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Youssoufa Moukoko nella storia a 16 anni: l'esordio in Champions del giovane dei record

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Il 20 novembre 2020 non è un giorno come tutti gli altri, perché si è festeggiato il compleanno probabilmente più importante del calcio tedesco e del calcio europeo. Youssoufa Moukoko ha compiuto 16 anni. Il talento del Borussia Dortmund che, secondo la maggior parte addetti ai lavori, può riscrivere la storia del Fußball e non solo, è entrato ufficialmente nel professionismo, dopo aver frantumato ogni record e fatto registrare numeri fuori da ogni logica a livello giovanile.

Il suo talento è esploso quando è arrivato in Germania. A dieci anni, ha lasciato il Camerun, la sua terra natale e il motivo per cui molti lo accostano a Samuel Eto'o, oltre che per caratteristiche. Viveva coi nonni. Ha raggiunto il papà, che da tempo lavorava ad Amburgo. Dopo qualche mese ha iniziato a giocare nelle giovanili del St. Pauli. 23 goal in 13 partite sono stati il suo biglietto da visita. Quello che è arrivato anche all'attenzione del Manchester United. Lui, però, ha scelto il giallonero.

Da quando è entrato nel settore giovanile del Borussia Dortmund, ha segnato 127 goal e 26 assist in 84 presenze ufficiali. È arrivato nel 2016, aveva dodici anni. Dopo qualche mese era già la star della squadra Under-17, con compagni di quattro, a volte anche cinque anni più grandi di lui. Ovviamente, la scena se la prendeva sempre quel ragazzino più basso degli altri, ma più forte. A suon di goal. A dodici anni è entrato nella nazionale tedesca Under-16 (ha ottenuto il certificato di nascita in Germania nel 2016). A quattordici anni è stato promosso nella squadra Under-19 del BVB, l'equivalente del campionato primavera italiano. A quindici, è stato convocato dalla nazionale Under-20. Escalation.

Appena promosso nell'ultima categoria del settore giovanile, ha dichiarato di non credere "che la gente pensi che anche in Under-19 possa segnare ancora un goal a partita". Aveva ragione. Per auto-smentirsi, ha iniziato a segnare due goal a partita. O quasi. 51 goal e 11 assist in 32 presenze. Fate voi i calcoli. L'anno scorso ha esordito in Youth League a 14 anni, 9 mesi e 29 giorni. Record assoluto, quasi inutile specificarlo. Un mese dopo è diventato anche il più giovane marcatore. Quest'anno, fino all'interruzione del campionato, il suo rendimento è stato il seguente: tripletta, tripletta, tripletta, poker. In squadra è il più piccolo, a livello anagrafico, ma porta al braccio la fascia di capitano.

Inevitabile: nei suoi 179 centimetri di altezza ha un'esplosività e una fisicità che gli permettono di vincere ogni duello sia in progressione che nel breve, sia quando si tratta di giocare contro avversari di stazza. Nelle giovanili del Dortmund ha giocato su tutto il fronte d'attacco, spesso sulle ali, spesso da centrale. L'unica pecca che qualcuno gli riscontra è quella di non essere eccezionale nel gioco aereo. La sua tecnica, però, la compensa.

La miglior descrizione della situazione l'ha data Nuri Sahin, superato sia nel record di esordiente a 16 anni e un giorno (il precedente era di 16 anni e 335 giorni) che, qualche settimana più tardi contro il Werder Brema, di titolare più giovane nella storia della Bundesliga a 16 anni e 25 giorni (Sahin aveva brindato nel 2005 a 16 anni, 11 mesi e 1 giorno).

"Per Moukoko giocare con gli Under-19 è troppo facile, ha bisogno di fare il passo successivo".

ps moukoko

Record strappati. Anche perché pochi mesi fa la DFL, la lega tedesca, ha cambiato il regolamento, permettendo ai giovani di esordire dai 16 anni in su e non dai 17 anni in su. Si potevano schierare giocatori di età inferiore soltanto chiedendo deroghe per situazioni particolari di emergenza. In molti sospettano che quella decisione sia maturata soprattutto per permettere a Moukoko di arrivare prima tra i grandi. Non esistono conferme ufficiali.

Anche lo stesso Sahin era cosciente che il suo primato, stabilito nel 2005, aveva le ore contate. L'esonerato Lucien Favre ha fatto esordire Moukoko 16 anni e un giorno, nella trasferta del Borussia Dortmund contro l'Hertha Berlino, all'Olympiastadion. Di certo l'intesa coi compagni non è stata un problema, visto che si allena in gruppo con la prima squadra dall'estate in maniera costante, ma occasionalmente anche in precedenza.

La dirigenza del Dortmund ha poi annunciato tramite il direttore sportivo Michael Zorc di avere tutta l'intenzione di lanciarlo anche in Champions League e iscriverlo nelle liste al compimento dei 16 anni. L'8 dicembre, contro lo Zenit, l'esordio europeo a 16 anni e 18 giorni, così da rompere il record di Celestine Babayaro: 16 anni e 87 giorni. Storia riscritta anche in campo europeo, ma sette giorni di attesa e maglia dal 1' in Bundes. L'ennesimo primato.

Moukoko vive, di fatto, al centro di un continuo conto alla rovescia. Aspettative che lui in primis ha detto di non vivere con pesantezza. D'altronde, le spalle sono larghe, sia in senso figurato che non. A sedici anni ne ha già passate di ogni. Nel derby contro lo Schalke 04 è anche stato vittima di insulti razzisti. Ha risposto in maniera brillante: nella partita successiva dopo aver segnato il primo di quattro goal si è inginocchiato, alzando il pugno. Un messaggio di forza e personalità.

Youssoufa MoukokoGetty

Gestire la pressione è una delle grandi doti del classe 2004, che sui social è già una star: ha 750mila follower su Instagram. Nel 2019 ha sottoscritto con Nike un accordo di sponsorizzazione da un milione di euro all'anno per dieci anni. La normalità per quello che in molti definiscono il giocatore più forte di sempre della sua età. Il ragazzo dei miracoli che ha distrutto ogni record. Colui che Samuel Eto'o ha già designato come suo erede naturale. In più, ha anche suggerito al Barcellona di sceglierlo per la successione di Leo Messi.

Tutto questo a 16 anni appena compiuti. Erling Haaland parlando di lui ha ricordato di quanto fosse meno forte alla sua età. "Io a 15 anni giocavo ancora nella squadra della mia città" , aveva ironizzato il norvegese. Qualcuno negli anni ha messo in dubbio che l'età di Moukoko fosse reale: il Dortmund per mettere a tacere queste voci ha fatto condurre dei test che hanno smentito ogni sospetto. L'unico dubbio, ormai, è soltanto legato all'attesa per la sua prima rete.

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