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Cassano EntellaGetty Images

L'ultima avventura del Cassano calciatore: i cinque giorni all'Entella

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"Gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano".

Il neologismo ‘cassanata’ nel corso degli anni è diventato di uso così comune da riuscire a valicare i confini del calcio e meritarsi un suo posto nel dizionario Treccani: ‘Derivato dal nome proprio (Antonio) Cassano con l’aggiunta del suffisso -ata’.

Ancora oggi sono in molti a chiedersi fin dove sarebbe potuto spingersi Antonio Cassano se la sua carriera non fosse stata frenata da un numero non meglio definito di ‘cassanate’, appunto, e questo per un motivo molto semplice: perché nel corso degli ultimi venti anni, sui campi da gioco di tutta Europa, si sono visti pochissimi campioni dotati delle sue stesse qualità tecniche.

Lo sa bene anche il ‘Pibe di Bari Vecchia’, che a più riprese, parlando dei suoi anni da calciatore ha spiegato che, con atteggiamenti diversi, avrebbe potuto fare ed ottenere molto di più di ciò che ha fatto ed ottenuto.

“Nel corso della mia carriera ho giocato al 30 o al 40% delle mie possibilità. Ho fatto più danni della grandine, ma ho giocato in grandissimi club come Real Madrid, Inter e Milan. Se avessi avuto anche la testa avrei giocato da solo sulla luna”.

Bari, Roma, Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter, Parma e ancora Sampdoria. Le tappe stesse della carriera di Antonio Cassano parlano di un ‘giro’ anomalo, di un lungo saliscendi che l’ha portato prima lì dove ogni giocatore sogna di arrivare, poi in quelle squadre che un attaccante del suo calibro di solito incrocia solo da avversario.

Antonio Cassano Real MadridGetty

Una carriera in un certo senso ‘atipica’ e ‘atipica’ non poteva che essere anche la sua conclusione. Se si vanno a rileggere gli annali, l’ultima partita giocata da Antonio Cassano è stato un derby di Genova vissuto ovviamente con la maglia della Sampdoria addosso e perso malamente contro il Genoa l’8 maggio 2016.

Qualche mese più tardi il presidente del club blucerchiato, Massimo Ferrero, avrebbe annunciato che il campione barese non rientrava più nei piani tecnici, tanto che l’obiettivo della società sarebbe stato quello di affidargli un ruolo da dirigente. Cassano rifiuta, non prende in considerazione tutte le offerte arrivategli nel corso dell’estate, ottiene il permesso di allenarsi con la formazione Primavera e poi, nel gennaio del 2017, risolve il contratto che lo lega alla Samp riscoprendosi libero di poter ripartire da qualsiasi squadra.

E’ in questo periodo che inizia a circolare con insistenza una voce che ben presto diventerà ben più di una suggestione: Cassano all’Entella.

Il presidente della Virtus, Antonio Gozzi, aveva iniziato ad immaginare già mesi prima la possibilità di piazzare un colpo che sarebbe potuto rivelarsi incredibile non solo da un punto di vista tecnico. Al giocatore sarebbe stata data la possibilità di godersi gli ultimi anni di carriera in un ambiente tranquillo e lontano dalle pressioni che la Serie A impone, il tutto tra l’altro con la possibilità di restare a Genova.

Cassano, che si sarebbe ritrovato ad essere il nuovo uomo copertina del campionato di Serie B, valuta con attenzione l’opzione ed apre al trasferimento ma a fine febbraio, quando anche il mercato degli svincolati giunge alla conclusione, decide che è meglio restar fermi ed aspettare un qualcosa di diverso l’estate successiva.

Antonio Cassano SampdoriaGetty Images

Quel ‘qualcosa di diverso’ assumerà nel luglio del 2017 le sembianze del Verona. L’accordo con il club scaligero si trova in tempi brevi, ma ancor più breve sarà la sua esperienza in gialloblù: diciassette giorni in tutto.

“Quando faccio qualcosa io mi danno sempre del matto - racconterà tempo dopo a ‘Tiki Taka’ - Semplicemente non è scattata la scintilla. So di potermi ancora divertire a 35 anni, non ero disposto a fare un campionato di sofferenza. L’ho fatto dieci anni fa, quando dal Real sono passato alla Sampdoria, ma questa volta non me la sono sentita”.

Cassano annuncia il suo ritiro, ma se nelle sue gambe non è evidentemente più rimasto del calcio da dare, nella sua testa si sente ancora un calciatore. E’ evidentemente convinto di poter fare ancora la differenza a certi livelli e soprattutto di potersi ancora divertire ed è così che, a quasi due anni e mezzo dalla sua ultima partita giocata, arriva un comunicato che spiazza in tanti.

“La Virtus Entella comunica di aver accolto la richiesta di Antonio Cassano che da lunedì prossimo si allenerà con la prima squadra agli ordini del tecnico Roberto Boscaglia, senza alcun vincolo contrattuale”.

È il 6 ottobre 2018 e con un anno e mezzo di ritardo rispetto ai piani della Virtus, si consuma il tanto atteso matrimonio. Cassano torna ad indossare gli scarpini e lo fa con le migliori intenzioni possibili. Non sa ancora se l’Entella giocherà in Serie B o in Serie C a causa di un tira e molla giudiziario, ma la cosa poco gli importa.

Il lunedì successivo al comunicato si presenta puntuale alle 14,00 al campo di allenamento e ai tanti curiosi che lo attendono assicura “Se sono pronto? Io sono sempre pronto…”.

Il suo stato di forma è discreto ed il suo piede non è cambiato. Quando tocca il pallone si vede che ha un qualcosa di diverso rispetto ai suoi compagni di squadra e se ne accorgono anche i tanti presenti sulle tribune del Comunale di Chiavari che, ad ogni giocata, gli riservano un applauso.

La velocità non è quella dei tempi migliori e non potrebbe essere altrimenti, ma al termine dell’allenamento dal volto di Cassano traspare quella gioia che è propria di tutti i giocatori che iniziano con entusiasmo una nuova avventura.

“Per me era fondamentale tornare a sentirmi un calciatore - spiegherà ai microfoni di 'Sky' - E’ stata una giornata stupenda, sono molto felice. Devo ringraziare il presidente Gozzi che mi ha dato questa opportunità, è una persona di cuore e gli voglio molto bene. Voglio dar conto soprattutto ai miei figli, che sono la cosa più importante della mia via insieme a mia moglie. Le ‘cassanate’ vanno messe in disparte, loro stanno diventando grandi e capirebbero se ho fatto qualche cavolata. Sarebbe una delusione. Certi tempi sono passati, dieci anni fa avevo un’altra testa. Avessi avuto quella di oggi sarei stato un altro calciatore ed avrei vinto molto di più”.

Cassano di fatto non è legato contrattualmente all’Entella, ma il tutto lascia presagire che quella iniziata possa essere una splendida avventura: è pronto a provarci per fare un regalo a se stesso, ma anche al presidente Gozzi (“Per lui farei di tutto perché è una delle poche persone serie nel calcio”).

Dopo due giorni di allenamento differenziato, arriva anche il momento del ‘debutto’ in partita con la maglia dell’Entella. L’occasione è rappresentata da un’amichevole non ufficiale contro la Rivarolese, una squadra che milita in Eccellenza. Gli occhi dei tifosi sono ovviamente tutti per il ‘Pibe di Bari Vecchia’ che, a venti minuti dal termine, fa il suo ingresso in campo.

Dopo circa cento secondi sforna un primo assist per Di Paola. Poco dopo arriva un secondo assist per Mota Carvalho e prima del triplice fischio sforna anche il terzo, questa volta per Martinho. Cassano in campo ce la mette tutta e anche se la forma è lontana dall’essere perfetta, dispensa consigli a tutti e ricambia l’affetto ricevuto con tocchi che scatenano le fantasie di coloro che già lo immaginano protagonista assoluto in una partita ufficiale.

Quello che in pochi possono sapere in quel momento è che a due giorni dal suo inizio, quell’avventura è già arrivata al giro di boa. Il 13 ottobre, a meno di una settimana dal primo allenamento con la Virtus, Cassano annuncia il suo addio al calcio giocato con una lettera che verrà affidata e pubblicata online dal giornalista Pierluigi Pardo.

“Cari amici. È arrivato il giorno, quello in cui decidi che è finita per davvero. Ringrazio il presidente Gozzi e i ragazzi dell'Entella per l'occasione che mi hanno concesso. Gli auguro tutto il meglio. In questi giorni di allenamento però ho capito che non ho più la testa per allenarmi con continuità. Per giocare a pallone servono passione e talento ma soprattutto ci vuole determinazione e io in questo momento ho altre priorità. Voglio ringraziare tutti i compagni di squadra di questi anni, gli avversari, gli allenatori e i dirigenti (sì, certo, anche quelli con cui qualche volta ho litigato). Ma soprattutto voglio salutare i tifosi, quelli dalla mia parte e anche gli avversari, perché senza di loro il calcio non esisterebbe.
Il pallone mi ha dato tantissimo e mi ha fatto conoscere persone magnifiche, grandi campioni e gente comune. Mi ha tolto dalla strada, mi ha regalato una famiglia meravigliosa e soprattutto mi ha fatto divertire da matti. Ancora oggi quando mi capita di vedere una qualsiasi partita resto ipnotizzato. È il gioco più bello che c'è. Sì, lo so, con un altro carattere avrei potuto vincere di più e giocare meglio, ma credetemi, ho vissuto comunque emozioni incredibili e oggi ho accanto a me le uniche cose che contano davvero. La mia famiglia, gli amici e zero rimpianti. Adesso comincia il secondo tempo della mia vita, sono curioso e carico di dimostrare prima di tutto a me stesso che posso fare cose belle anche senza l'aiuto dei miei piedi. Grazie a tutti di cuore. Antonio Cassano”.

Sono le parole di congedo di un campione che ha provato a restare aggrappato al calcio, ma che ha capito di non avere più tutto ciò che serve per fare ciò che tanto ha amato. I cinque giorni all’Entella hanno rappresentato l’ultima ‘cassanata’, ma questa volta non si è trattato di un ‘gesto, comportamento, trovata, tipici del calciatore Antonio Cassano’.

È stato un tentativo in un certo senso romantico. Una 'prova' che è valsa per i tifosi della Virtus un sogno durato forse troppo poco… ma si sa che sognare, in fondo, non costa nulla.

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