Pubblicità
Pubblicità
GFX ThuramGoal

Thuram alla Juventus: intelligenza al potere

Pubblicità

Beh, 144 presenze con la Juventus non si possono dimenticare. E, infatti, Lilian Thuram non l'ha fatto. Lui che, prima dell'approdo di De Ligt alla corte della Signora, ha rappresentato l'investimento più oneroso della storia dei difensori bianconeri. Roba da 41 milioni e 500 mila, convertiti in euro. Una cifra monstre, quella spesa da Madama nel giugno del 2001, ma lungimirante.

Perché il francese, con grande intelligenza e professionalità, ha fatto per anni le fortune del gruppo zebrato. Nel dettaglio, cinque stagioni vissute premendo ininterrottamente sull'acceleratore. Come terzino, come centrale, come calciatore applicato. Rispettato da tutti, dentro e fuori il rettangolo di gioco.

Poche parole, ma dette bene e con autorevolezza. L'ex Parma, e lo dimostra l'attualità, non è solito concedersi né ai riflettori né alle banalità. Un uomo di spessore, capace di rispondere per le rime a a Jean-Marie Le Pen, che si lamentava dell'eccessiva presenza di giocatori di colore all'interno della Nazionale francese.

Una vera e propria forza della natura, capace di imporsi in Italia - tra le fila Ducali - con rapidità ed efficacia. Un'esperienza vincente: Coppa Uefa, Coppa Italia e Supercoppa Italiana. Un solo rimpianto, per lui e per la famiglia Tanzi, ovvero lo scudetto sfiorato più volte. Raggiunto, successivamente, all'ombra della Mole.

Fortemente voluto dall'ex dg Luciano Moggi, costantemente a caccia di leader, nonché grande sponsor di Thuram, con tanto di corteggiamento già ai tempi del Monaco.

"Ho avuto la fortuna di giocare in una squadra in cui non servivano parole. Nello spogliatoio c'era gente come Pessotto, Conte, Ferrara: entravi lì dentro, e se non eri proprio stupido diventavi già della Juve. Bastava seguire la direzione indicata da quei grandi personaggi"

E, al netto di Calciopoli, il francese con la Juve le sue soddisfazioni ha avuto modo di togliersele. Sebbene sbarcato a Torino all'epoca con 29 primavere sulle spalle, quindi non certamente da promessa di belle speranze.

Lilian deve molto soprattutto a Marcello Lippi che, con dedizione e perseveranza, gli ha fatto capire di essere munito di tutte le caratteristiche necessarie per arare la fascia destra. Bingo.

Velocità, tecnica, cross. Ha ragione il tecnico viareggino e, giustappunto, il transalpino diventa una fonte di gioco a tutti gli effetti.

Thuram JuventusGetty Images

Esponente illustre dello scudetto 2001-2002, l'allora 21 bianconero - con un'incursione solitaria d'altri tempi - trova anche il goal, l'unico segnato con la Juve, rifilato al Milan. Con un'esultanza, tra lo stupore individuale e collettivo, divenuta pressoché iconica.

Alla Juventus approda anche Fabio Cannavaro, compagno di Lilian già ai tempi del Parma. Risultato? Coppia centrale di livello assoluto, valorizzata dai concetti di Fabio Capello, di difficile imitazione su scala internazionale.

Insomma, dominante in campo, lucido fuori. Sempre pronto ad esporsi, anche su temi delicati come il razzismo:

"In Italia c’è un vero problema razzismo e quello che mi rende più triste è che lo si accetti. C’è ipocrisia per cui si dice che non è possibile accettarlo, ma ciò che emerge negli stadi è l’immagine della società. Il razzismo esiste ovunque. Le nostre società si sono costruite sull’idea che essere bianchi è meglio, come sull’idea che essere uomini è meglio che essere donne. Lo stesso avviene relativamente all’essere eterosessuali". 

Chiamatelo, se volete, gigante del pensiero. O più semplicemente, Lilian Thuram.

Pubblicità

ENJOYED THIS STORY?

Add GOAL.com as a preferred source on Google to see more of our reporting

0