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Supercoppa 2011GOAL

La Supercoppa italiana 2011: quando Milan-Inter a Pechino finì 2-1 per i rossoneri

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Nata nel 1988, la Supercoppa Italiana ha vissuto nel 2011 la sua 24ª edizione, la seconda disputata in Cina dopo quella del 2009 e la prima a mettere di fronte, in un inedito Derby della Madonnina, le due squadre milanesi Milan e Inter.

La partita si disputa anche in questa occasione nel palcoscenico dello "Stadio Nazionale di Pechino", soprannominato 'Nido d'uccello' per la sua particolare forma, e in piena estate, dato che viene messa in calendario per sabato 6 agosto.

VERSO LA SUPERCOPPA 2011

Il trofeo apre ufficialmente la stagione calcistica 2011/12 in Italia e mette di fronte da una parte il Milan di Massimiliano Allegri, campione d'Italia in carica dopo aver vinto lo Scudetto, e dall'altra l'Inter, che ha conquistato la Coppa Italia sotto la gestione Rafa Benitez-Leonardo ed è campione del Mondo per club, affidata dopo l'addio del brasiliano alla guida di Gian Piero Gasperini.

I rossoneri avevano vinto nel 2010/11 il loro 18° Scudetto, precedendo di 6 lunghezze i cugini e spezzando il loro dominio che a livello nazionale durava ininterrotto da5 anni.La matematica certezza del Tricolore era arrivata il 7 maggio grazie al pareggio per 0-0 con la Roma. In precedenza erano stati eliminati dal Palermo (2-2 a San Siro, 2-1 per i siciliani al Barbera) nelle semifinali di Coppa Italia, competizione nella quale invece avevano poi trionfato i nerazzurri, impostisi 3-1 sui rosanero nella finale di Roma del 29 maggio.

Milan e Inter si ritrovano così a sfidarsi per la seconda finale-derby della loro storia dopo quella di Coppa Italia del 1977. La società nerazzurra decide di puntare per il futuro sul tecnico di Grugliasco, reduce da un ciclo molto positivo di 4 anni sulla panchina del Genoa, mentre quella rossonera conferma la fiducia al tecnico livornese Massimiliano Allegri. Entrambi i club che si sfideranno a Pechino sono protagonisti di una campagna acquisti che ridisegna profondamente le due rose.

Il Milanperde a centrocampo Andrea Pirlo: reduce da una stagione caratterizzata da diversi problemi fisici, il regista bresciano si svincola dopo il mancato accordo per il rinnovo e firma con la Juventus di Antonio Conte. Oltre al campione del Mondo 2006 salutano i rossoneri i difensori Nicola Legrottaglie (svincolato) e Massimo Oddo (ceduto in prestito al Lecce) e l'esterno Marek Jankulovski (anche lui svincolato).

Via anche il difensore greco Papastathopoulos (a titolo definitivo) al Genoa con il giovane Alexander Merkel (in compartecipazione), mentre sempre al Lecce fa compagnia ad Oddo, anche lui a titolo temporaneo, l'altro giovane Rodney Strasser. Con altri due prestiti lasciano il capoluogo lombardo il terzino spagnolo Didac Vilà, approdato all'Espanyol, e la baby punta Oduamadi richiesta dal Torino.

Pochi, invece gli arrivi, in un quadro generale di riduzione dell'oneroso monte ingaggi. Firmano con il Diavolo due difensori svincolati, Philippe Mexes e Taye Taiwo. Dal Genoa arriva in comproprietà l'attaccante esterno Stephan El Shaarawy, mentre dal Liverpool torna in Italia con diritto-obbligo di riscatto legato al verificarsi di determinate condizioni, Alberto Aquilani. A loro si aggiungerà ma solo nell'ultimo giorno di trattative l'acquisto a titolo definitivo di Antonio Nocerino (500 mila euro). Il giocatore è ancora in rosanero quando si gioca la Supercoppa italiana.

Nell'Inter, invece, è in atto un profondo ricambio generazionale: chiude la sua carriera un pilastro del Triplete, Marco Materazzi, mentre l'attaccante honduregno David Suazo, scaduto il contratto con i nerazzurri, si accasa al Catania. In entrata spicca il colpo Ricky Álvarez: il fantasista argentino arriva dal Velez Sarsfield al costo di 12 milioni di euro. Con lui ecco anche il giovane esterno Luc Castaignos, pagato 3 milioni al Feyenoord. Rientrano dai rispettivi prestiti Davide Santon dal Cesena eil ghanese Sulley Muntari dal Sunderland.

È con questo organico, che vede ancora in squadra Samuel Eto'o e Goran Pandev, due dei grandi protagonisti del Triplete, che i nerazzurri si apprestano ad affrontare i cugini nel primo trofeo stagionale. Solo più in là, nelle ultime settimane di trattative, cederanno il camerunense ai russi dell'Anzhi per la bellezza di 27 milioni di euro e il macedone al Napoli in prestito oneroso.

I due saranno rimpiazzati dall'uruguayano Diego Forlan (5 milioni per prelevarlo dall'Atletico Madrid) e dall'argentino Mauro Zarate (in prestito oneroso dalla Lazio). Arriverà anche il giapponese Yuto Nagatomo dal Cesena (a titolo definitivo per 4 milioni e mezzo di euro). Tutti loro, però, vestiranno di nerazzurro nelle ultime settimane di agosto, a Supercoppa italiana ormai giocata.

Le due squadre milanesi si contendono dunque il trofeo con organici ancora parziali e non completi, visto che il calciomercato estivo 2011 chiude il 31 agosto.

LA SFIDA DI PECHINO

Allegri schiera il Milan con il classico 4-3-1-2 della stagione precedente: in attacco Robinho affianca il terminale offensivo Ibrahimovic, e le due punte sono supportate da Kevin-Prince Boateng sulla trequarti. Al posto di Pirlo il playmaker è Van Bommel, 'la diga olandese', che ha il doppio compito di spezzare il gioco degli avversari e far ripartire l'azione. Con lui Gattuso e Seedorf, mentre Ambrosini parte dalla panchina. In difesa coppia centrale formata da Nesta e Thiago Silva, mentre Abate e Zambrotta sono i due esterni bassi.

Gasperini in partenza si affida al 3-4-2-1. In porta c'è Júlio César, davanti a lui una difesa a tre composta da Ranocchia, Samuel e Chivu. Capitan Zanetti e il giovane Joel Obi presidiano le due fasce, con il recuperato Stankovic, reduce da un problema al ginocchio, a comporre la coppia centrale di centrocampo con Thiago Motta.

Sulla trequarti spazio all'oneroso acquisto estivo, Ricky Álvarez, accanto all'olandese Wesley Sneijder, uno degli eroi del Triplete. I due agiscono a sostegno dell'unica punta, Samuel Eto'o, già destinato alla partenza ma trattenuto almeno fino all'importante partita da giocare in Cina. A dirigere la gara è l'internazionale arbitro bolognese Nicola Rizzoli davanti a circa 70 mila spettatori, per la maggior parte tifosi cinesi che simpatizzano per i colori rossoneri.

Gattuso da una parte e Zanetti dall'altra sono i due capitani. La tensione fra i giocatori è molto alta ed è la squadra nerazzurra a partire meglio e a mettere in difficoltà i rossoneri, che paiono ancora appesantiti dalla preparazione estiva. Tanto più che la temperatura e l'umidità sono moIto elevate.

"C'era una grossa umidità - ammetterà Abbiati qualche anno dopo -. Io, dato che non ero un giocatore di movimento, lo accusavo un po' meno. Penso che i giocatori soffrissero molto di più quelle temperature".

Il primo tiro in porta è dell'Inter con Sneijder che da distanza siderale arma il destro e sparacchia alto sopra la traversa, il Milan risponde con una sponda di spalle di Ibrahimovic per Robinho, che si inserisce sulla sinistra dell'area di rigore avversaria ma in precario equilibrio mette a sua volta sul fondo al 7'.

Con lo scorrere dei minuti sono però i nerazzurri ad apparire più incisivi. Stankovic 'scalda' il sinistro e prende la mira dalla distanza: pallone alto sopra la traversa di Abbiati. La difesa del Milan è in affanno e al 21' ecco l'episodio che può cambiare la gara: Gattuso, particolarmente acceso, stende Eto'o al limite dell'area di rigore rossonera in posizione molto defilata sulla sinistra. Per Rizzoli, nonostante le vibranti proteste dei giocatori del Milan, non ci sono dubbi: è calcio di punizione per l'Inter.

Sulla palla si porta lo specialista Sneijder. Il numero 10 nerazzurro calcia a giro col destro sul primo palo. Il pallone supera la mini-barriera composta da Seedorf e Robinho ed è indirizzato all'incrocio dei pali: Abbiati non si aspetta una simile conclusione e riesce solo a sfiorare la sfera, che si infila così in porta. L'Inter passa a condurre 1-0, con annessa esultanza smodata dell'autore del goal Sneijder, che si mette in posa nell'esultanza nella parte di stadio dove sono collocati i suoi tifosi.

"Ero convinto di averla presa - spiegherà qualche anno dopo il portiere in un'intervista con i canali ufficiali del Milan -, ma la palla andò sul palo interno. Secondo me non avrei dovuto prendere goal in quella situazione, sono stato sempre molto critico con me stesso nella mia carriera".

Nonostante lo svantaggio, Allegri non muta l'assetto del Milan, che non ha lì per lì una reazione evidente. I rossoneri tengono il campo, senza riuscire ad affondare i colpi. D'altro lato anche l'Inter non riesce a chiuderla. Dopo la mezzora di gioco, Álvarez si vede con una conclusione fuori misura che non inquadra lo specchio, poi è Eto'o a concludere da posizione defilata sulla destra: tutto facile stavolta per Abbiati, che non ha problemi a trattenere il pallone.

I segnali di un lento risveglio del Milan si iniziano a vedere al 40', quando, su cross dalla destra di Abate, Ibrahimovic gira di testa in corsa e colpisce il palo a Júlio César battuto. Il legno salva però il portiere brasiliano e le due squadre vanno a riposo nell'intervallo sul punteggio di 1-0 per l'Inter.

Nel secondo tempo, però, il Milan torna in campo con un altro passo, e per i nerazzurri di Gasperini iniziano i problemi. Subito Seedord, al 52', calcia dal limite col destro mettendo di poco alto sopra la traversa. Fra i nerazzurri è sempre Sneijder il più vivace, e ancora l'olandese ci prova dalla lunga distanza, spedendo ancora una volta la sfera troppo alta fuori dallo specchio.

Ma al 60' il Milan pareggia: Robinho recupera palla spalle alla porta al limite dell'area avversaria e con una splendida apertura smarca Seedorf sulla destra, Júlio César è poco reattivo nell'uscita e l'olandese serve a Ibrahimovic un cioccolatino di assist, con il pallone che chiede soltanto di essere spinto in rete dal fuoriclasse svedese, bravo a insaccare con un colpo di testa in tuffo. L'1-1 spegne le certezze dell'Inter e aumenta la fiducia nella propria forza del Milan.

Tanto più che Allegri rompe gli indugi al 62', quando decide di inserire il brasiliano Pato al posto del connazionale Robinho, che ormai non ne ha più. Il gioco rossonero è brioso ed efficace, l'esatto opposto della prima frazione. Pochi secondo dopo l'ingresso in campo del papero, Boateng si ritrova solo davanti al portiere avversario, bravo nell'occasione a respingere la conclusione del ghanese, anche se poi l'arbitro, su segnalazione del guardalinee, rileva il fuorigioco di rientro del neoentrato, ritenuta influente nell'azione.

Gli animi si scaldano quando Thiago Motta è protagonista di un provocatorio intervento falloso al limite dell'area rossonera su Thiago Silva. Si scatena un parapiglia, e Rizzoli fa fatica a riportare la calma in campo. Ma il Milan ha più energie e al 69' passa a condurre. Su sventagliata di Abate, controllo in corsa e gran tiro a incrociare di Pato dalla destra: Júlio César può solo respingere il pallone che colpisce il palo. Sulla ribattuta arriva di gran carriera Boateng, che in scivolata ribadisce in rete per il 2-1. La rimonta del Diavolo è compiuta, e il numero 27 esulta mimando una mossa di kung-fu prima di ricevere l'abbraccio caloroso dei compagni di squadra.

Gasperini inserisce Faraoni per Álvarez, Castaignos per Obi e Pazzini per Stankovic, mentre nelle fila rossonere entrano anche Ambrosini per Gattuso ed Emanuelson per l'autore del secondo goal Boateng. La gara resta aperta fino al recupero, quando succede un po' di tutto. Prima sono i rossoneri a spingere e ad andare vicini al terzo goal, con Seedorf che effettua un tunnel ai danni di capitan Zanetti.

Poi però l'Inter si riversa nella metà campo avversaria e al 90' + 4 va in rete: Samuel nelle vesti inedite di suggeritore effettua un passaggio filtrante per Eto'o, che controlla in area e spedisce il pallone alle spalle di Abbiati. Ma l'esultanza del numero 9 camerunense viene subito abortita dalla bandierina del guardalinee, che segnala il fuorigioco. Rizzoli dunque annulla e le immagini televisive, in un'epoca in cui il VAR ancora non esiste e nemmeno il fuorigioco semiautomatico, Eto' è effettivamente avanti rispetto ai difensori avversari quando parte il pallone.

È l'ultimo episodio di una gara tiratissima, che dopo 5 minuti di recupero assegna al Milan la sua sesta Supercoppa Italiana a 7 anni di distanza dalla precedente, con Massimiliano Allegri che può festeggiare il secondo trofeo in rossonero pochi mesi dopo lo Scudetto. A sollevare il trofeo nel piccolo palchetto predisposto dall'organizzazione al centro del campo è capitan Gattuso, che, assieme ai suoi compagni, è sommerso da tanti coriandoli dorati sparati in aria. In campionato i rossoneri inseguiranno a lungo il sogno del bis tricolore, venendo però battuti alla lunga dalla Juventus.

Per l'Inter, che conferma la maledizione cinese, dopo la sconfitta nel 2009 con la Lazio sempre a Pechino, e il suo nuovo allenatore Gasperini, il cammino inizia invece con una profonda delusione. L'avventura del 'Gasp' in nerazzurro si chiuderà precocemente a fine settembre, a causa dei risultati fortemente negativi ottenuti anche in campionato e in Champions League.

Al suo posto Moratti chiamerà a guidare la squadra milanese Claudio Ranieri. Il tecnico romano sarà a sua volta esonerato nel finale di una stagione negativa per i colori nerazzurri, chiusa con un 6° posto finale in campionato e per la prima volta dal 2002, una mancata qualificazione alla Champions League.

"Quello che ricordo è che il Milan ha meritato la vittoria finale - sosterrà Abbiati -. Nella ripresa, noi siamo riusciti ad avere più occasioni e a ribaltare il risultato".

Il portiere rivela che aveva con sé per l'occasione anche un piccolo portafortuna.

"Avevo un piccolo rosario nella parte destra della gamba - racconta - e diciamo che mi portava bene. Sugli spalti, invece, i tifosi cinesi avevano intonato un coro in italiano per sostenere le due squadre".

IL TABELLINO

Sabato 6 agosto 2011 - Pechino, "Stadio Nazionale"

MILAN-INTER 2-1 (0-1)

RETI: 22' Sneijder (I), 60' Ibrahimovic (M), 69' K. Boateng (M)

MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso (75' Ambrosini), Van Bommel, Seedorf; K. Boateng (82' Emanuelson); Robinho (62' Pato), Ibrahimovic. All. Allegri

INTER (3-4-2-1): Júlio César; Ranocchia, Samuel, Chivu; J. Zanetti, Thiago Motta, Stankovic (74' Pazzini), Obi (82' Castaignos); R. Álvarez (63' Faraoni), Sneijder; Eto'o. All. Gasperini

Arbitro: Rizzoli di Bologna

Ammoniti: Ammoniti: Gattuso, Zambrotta, Ambrosini (M).

Spettatori: 70000 circa

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