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Tomás Guzmán, il primo paraguayano della Juventus che spinse Legrottaglie alla conversione

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Il connazionale Gustavo Neffa qualche anno prima aveva stregato Giampiero Boniperti e l'Avvocato Agnelli, sfiorando soltanto l'approdo alla Juventus. A indossare la maglia bianconera, seppure per poche gare, riuscirà invece Tomás Guzmán, che così nel nuovo millennio diventa il primo calciatore paraguayano della storia della Vecchia Signora.

Attaccante esterno dotato di notevole talento, la sua carriera calcistica lo vedrà fare l'esordio con i colori bianconeri in Champions League, per poi essere protagonista di un lungo girovagare in prestito per i campi della Serie B, tanto da venir ricordato nella storia della Juventus come una meteora.

Uomo di fede e 'Atleta di Cristo', dopo un ritorno di alcuni mesi a Torino in Serie B, raggiungerà la Serie A aSiena, piazza in cui stringe amicizia con Nicola Legrottaglie. Sarà proprio l'incontro con il giovane paraguayano a spingere il difensore all'inizio della sua conversione religiosa, che si completerà qualche anno più tardi.

A livello calcistico Guzmán, utilizzato anche da centravanti di manovra, centrocampista esterno e trequartista, resta in Italia fino al 2012, per poi far ritorno in Paraguay l'anno seguente e sfiorare addirittura la conquista di una Copa Libertadores con l'Olimpia di Asunciòn. Ritiratosi a 33 anni, oggi si divide fra il lavoro di gestione di una concessionaria d'auto col fratello e di vendita di prodotti alimentari, e la predicazione evangelica, cui dedica gran parte del suo tempo.

IL TALENTO CHE STREGÒ MOGGI

Nato ad Asunción, la capitale del Paraguay, il 7 marzo 1982, Tomás Andrés Guzmán Gaytán cresce nelle fila del Presidente Hayes, con cui, giunto in Prima squadra giovanissimo, all'età di 16 anni, disputa il campionato di Seconda divisione locale, e si mette in evidenza con il Paraguay Under 17 che partecipa ai Mondiali di categoria del 1999.

La Albirroja giovanile supera agevolmente il primo turno da prima classificata del girone D, con un goal di Guzmán contro il Qatar nella gara inaugurale vinta 2-0, ma viene poi eliminata ai quarti di finale dal Brasile, che la travolge 4-1.

Attaccante esterno mancino, in grado di giocare sia a destra che a sinistra, e di fare all'occorrenza anche il trequartista, nel torneo in Nuova Zelanda Guzmán attira comunque l'attenzione del Direttore generale bianconero Luciano Moggi, che resta folgorato dal suo talento e decide di portarlo alla Juventus per 2 miliardi e mezzo di vecchie Lire.

METEORA BIANCONERA

Dopo la stagione 2000/01 vissuta con la formazione Primavera, il paraguayano è aggregato alla Prima squadra nel 2001/02 e dovrebbe allenarsi agli ordini del tecnico Marcello Lippi.

Le prospettive sono importanti ma la stellina paraguayana nei Mondiali Under 20 che si disputano a giugno-luglio in Argentina subisce un grave infortunio che lo costringerà ad un lungo stop: il Paraguay arriva quarto, ma lui si rompe i legamenti del ginocchio destro e deve star fermo sette mesi.

Quando torna a disposizione di Lippi, nel febbraio 2002, è chiuso dai tanti campioni della Prima squadra bianconera. Dopo averlo portato in panchina nella sfida casalinga della seconda fase di Champions League contro il Deportivo La Coruña, tuttavia, Lippi gli concede spazio il 20 marzo 2002, in un Juventus-Arsenal che i bianconeri, già eliminati dalla manifestazione, affrontano a ranghi ridotti.

Guzmán fa così l'esordio ufficiale in Prima squadra partendo titolare da seconda punta in coppia con Marcelo Zalayeta. Il ragazzo di Asunción resta in campo 61 minuti, prima di cedere il posto ad un'altra meteora bianconera, Vincent Pericard, sul risultato di 0-0. La Juventus vincerà 1-0 quella partita grazie ad un goal di Zalayeta al 76'.

Quella con i Gunners resterà l'unica presenza stagionale per l'allora ventenne paraguayano che poi in estate sarà girato in prestito alla Ternana in Serie B, iniziando il suo lungo peregrinare per i campi di provincia. Guzmán tornerà tuttavia a giocare per la Juventus nella prima parte del 2006/07, dopo la retrocessione d'ufficio della squadra in Serie B per lo scandalo di Calciopoli.

Il tecnico Didier Deschamps lo utilizza da attaccante esterno in diverse amichevoli, e poi lo fa esordire ad agosto nel Secondo turno di Coppa Italia contro il Martina (0-3 per i bianconeri) e lo impiega anche nel turno successivo con il Napoli, gara che vede i piemontesi cedere 8-7 ai rigori ai partenopei.

In Serie B, invece, il paraguayano non viene praticamente preso mai in considerazione, fatta eccezione per l'impegno casalingo dell'11 novembre 2006 con il Pescara. La partita è vinta 2-0 dalla Vecchia Signora e Guzmán fa l'esordio stagionale in campionato rilevando Nedved all'84'. Il ceco è richiamato in panchina per concedergli la standing ovation dopo la spettacolare doppietta che deciderà l'incontro.

La sua esperienza con la Juventus si conclude di fatto qui, con 4 presenze accumulate in tutto in due momenti differenti, di cui 2 in Coppa in Italia, una in Champions League e una in Serie B. Nel gennaio 2007 Guzmán passa infatti in prestito allo Spezia, riprendendo il suo lungo tour su e giù per la penisola italiana. Il paraguayano, così, non potrà nemmeno festeggiare con Nedved e gli altri campioni l'immediato ritorno in Serie A a fine stagione.

IL LUNGO GIROVAGARE IN PROVINCIA

Al di là dei due brevi spezzoni con la maglia della Vecchia Signora, la carriera italiana di Tomás Guzmán si caratterizza per il lungo girovagare in provincia su e giù per lo stivale.

Tutto inizia nel 2002/03, dopo i primi 2 anni a Torino, con il prestito alla Ternana in Serie B. Con Mario Beretta alla guida, la squadra si piazza all'8°posto finale nel torneo cadetto e il paraguayano colleziona 24 presenze e 2 goal.

Nuovo anno e nuova squadra: nel 2003/04 la Juventus lo gira a titolo temporaneoal Messina. Sullo stretto Guzmán vive una bella stagione, condita da 5 reti in 26 presenze e da una promozione in Serie A dei giallorossi con Bortolo Mutti, subentrato a Patania.

Il talentuoso paraguayano ha tuttavia poco tempo a disposizione per godersi il risultato perché nel 2004/05 cambia nuovamente casacca, trasferendosi di nuovo in Serie B in prestito al Crotone, stavolta sotto la guida tecnica di Gian Piero Gasperini prima e di Andrea Agostinelli poi.

Tomas Guzman CrotoneGetty

Con i pitagorici a livello personale Guzmán vive la miglior stagione della sua carriera, con 9 reti realizzate complessivamente in 42 presenze, di cui 8 in 39 gare di campionato. Il Crotone si piazza al 16° posto, guadagnandosi la salvezza. Per la prima volta il paraguayano viene confermato a titolo temporaneo per un ulteriore anno. I primi 6 mesi del suo 2005/06, anno che vede un ritorno al timone di Gasperini, sono sulla scia della precedente stagione, con 4 goal realizzati in 16 presenze.

I numeri e le prestazioni brillanti gli fanno guadagnare nel gennaio del 2006 la chiamata del Siena di Gigi De Canio in Serie A. Per Guzmán, che per la prima volta ha l'opportunità di misurarsi con il massimo campionato, è una grande opportunità.

Il paraguayano fa il suo esordio in A il 22 gennaio al Franchi contro il Milan di Ancelotti, che si impone 0-3 con doppietta di Kakà e goal di Shevchenko. Guzmán subentra al 74' al posto di Molinaro, a risultato ormai quasi acquisito per i rossoneri, avanti in quel momento di 2 goal.

Successivamente disputa altre 9 partite, per un totale di 10 condite da una rete il 22 aprile 2006 al Tardini, che vale il provvisorio 0-1 sul Parma. Morfeo fisserà poi il punteggio sull'1-1. A fine anno la squadra toscana riesce a salvarsi con un 15° posto finale.

Dopo il ritorno di sei mesi a Torino di cui abbiamo già parlato, nel gennaio 2007 il viaggio in provincia del ragazzo di Asunción riparte dallo Spezia. Per lui 18 presenze e 2 reti fra stagione regolare e playoff e una salvezza conquistata agli spareggi superando il Verona.

Nell'estate del 2007 Guzmán approda in comproprietà al Piacenza, e gli emiliani saranno la squadra con cui giocherà più stagioni in carriera. L'avventura con i biancorossi parte in realtà con il piede sbagliato, visto che per un brutto infortunio muscolare deve stare lontano dai campi per ben 8 mesi. Nel suo primo anno colleziona 15 presenze e 3 goal fra campionato di B e Coppa Italia.

Nel 2008/09, sotto la gestione tecnica di Stefano Pioli, è impiegato da attaccante puro assieme ai compagni di reparto Graffiedi e Cacia e mette insieme 4 reti in 32 presenze. Successivamente il Piacenza riscatta la seconda metà del cartellino dalla Juventus e Guzmán disputa altre 2 stagioni in Serie B in maglia biancorossa.

Resta anche nel 2011/12 nonostante la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione, ma saluta a gennaio 2012 con un bottino di 21 goal in 121 partite per approdare al Gubbio (16 presenze e 3 reti fino a giugno) senza riuscire a salvarlo. L'esperienza con gli umbri è anche l'ultima del paraguayano nel calcio italiano.

IL RUOLO NELLA CONVERSIONE DI LEGROTTAGLIE

Al di là degli aspetti meramente sportivi, la lunga esperienza italiana ha permesso a Guzmán di stringere amicizie importanti. Una di queste con il difensore Nicola Legrottaglie ai tempi del Siena e del ritorno per sei mesi alla Juventus.

L'attaccante esterno paraguayano era diventato infatti da tempo 'Atleta di Cristo', apparteneva cioè all'associazione no profit di ispirazione cristiano evangelica composta da atleti professionisti appartenenti a varie discipline sportive, avente come scopo la diffusione del Vangelo attraverso lo sport.

"Sono nato in una famiglia dove fin da piccolo i miei genitori mi hanno inculcato la parola del Signore, l'amore per la Chiesa - dirà Guzmán in un'intervista con 'Tuttomercatoweb' del marzo 2021 -. Ero quindi già propenso ad avvicinarmi alla fede: all'età di 9 anni sono stato colpito da uno spettacolo teatrale di missionari americani arrivati in Paraguay, si chiamava: 'Le porte del cielo e le fiamme dell'inferno'. Ricordo che a un certo punto queste persone ci avevano chiesto di deciderci per la salvezza e in quel momento aprii gli occhi, perché se non avessi deciso per il Signore avrei aperto le porte dell'inferno".

E sarà proprio grazie all'incontro con Guzmán che Legrottaglie inizierà il percorso di conversione personale che lo condurrà a sua volta a diventare a sua volta 'Atleta di Cristo'.

"L’incontro con Guzman e gli Atleti di Cristo mi ha cambiato la vita - racconterà l'ex centrale difensivo pugliese -. Il rapporto diretto con Gesù Cristo, il Signore, che oltrepassa tutto quello che può essere ricondotto a una struttura umana, come la Chiesa. Siamo di diverse professioni, anche se la maggior parte di noi fa parte della Chiesa Evangelica Protestante. L’insegnamento della parola di Dio deve sovrintendere al nostro modo di vivere".

E anche il paraguayano confermerà:

"Quando ho trovato Nicola a Siena lui era un giocatore conosciuto ma vuoto, triste, amareggiato. Non salutava nessuno e non era ben visto. Aveva conosciuto la parola di Dio, ma non aveva preso sul serio questa scelta. Il Signore, invece, ha fatto modo che noi potessimo conoscerci e lui così ha deciso di cambiare. E lo ha fatto, letteralmente. Durante la mia carriera sono riuscito a parlare di Gesù con tantissimi giocatori e tuttora che mi sono ritirato continuo a farlo".

IL RITORNO IN PARAGUAY E IL RITIRO

Chiusa la lunga esperienza italiana della sua carriera, durata 12 anni, dal 2013 Guzmán ha ripreso a giocare in patria, dove tutto era iniziato.

"Sono rientrato in Paraguay - racconterà a 'Tuttomercatoweb' -. Ho fatto altri tre anni di calcio, giocando prima nell'Olimpia Asunción dove siamo arrivati in finale di Copa Libertadores perdendola poi contro l'Altético Mineiro di Ronaldinho. Quindi ho giocato per il 12 de Octubre e lo Sportivo San Lorenzo".

All'età di 33 anni Guzmán si ritira dal calcio giocato per intraprendere una nuova vita dove la fede viene al primo posto.

"Il Signore sta per ritornare - afferma Guzmán -. Lui ha detto che sarebbe ritornato al padre per poi tornare sulla Terra, ristabilire il suo regno e giudicare i buoni e i malvagi. Per la resa dei conti. Chi decide di aprire il suo cuore, accettando Gesù come Signore Salvatore, ha la possibilità della salvezza".

LA NUOVA VITA

Sposato e con due figli, dal 2015 l'ex enfant prodige pescato in Paraguay da Luciano Moggi è diventato un pastore evangelico che dedica molto tempo alla predicazione del Vangelo e gestisce alcune attività in Paraguay con suo fratello.

"Avendo mio fratello qui, abbiamo avviato insieme delle attività, anche se è lui ad occuparsene maggiormente - dirà Guzmán a 'Tuttomercatoweb' -. Abbiamo una concessionaria auto e ci occupiamo della vendita di alimentari. Questo mi permette di dedicarmi a pieno a ciò che riguarda la vita di fede, la vita di chiesa".
"Abbiamo iniziato a fare alcune riunioni con alcuni fratelli e a seguire la parola. Sono anni ormai che mi dedico a tempo pieno a guidare le chiese localiassieme ad altri fratelli. Predichiamo la parola di Dio".

Il suo passato da calciatore professionista, insomma, fa parte del passato.

"Calcio e fede sono due mondi opposti - sostiene Guzmán -, nella mia carriera ho visto compagni che si sono venduti le partite, per l'amore per il denaro. Ho messo a dura prova la mia fede nel mondo del calcio, ma ho anche potuto aiutare dei ragazzi che avevano un vuoto dentro, nonostante i soldi. Tuttavia non è solo il mondo del calcio ad andare in direzione opposta alla fede, ma è la società stessa. Un cristiano vero si troverà scomodo in qualsiasi contesto in questo mondo".
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