'estate 2004 si trasferisce alla Juventus a parametro zero dove ritrova Fabio Capello. Nel giorno della presentazione non mancano le frecciatine verso i suoi vecchi tifosi.

"Negli ultimi tempi mi fischiavano a Roma, e giocavo per loro: immagino cosa succederà ora che ho la maglia della Juve, ma fa parte del nostro lavoro. A Roma ho reso meno delle mie potenzialità, sono rimasto molto condizionato dall'ambiente esterno, ho giocato per i tifosi più che per me stesso. Vi posso dire che a Cagliari ho giocato meglio che a Roma. Ero più giovane ma ero anche più sereno a Cagliari e la serenità è importante".

Serenità che Zebina però non trova neppure a Torino dove non mancano i momenti di tensione. Uno di questi è raccontato da Zlatan Ibrahimovic nella sua autobiografia a causa di un duro intervento in allenamento che fa infuriare lo svedese.

"Lo vidi due ore dopo in sala massaggi con il ghiaccio premuto sulla faccia, avrebbe avuto un occhio nero per un pezzo".

Zebina durante la sua esperienza in bianconero ha fatto perdere la pazienza anche all'ex direttore generale Luciano Moggi. Il tutto solo pochi mesi dopo l'arrivo alla Juventus.

"Dopo quattro mesi che stava alla Juve, infortunato, mi chiese un prolungamento di contratto e un aumento di stipendio, parlando male di Capello. L’avresti dovuto vedere come se ne andava correndo dalle scale”.

Dopo lo scandalo Calciopoli e la retrocessione in Serie B le cose non vanno molto meglio, anzi. Nel settembre 2007, alla seconda giornata di campionato nella stagione del ritorno in Serie A, Zebina viene espulso e perde la testa colpendo uno steward durante Cagliari-Juventus. Risultato? Quattro turni di squalifica e 15mila euro di multa.

Nel 2010 poi Zebina è tra i giocatori più contestati dai tifosi, tanto che all'uscita dall'albergo che ospita la Juve durante una trasferta a Bergamo viene colpito alle spalle prima di salire sul pullman.

L'ANNO A BRESCIA E LA PASSIONE PER L'ARTE

L'ultima tappa del giro d'Italia di Zebina è Brescia dove il difensore, ormai 32enne e allora legato sentimentalmente a Chiara Tortorella (figlia del celebre Mago Zurlì), arriva con le migliori intenzioni.

"Voglio ritrovare il gusto di giocare. Negli ultimi tempi alla Juventus mi sono trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato, travolto sul piano sportivo ed emotivo. C'è chi si è distratto con la famiglia, chi ha cercato altre passioni. Costretti a convivere in una situazione non voluta. Io non mi sento di dovere nulla alla Juventus. Il progetto umano di rimanere a Torino nonostante la retrocessione in B si è rivelato tutt'altro che umano. In ogni caso la mia carriera l'ho fatta. Da giovane non pensavo che sarei andato così lontano".

Nonostante avesse firmato un biennale, al termine della stagione però Zebina rescinde consensualmente il contratto e torna in Francia dove chiude la carriera da calciatore prima di dedicarsi a tempo pieno alla vera passione della sua vita. Quella per l'arte.

"Quando ho scoperto la passione per l’arte ho capito che mi avrebbe accompagnato nella mia seconda vita. Parlo di arte nel senso più generale del termine: parlo di architettura a 360 gradi. Ho avuto una galleria d’arte. Oggi sto lavorando e sto pensando di ritornare a lavorare nel campo artistico, per adesso però non c’è ancora niente di concreto. So che non tornerò a fare un lavoro che abbia a che fare col calcio".

Pubblicità
0