GOALUna cosa è certa: Znedek Zeman, non uno qualunque, stravedeva per lui. Ma Panagiotis Tachtsidis, nonostante le indubbie potenzialità, non è riuscito, almeno per il momento, a mantenere nella sua carriera calcistica le grandi aspettative che i vari club con cui ha giocato avevano riposto su di lui.
Regista di centrocampo dotato di una tecnica purissima e di un fisico statuario, ha fallito la grande occasione avuta nella Roma e successivamente non è riuscito a imporsi nelle tante squadre che gli hanno offerto un'altra possibilità. I suoi limiti? Innamorarsi un po' troppo del pallone, finendo per ritardare i ritmi di gioco, oltre a una certa macchinosità nei movimenti e a un carattere introverso e fumantino, che lo ha portato spesso a reagire in modo sbagliato al gioco falloso ai suoi danni, finendo per vedersi sventolare troppe volte il cartellino rosso.
Nato a Nauplia, nel Peloponneso, il 15 febbraio 1991, Tachtsidis è cresciuto calcisticamente nell'AEK Atene. Dopo 3 stagioni in Prima squadra, in cui si affaccia nel calcio professionistico, debuttando anche in Europa League, a portarlo in Italia è il Genoa di Enrico Preziosi, che nel 2010, quando il centrocampista ha 19 anni, investe 200mila euro. Tachtsidis firma un contratto di 4 anni con il Grifone a 400mila euro a stagione, ma viene girato in prestito al Cesena per fare esperienza.
Nei 6 mesi in Romagna, però, non riesce a trovar spazio e a gennaio cambia già maglia, passando al Grosseto, in Serie B. In Toscana gioca le prime partite nel calcio italiano, 8, e il suo debutto assoluto, in particolare, è in grande stile. Nella gara d'esordio, infatti, il 3-2 casalingo contro il Pescara, serve 2 assist, dando un contributo decisivo alla sua squadra. Nell'estate 2011 si trasferisce così al Verona, sempre a titolo temporaneo.
Getty ImagesNella formazione scaligera parte come riserva di Hallfredsson, ma riesce a ribaltare le gerarchie e a guadagnarsi il posto da titolare. In gialloblù vive una stagione molto positiva, totalizzando 2 reti in 37 presenze, di cui 35 da titolare, cui vanno aggiunte 2 presenze e un goal nei playoff. A fine stagione i gialloblù sono promossi in Serie A, mentre Tachtsidis è fra i migliori giovani del campionato assieme ad Alessandro Florenzi (che sarà poi suo compagno di squadra nella Roma, ndr), Lorenzo Insigne e Nicola Sansone.
A notare il suo talento fra gli altri c'è l'allenatore della Roma Znedek Zeman. Proprio il tecnico boemo chiede al D.s. Walter Sabatini di portare il centrocampista greco nella capitale nell'estate 2012.
"Zeman mi ha detto: prendimi questo giocatore, te lo trasformo in un campione", spiega il dirigente giallorosso parlando con i giornalisti.
Logico che di fronte a simili affermazioni, le aspettative siano altissime. Il D.s. lo accontenta e acquista Tachtsidis con la formula della comproprietà. Il greco firma per 5 anni, e illude i tifosi segnando un gran goal su pallonetto nella prima amichevole stagionale. Zeman decide di puntare sul nuovo arrivato già dalla 2ª giornata di campionato, che vede la Lupa impegnata a Milano contro l'Inter. A San Siro, come tutta la squadra, Tachtsidis, all'esordio in Serie A, disputa un partitone, la Roma vince 3-1 e il greco, che in quell'occasione è preferito a Pjanic, sembra avviato ad una stagione da protagonista.
Invece non sarà così: le sue prestazioni sono molto altalenanti e la situazione diventa molto delicata quando Zeman in alcune occasioni darà spazio al greco al posto di Daniele De Rossi, oltre che di Pjanic. Questa scelta attira al boemo numerose polemiche, e Tachtsidis è addirittura oggetto di fischi da parte dei tifosi giallorossi all'Olimpico. In sua difesa interviene lo stesso tecnico.
"Si è creato un dualismo con Daniele ed è normale che ci sia molta più gente a favore del suo concorrente. - dice a 'Roma Channel' - Lui ci è rimasto male dei fischi dello stadio, è un ragazzo molto sensibile e ha pagato anche questo. Io ci parlo spesso, cerco di tranquillizzarlo, ma anche lui deve reagire e dimostrare che è un giocatore da Roma. Io lo so, ma deve convincere anche gli altri, deve andare avanti e farsi le spalle grosse. Ma non è giusto da parte dei tifosi fischiare un giocatore che porta la maglia della Roma prima che scenda in campo, è assurdo".
Il 27 gennaio, nel 3-3 contro il Bologna, Tachtsidis segna il suo primo goal in Serie A. Le due successive sconfitte dei giallorossi contro Catania e Cagliari fanno precipitare la squadra all'8° posto in classifica lontana dalla zona Champions. La scommessa Tachtsidis fallisce, la società prende una decisione drastica ed esonera Zeman, e quando si concretizza l'avvicendamento in panchina con Aurelio Andreazzoli, il greco trova poco spazio, chiudendo la stagione 2012/13 con 21 presenze (più 2 in Coppa Italia) e un solo goal.

Il flop è sotto gli occhi di tutti e così, nell'estate 2013, Tachtsidis lascia la capitale e si trasferisce al Catania nell'ambito dell'operazione che porta Francesco Lodi al Genoa. Le cose per il greco, anche con gli etnei, non vanno bene. I risultati con Maran in panchina non sono positivi e la squadra scivola fin da inizio campionato nelle ultime posizioni in classifica. Dopo sole 12 presenze, il deludente Tachtsidis viene ceduto in prestito a gennaio al Torino in prestito secco con diritto di riscatto della comproprietà.
"Volevo rimettermi in discussione, tornare a essere protagonista, - spiega il regista dopo il trasferimento - quindi appena ho saputo dell’interessamento del Torino ho sperato che l’operazione si chiudesse il più velocemente possibile. Perché la piazza è una delle più prestigiose d’Italia e il club è ben organizzato. E poi perché il Toro ha lanciato molti talenti, negli ultimi anni. Ringrazio il Presidente Cairo e il direttore Petrachi, ho percepito la stima e la fiducia che hanno in me e questo per me è importantissimo. Un saluto a tutti i tifosi del Toro".
Anche l'esperienza in granata, però, per Tachtsidis sarà breve e deludente. Undici presenze e un solo goal (contro la Lazio) in 6 mesi, preludio di un nuovo cambio di maglia. Il greco torna infatti al Verona, in prestito con diritto di riscatto dal Genoa, che nel frattempo ha acquisito l'altra metà del cartellino dal Catania. Con i veneti magicamente, si ritrova. I 3 goal in 34 presenze rappresentano la sua miglior stagione finora in Serie A. Gli scaligeri conquistano la salvezza ma il centrocampista greco non è riscattato e torna al Genoa, che stavolta decide di tenerlo in rosa.
Tachtsidis gioca con i rossoblù l'intera stagione 2015-16, collezionando 24 presenze e 2 goal, uno dei quali contro la Roma, la sua ex squadra. Nell'estate 2016 il Torino acquisisce il suo cartellino. I granata però decidono di puntare su Mirko Valdifiori come regista titolare e il greco, vistosi chiuso, accetta il prestito al Cagliari, guidato da Massimo Rastelli. In Sardegna trova abbastanza spazio, giocando 26 gare, senza tuttavia riuscire ad avere un rendimento elevato.
In estate lascia l'isola e la Serie A, con il Torino che lo cede a titolo definitivo all'Olympiacos. Ma anche in patria (17 presenze) delude, per poi tentare l'esperienza inglese con il Nottingham Forest. Nuovo flop, visto che di fatto non scende mai in campo, prima del ritorno in Italia con il Lecce in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione. Nella squadra di Liverani partecipa, pur senza eccellere alla cavalcata giallorossa dalla B alla A con 17 apparizioni complessive.
Nel 2020 è stato riscattato come previsto dai salentini, che lo hanno confermato in Serie A. La nuova retrocessione del Lecce non ha cambiato il destino di Tachtsidis, rimasto anche in cadetteria. Concorrenza, stagione altalenante e addio nel 2021, per vestire la maglia dell'Al-Fayha Football Club in Arabia Saudita, prima del trasferimento negli Emirati Arabi Uniti al Khor Fakkan e quindi al Cluj.
Zeman immaginava per lui un futuro da campione in una grande squadra, la carriera di Tachtsidis, invece, oggi trentatreenne, probabilmente anche per colpe sue, è stata fino a questo momento piuttosto modesta.
