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Speaker's Corner - Juventus Women, il coraggio di cambiare: visione e lungimiranza

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Al termine della passata stagione, optando per uno scossone forte e impopolare, Stefano Braghin – head of Juventus Women – ha deciso di sostituire Rita Guarino (ora all’Inter) mettendo al suo posto Joe Montemurro. Da un coach che ha avuto il merito di avviare l’egemonia bianconera nel calcio femminile ottenendo quattro scudetti, una Coppa Italia e due Supercoppe italiane, a un profilo estero – proveniente dall’Arsenal – dotato di pedigree internazionale.

Dietro un contratto pluriennale, infatti, c’è sempre una visione a lungo termine. Perché, si sa, senza la lungimiranza non si va da nessuna parte. Ecco perché, ponderando minuziosamente le mosse dell'oggi e del domani, Braghin ha scelto di affidare la panchina al 52enne tecnico di Melbourne. Mossa, rendimento alla mano, azzeccata.

Al di là del dominio in Italia – con solo successi fin qui in campionato – la Juventus Women è cresciuta esponenzialmente anche in Europa. E la vittoria conquistata sul difficile campo del Wolfsburg (0-2, autorete di Hendrich e Staskova) sottolinea nitidamente come Madama ora possa sognare pure fuori dai confini nostrani. Certo, mantenendo i piedi ben piantati al suolo, ma senza paura.

D’altra parte, a inizio annata calcistica, neanche il più grande ottimista avrebbe potuto immaginare un cammino – in Champions League – così aulico. Caratterizzato, dopo il colpo da tre punti in Germania, da 7 lunghezze nel gruppo A; 2 in più proprio delle Verdi.

E di Montemurro, neanche a dirlo, c’è molto. A partire da un sistema di gioco basato pressoché interamente sulla sapiente occupazione degli spazi. Che, in poco tempo, ha conquistato la fiducia sia delle vecchia guardia sia delle più giovani. Risultato? Squadra vera, verissima.

I margini di miglioramento, inoltre, non mancano. Perché il gruppo ha voglia di sperimentare nuovi orizzonti tattici, di mettersi in discussione, di provare a costruire qualcosa di dannatamente bello e che magari duri nel tempo. Musica per le orecchie di Braghin e, in generale, di una società che ha avuto il coraggio di cambiare strada senza che ce ne fosse – apparentemente – motivo.

A Wolfsburg, imponendo la sua identità, la Juventus Women ha ampiamente meritato di ottenere l’intera posta. Padrone di casa – sulla carta – più esperte, sì, ma che allo Stadion hanno patito il canovaccio tattico proposto dalle bianconere. Calcio organizzato, propositivo, europeo; ponderato da Braghin, sviluppato da Montemurro, con una rosa (ampiamente) all’altezza. E il meglio, probabilmente, deve ancora venire.

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