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Toldo Euro 2000 gfxGoal

Toldo a Goal: "Olanda-Italia di Euro 2000 fu memorabile"

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Da riserva a pilastro. Euro 2000, per Francesco Toldo, da una spedizione nelle vesti di gregario si trasformò in una vera e propria favola. Picco più alto la semifinale con l'Olanda, in cui l'ex portierone si rivelò una saracinesca.

Toldo, in esclusiva a Goal, riavvolge il nastro all'edizione disputata 21 anni fa in cui l'Italia perse il trofeo ai supplementari contro la Francia di Trezeguet.

Il tuo approccio personale al torneo.

"Ero il secondo e non pretendevo di prendere il posto di Buffon finché non si è infortunato. Accolsi quegli Europei come una competizione in cui, prima di tutto, dovevo divertirmi. Perché su di me non c'era pressione. E' stata una sorta di ciliegina sulla torta. E alla fine è quello che è successo, mi sono divertito tanto".

"Gli anni migliori della mia carriera sono stati tra i 26 e i 34 anni. Allora ero in Nazionale da quasi 5 anni, un po' di più se tengo conto anche dell'Under 21, dove il gruppo di giocatori era pressoché lo stesso. Avevamo già affrontato la Francia di Zidane a Montpellier (agli Europei Under 21 del 1994, ndr), la mia carriera internazionale si è protratta fino al 2004. E' stata un'esperienza incredibile. Giocare per il proprio Paese è sempre un motivo di grande orgoglio, si dice anche che indossare la maglia della propria Nazionale sia una responsabilità pesante ma per me non lo è mai stato".

Contesto complicato in Italia a causa dei processi antidoping?

"Sì, c'erano diversi problemi. Ma storicamente l'Italia si è sempre compattata prima delle grandi competizioni, che sia a causa di critiche esterne o controversie di ogni tipo. Avevamo un gruppo di giocatori molto unito e forte. Era una squadra abbastanza giovane, ma molto ambiziosa. Nonostante il vento contrario eravamo fiduciosi, soprattutto perché potevamo contare su giocatori di qualità come Alessandro Del Piero e Francesco Totti. Il nostro obiettivo era portare a casa il trofeo".

Un girone molto semplice per l'Italia.

"Sì, ma personalmente non ero molto contento. Mi sentivo un po' nervoso".

Francesco Toldo Netherlands ItalyGetty

Contro l'Olanda una partita da sogno.

"Sapevo esattamente cosa sarebbe accaduto. Il giorno prima ho immaginato lo scenario esatto di quella partita: vedevo gli olandesi affrontarmi a turno, senza riuscire a segnarmi. Erano goffi perché sentivano il peso dello stadio e la pressione".

Una sensazione di invincibilità?

"No, non direi così, altrimenti avremmo vinto anche la finale (ride, ndr). Ma resta comunque una partita memorabile".

Assoluta fiducia durante i rigori?

"I rigori non avevano sorriso all'Italia negli anni '90, ma personalmente ero tranquillo. Ero rilassato e sicuro delle mie qualità. Soprattutto dopo quello che avevo fatto nei tempi regolamentari in quella partita. L'ascesa psicologica era dalla mia parte".

Francesco Toldo Netherlands ItalyGetty

La partita più difficile della carriera?

"A dire il vero ne ho giocate alcune più difficili di quella. Ma Olanda-Italia, proprio per la sua importanza, resta la più memorabile agli occhi dei tifosi italiani".

La gara contro la Francia.

"Quella partita è stata complicata, abbiamo avuto un giorno di riposo in meno dopo aver giocato i supplementari contro l'Olanda. C'era una mancanza di freschezza che alla fine abbiamo pagato. Fisicamente, i francesi stavano meglio di noi. In quegli anni era una squadra che partiva lentamente, per poi alzare il ritmo e finire alla grande".

Tristezza, ma anche tanto orgoglio.

"E' vero che il calcio italiano era abituato a trionfare, ma arrivare al secondo posto non è motivo di vergogna. La medaglia d'argento è molto apprezzata in altre discipline sportive. Perché non nel calcio? Questa è una grande eccezione. Dopo aver digerito la sconfitta, non dico di essere felice ma non ero nemmeno giù di morale. Mi sentivo normalmente, ero orgoglioso di quanto avevamo fatto. E poi, dalle sconfitte, si impara sempre qualcosa, molto più che dalle vittorie. Ciò rende più forti, bisogna riprovare: così ci è venuta fame per il futuro e per i successi che abbiamo vissuto. E poi la storia è questa, non possiamo cambiarla".

Di nuovo nell'ombra dopo il recupero di Buffon.

"Ad essere onesto, non era molto facile da accettare. Ma quello era il contesto del momento in Nazionale e bisognava convivervi. Sono una persona molto rispettosa delle scelte dell'allenatore e delle gerarchie".

Votato come miglior portiere di Euro 2000.

"Ero orgoglioso dei premi individuali ricevuti in quegli Europei, anche se preferisco condividere le vittorie con la squadra: meglio i premi collettivi dunque".

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