Alessio Tacchinardi conosce molto bene la Champions League . Ne ha giocate tante di sfide nell'Europa che conta e, soprattutto, ha alzato la coppa nella finale di Roma del '96 contro gli olandesi dell 'Ajax . Poi, tre finali perse con la maglia della Juventus e una semifinale storica con gli spagnoli del Villarreal.
Tacchinardi, vede delle analogie tra Amsterdam '98 e l'imminente appuntamento di Cardiff? “Sinceramente nessuna, so anche che qualcuno sulla carta ha tentato di paragonare il sistema di gioco allegriano a quello della Juve di Lippi. Noi giocavamo con il rombo a centrocampo, l’attuale no. Quella fu una classica finale nell’accezione più negativa del termine. Un match chiuso, brutto e bloccato, con pochissime giocate e pochissimo spettacolo, deciso da quel goal in fuorigioco di Mijatović, perché quella rete era irregolare nonostante le sue parole. In quella partita giocammo discretamente fino ai trenta metri a ridosso della porta avversaria, ma non avemmo l’intuizione, l’idea giusta, la finalizzazione vincente, Zidane e Del Piero erano con le polveri bagnate, va detto che Alex aveva subito un problema muscolare non del tutto risolto e non godeva di perfetta forma fisica. Il Real giocava per salvare la stagione, noi eravamo focalizzati su quell’appuntamento importantissimo, ma sappiamo come è andata. La partita di sabato sarà diversa, spero anche nell’esito del risultato ”.
Allegri predica positività … “ Il tecnico toscano sta preparando al meglio questa finale. Sono d’accordo con lui, ci vuole positività e grande forza mentale per risultare vincenti. La consapevolezza della Juve oggi è un fattore primario, però, non bisogna dimenticare i risultati delle ultime finali, purtroppo. Giusto mentalizzare e focalizzare i giocatori su elementi positivi, senza scordare il passato, serve a far rimanere l’ambiente con i piedi per terra ”.

Tatticamente che gara si aspetta? “Una partita sicuramente equilibrata, giocata sul filo del rasoio, arrivano a Cardiff due compagini che hanno fatto una grande stagione. Il Real è cresciuto molto negli ultimi mesi, ha vinto la Liga, ha eliminato squadre importanti, corre parecchio al servizio dei grandi fuoriclasse in organico. Della Juventus sappiamo tutto, ed è probabilmente la squadra più completa e organizzata di tutta la Champions. Mi attendo uno svolgimento fatto di intensità, buoni ritmi, capovolgimenti di fronte e il risultato, probabilmente, deciso dal colpo di un fuoriclasse ”.
Chi risolverà il match e quanto le piacerebbe giocare in questa Juve? “Mi piacerebbe moltissimo entrare in campo con questa Juve, tra l’altro le mie caratteristiche da giocatore ben si adatterebbero al gioco proposto da Allegri. Da una parte vedo decisivi Cristiano Ronaldo e Kroos, per la Juventus confido in Higuain e Pjanic. Il Real ha un unico difetto: porta tanti uomini sopra la linea-palla e certe volte si fa trovare scoperto, ma è una squadra micidiale e Zidane si è dimostrato un grande allenatore, molto scaltro e ottimo conoscitore del calcio italiano. I bianconeri dovranno stare attenti e sempre concentrati, ma hanno una fase difensiva invidiabile che in Europa non ha nessuno, per non parlare di centrocampo e attacco ”.
Che competizione è la Champions? “Molto strana, bisogna farsi trovare subito pronti, specialmente nelle finali. Con la Juve potevo vincerne almeno altre due di coppe. Ho giocato quattro finali, una semifinale contro il Manchester disastrosa e potevo andare in finale con il Villarreal nel 2006: ci fermammo per un rigore errato di Riquelme. Ma questa Juventus si merita di tornare ad alzare il trofeo, pagherei di tasca mia per vedere Gigi Buffon sollevare la Champions. Se lo meritano tutti, giocatori, allenatore, società e i tifosi che attendono un nuovo trionfo europeo da tanti anni”.
Insomma, questo è l’anno buono per la Juve? “Al netto di tutte le riflessioni e le analisi, io dico di sì. Sarà l’anno buono per portare a Torino la>




