Italy celebrating vs BelgioGetty Images

Vigilia di Italia-Svezia, azzurri a mille: ma non si faranno calcoli

C'è chi dice che sia meglio perdere, chi pareggiare, chi comunque vuole fare calcoli per arrivare secondo. C'è chi vuole vincere e basta. C'è chi ancora non ci crede, chi non ci ha mai creduto e mai lo farà, c'è chi invece ha cominciato a farlo e a farlo sul serio. Forse sono questi ultimi la maggioranza ma tutti nel complesso sono l'eredità che Belgio-Italia ci ha lasciato. L'aver superato con una bella e convincente prestazione i favoriti del girone ha galvanizzato gli Azzurri e i tifosi ma non è finita qui e guai a pensarlo. Il rischio di adagiarsi c'è ma ancor di più c'è quello di farsi prendere la mano.

I fautori dei calcoli, quelli del “facciamo un punto e poi vediamo” analizzano il tabellone e sanciscono che per l'Italia sarebbe meglio chiudere il raggruppamento al secondo posto per evitare gli incroci con il temibile girone D, dal quale uscirà, presumibilmente, come seconda una tra Spagna e Croazia. Molto meglio chiudere secondi e affrontare la prima del girone F, di profilo più basso visto che le candidate a vincere il gruppo sono Portogallo e Ungheria. Il tutto al netto, o quasi, di ciò che sta succedendo in campo e, in realtà, potrebbe essere proprio questa la chiave giusta per leggere questi Europei.

Innegabilmente le analisi sopra sono inconfutabili ma c'è dell'altro: il fatto che le squadre considerate favorite nella competizione non stiano brillando affatto e che quanto a bel gioco latitino o quasi. Quella che ha fatto la miglior figura è forse la Germania, che pur ci ha messo tutta la partita per mettere al sicuro il risultato contro l'Ucraina. Benino anche la Spagna che ha sbloccato il risultato solo all'ultimo contro la Repubblica Ceca ma che di fatto ha dominato per larghi tratti, pur rischiando qualcosina.

E se del Belgio s'è già detto, la Francia padrona di casa ha sì infiammato i tifosi con le vittorie al cardiopalma ma resta il fatto che non sia mai riuscita a chiuderla prima dell'88', per giunta con squadre modeste e non impostando i ritmi del match per tutti e 90 i minuti. Discorso da vincente ma senza il prefisso “con” che vale anche per l'Inghilterra: anche se qualcuno dà la colpa alle scelte di Hodgson è un dato oggettivo che i britannici abbiano fatto tutto tranne anziché brillare contro Russia e Galles.

Quanto all'Italia, invece, partita da ben altri presupposti, s'è scoperta tenace, concentrata ed efficace come forse solo Conte poteva renderla e questo non può non essere un valore aggiunto. Gli Azzurri, al debutto, si sono rivelati una squadra forte e difficile da battere, tanto da incutere sicuramente più timore di quanto non facessero alla vigilia della kermesse, anche alle big. La verità è che più che il rischio di strafare c'è il rischio, per gli altri, di cominciare a crederci: il match di esordio ci ha dato una squadra, squadra vera, capace di superare gli ostacoli con meno fatica e più brillantezza di quanto in tutta onestà persino il più ottimista dei tifosi potesse aspettarsi.

Tanto da rendere consapevole una nazione intera di poter andare ben oltre le cupe aspettative. Un discorso che ingolosisce se fatto a valle dei ragionamenti sulle squadre da battere di questo Europeo e puntando sulla voglia e la determinazione di ogni singolo giocatore nel gruppo. A conti fatti dire che l'Italia ce la possa fare è passata da “bestemmia” e “possibile predizione” in un amen e, mettendo da parte tutte le scaramanzie e i gesti apotropaici del caso, forse quest'idea sta permeando anche nelle teste dei 23 guerrieri di Conte. E se ci mettiamo che a gestire queste situazioni forse non c'è tecnico migliore del leccese...

I giornalisti di Goal sono muniti di Samsung Galaxy S7 e Gear 360

Pubblicità