Eh no, così fa male. L’Italia, a Belfast, non va oltre lo 0-0. Risultato, questo, che condanna gli azzurri – nuovamente – al playoff per comprendere il suo destino in vista dei Mondiali di Qatar 2022. Parallelamente, la Svizzera supera la Bulgaria con il punteggio di 4-0. Insomma, notte fonda. E ritorna l’incubo degli incubi, ovvero il pericolo di non ottenere – per la seconda volta di fila – un posto al massimo torneo calcistico.
Dai bagordi dell’Europeo allo psicodramma. Già, proprio così. Si è spenta la luce e, probabilmente, il precedente scandinavo torna ancora in mente e, ora, inizia a fare dannatamente paura. Mentre non fa più paura l’Italia che, al Windsor Park, non ha saputo trovare neanche un goal; mandando su tutte le furie un incredulo Roberto Mancini.
La sensazione, e forse qualcosina in più, è che l’Italia – laureatasi campione d’Europa dopo 53 anni – abbia iniziato a vivacchiare. Sottovalutando, indubitabilmente, le insidie e di conseguenza anche l’incisività degli avversari. Poi, certo, spesso e volentieri sono gli episodi a fare la differenza: vedi i sanguinosissimi rigori falliti da Jorginho, gravemente insufficiente pure in Irlanda.
Le carenze strutturali non mancano, soprattutto in attacco. A.A.A. cercasi centravanti disperatamente, perché quelli attuali non offrono la benché minima garanzia per poter pensare in grande, che al momento non significa fare strada al Mondiale bensì conquistare perlomeno un posto. Belotti ha fallito contro la Svizzera e non ha inciso quando è entrato a Belfast, mentre il tridente brevilineo – schierato dall’inizio nel Regno Unito – ha sbattuto ripetutamente contro il muro eretto dai padroni di casa.
Insomma, fragilità figlie del momento. Ma che adesso iniziano a essere un (grosso) problema. E se la situazione infortunati potrebbe aver avuto il suo perché, l’Italia deve cambiare atteggiamento in un percorso assai tortuoso rappresentato da altri due turni da affrontare.
Riassunto: le prime sei seconde in ordine di punti ottenuti saranno teste di serie; le altre quattro – a cui si aggiungono le due migliori della Nations League non qualificate tramite i gironi – saranno invece teste di serie. In parole povere, roba da non prendere sonno. Mancini, alle prese con il momento più delicato da quando guida gli azzurri, con il suo solito equilibrio è chiamato a indicare la via maestra. Perché se nulla è ancora perso, snobbare gli ultimi (pessimi) segnali si rivelerebbe automaticamente un errore grossolano che, in parole povere, sfocerebbe in un’altra deludentissima e maledettissima esclusione.
L’Italia non sa più vincere, non ha anima e sembra essersi arenata a Wembley. Là dove la gioia è stata immensa, potrebbe essere iniziata – inconsciamente – un’oppressione. “Andremo ai Mondiali e magari li vinceremo”. Parola di Mancini, uomo perbene e vincente, chiamato ad allontanare l’ombra di Ventura. Abbiamo già dato e ci è bastato.
