Che Maurizio Sarri sia un sostenitore di Federico Bernardeschi è cosa risaputa. Che Federico Bernardeschi possa migliorarsi sotto gli insegnamenti di Maurizio Sarri, pure. Detto questo, nonostante un feeling sulla carta scontato, l’inizio non sembrerebbe dei più promettenti. Per carità, nulla di irreversibile, a maggior ragione considerando il periodo della stagione.
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Giunto alla terza annata con la Juventus, il 25enne tuttofare carrarino è chiamato a compiere il salto di qualità. Tuttofare, appunto: aggettivo che può significare tutto e niente. Perché se Bernardeschi fino a poco tempo fa poteva calare sul tavolo il jolly della duttilità, carta particolarmente apprezzata da Max Allegri, adesso il mazzo è cambiato.
Alla Continassa, ora, vanno di moda usi e costumi differenti. Non a caso, Sarri in sede di presentazione ha voluto subito mettere le cose in chiaro:
"Quando parliamo di Bernardeschi parliamo di un giocatore tecnico e ordinato, mi piace molto. Deve avere un po’ più di continuità, gli manco un po’ questo. Adesso deve farlo, in un solo ruolo. Si deve specializzare".
Il menù, dunque, è uno solo: ed è a base di fascia destra. Meno compiti difensivi rispetto al recente passato, più incisività sotto porta nei movimenti chiave. Insomma, l’allenatore toscano dal suo numero 33 vuole goal e assist. Ma più di ogni altra cosa, pretende convinzione. La stessa che, ultimamente, sembrerebbe mancare all’ex Fiorentina.
E a proposito di vecchi ricordi, sabato, in occasione del match dell’Artemio Franchi, Bernardeschi difficilmente riuscirà a scalare le gerarchie. Là davanti, infatti, i tre titolarissimi sono Douglas Costa, Higuain e, ovviamente, sua maestà Cristiano Ronaldo. Un tridente di livello assoluto, difficilmente contrastabile nell’immediato.
Attenzione, poi, al mercato. Sebbene la finestra estiva abbia chiuso da pochi i battenti, il tema in Italia non passa mai di moda. E, a tal proposito, non sono passate inosservate le sirene del Barcellona. Tra suggestioni e realtà, tra un potenziale scambio con Ivan Rakitic e la permanenza sotto la Mole.
In Nazionale, contro Armenia e Finlandia, Bernardeschi ha sfoggiato il compitino. Riduttivo. Specialmente per un elemento che, nell’immaginario bianconero, dovrebbe concretamente spaventare i mostri sacri. Fondamentale, quindi, un cambio di passo. Prima che sia troppo tardi. Prima di diventare carne da plusvalenza.


