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Simone, 'L'altro Marco': goal e trofei col Milan, le scarpette bianche, idolo in Francia

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Come i grandi attaccanti, sapeva essere letale sotto porta, ma, se gli veniva concesso spazio, era in grado di farsi valere anche con potenti conclusioni dalla distanza. Calciatore intelligente e umile, Marco Simone era considerato da giovane una grande promessa del calcio italiano. Ambidestro, dopo esser esploso in Serie A con il Como e a livello internazionale con l' Italia Under 21 di Cesare Maldini, viene acquistato dal Grande Milan di Arrigo Sacchi.

Trovandosi davanti a dei grandi campioni, per la sua carriera rinuncia ad essere la prima donna in una squadra meno blasonata. Per questo lo chiamano 'L'altro Marco', perché il Marco per antonomasia è solo uno: Van Basten. In una situazione che avrebbe portato la maggior parte dei giovani a perdersi, Simone invece non si scoraggia e quando i suoi allenatori gli danno spazio o qualcuno dei grandi è fuori per infortunio, lui ripaga con grandi prestazioni e bellissimi goal. Allenandosi accanto a grandi fuoriclasse, cresce e migliora ulteriormente sotto tutti gli aspetti.

Con un gruppo leggendario di campioni, vince praticamente tutto, togliendosi comunque le sue soddisfazioni negli 8 anni in cui indossa la maglia rossonera. Nella parte finale della sua carriera si trasferisce in Francia, prima con il PSG poi al Monaco, segnando ancora tanti goal, prima di un breve ritorno al Milan. Gioca ancora con la squadra del Principato e con il Nizza, per poi chiudere la carriera a 36 anni con il Legnano. Dopo il ritiro si dividerà fra il fare il dirigente e la carriera da allenatore.

Occhi azzurri, fuori dal campo, pur essendo alto appena un metro e 70 centimetri, Simone è stato fin da giovane considerato un sex symbol, e negli anni è stato un precursore dei calciatori di oggi particolarmente attenti alla propria immagine. Il suo aspetto fisico varierà nel corso della sua carriera: nelle prime stagioni ha i capelli corti e uno sguardo serio, nel tempo porterà i capelli lunghi fino alle spalle e l'orecchino, e il broncio lascerà spazio a un ampio sorriso. A livello di look innoverà anche nel campo dell'abbigliamento sportivo: sarà infatti il primo giocatore in Italia ha indossare un paio di scarpini completamente bianchi griffati Valsport.

DAGLI ESORDI ALL'ESPLOSIONE AL COMO

Marco Simone nasce il 7 gennaio del 1969 a Castellanza, Comune in provincia di Varese. Come molti altri calciatori sviluppa precocemente l'amore per il pallone. Seconda punta o all'occorrenza anche centravanti, cresce calcisticamente nelle Giovanili del Legnano, per poi passare in quelle del Como, club con cui completa la sua formazione, grazie al talent scout Gigi Panzeri.

Nella stagione 1986/87 Emiliano Mondonico lo porta spesso ad allenarsi con la Prima squadra e il 3 settembre 1986 lo fa esordire in Coppa Italia all'età di 17 anni nella partita contro l'Arezzo (1-1), nella quale gioca una buona mezzora, subentrando al 60' al posto di Butti.

Per il debutto in Serie A bisogna aspettare soltanto qualche mese. L'11 gennaio 1987, poco dopo aver compiuto 18 anni, Simone gioca gli ultimi 10 minuti della gara del Castellani contro l'Empoli, conclusasi sullo 0-0, sostituendo il suo compagno di squadra Mazzuccato.

Il tecnico dei lariani capisce di avere fra le mani un grande talento, ma evita di 'bruciarlo' troppo presto. Lo porta in panchina anche nella partita successiva di campionato contro la Roma, per poi concedergli ulteriori 29 minuti contro il Torino nel vecchio Comunale il 1° febbraio, gara persa di misura per 1-0 dai lombardi.

Nella stagione seguente Simone è ceduto in prestito alla Virescit Boccaleone, compagine bergamasca che oggi non esiste più perché nel 1993 si è fusa con l'Alzano, ai tempi militante nel Girone A della Serie C1, con l'obiettivo di farlo giocare e fare esperienza.

E il giovane attaccante non delude le attese, laureandosi, con 15 goal in 33 presenze, capocannoniere del campionato e trascinando la squadra al 3° posto finale nella stagione regolare, massimo risultato raggiunto dal club nella sua storia. Soltanto lo spareggio perso contro la Reggina impedirà a Simone e compagni di conquistare la promozione in Serie B.

Così nel 1988/89 il Como, passato intanto sotto la guida di Rino Marchesi,  è ben lieto di riabbracciare il prodotto del suo vivaio, considerato pronto per misurarsi con la Serie A. Simone si ritaglia presto un posto da titolare in squadra e nel corso della stagione ne diventerà anche il capitano.

Marco Simone Stefano Como Serie A

Fra il mese di dicembre 1988 e il gennaio del 1989 la giovane punta lariana va a segno consecutivamente per 3 partite di fila. Il primo goal in Serie A arriva il 18 dicembre nella sfida interna al Senigallia contro la Fiorentina di Eriksson, che schiera in attacco Baggio e Borgonovo.

Simone a inizio ripresa firma il provvisorio 2-1 per i suoi con una rete da opportunista, sfruttando un'uscita a vuoto del portiere Landucci su cross teso di Milton, per impossessarsi del pallone e depositarlo alle spalle dell'estremo difensore avversario.

Ma già nel primo tempo era stato protagonista: un suo missile su punizione da distanza siderale, leggermente deviato da Celeste Pin, aveva portato il punteggio sull'1-1 dopo il vantaggio iniziale degli ospiti. Oggi il goal gli sarebbe stato attribuito, all'epoca le regole erano diverse e quella spettacolare conclusione fu considerata autorete.

Il Como si impone 3-2 sui toscani, e il classe 1969 si ripete nelle domeniche successive. Segna altri 2 goal e porta in dote altrettanti punti alla sua squadra nel derby contro l'Atalanta e nello scontro salvezza con il Pisa. Cesare Maldini,  il Ct. dell' Italia Under 21, lo premia convocandolo e facendolo facendolo debuttare il 21 dicembre nella goleada contro Malta (8-0), esordio che bagna con un goal.

Presto diventa un punto fermo della squadra con cui l'ex difensore rossonero affronterà il suo primo biennio alla guida degli Azzurrini, culminato con il 3° posto agli Europei Under 21 del 1990, in cui la Jugoslavia di Boban e Suker negò a Simone e compagni la gioia della finale. Simone segna in tutto 7 goal in 16 presenze con la Nazionale giovanile.

Nonostante la squadra retroceda in Serie B piazzandosi all'ultimo posto e cambiando anche allenatore ad aprile, con l'arrivo di Angelo Pereni al posto di Marchesi, la sua prima stagione in Serie A con la maglia del Como si chiude positivamente a livello personale, con 34 presenze e 6 goal in campionato, cui vanno aggiunte altre 7 apparizioni con un goal in Coppa Italia.

Tutti in riva al Lago sono consapevoli che il gioiello del vivaio lariano è pronto per altri palcoscenici: il 6 luglio del 1989, infatti, il Milan di Silvio Berlusconi, rispondendo alla Juventus, che ha appena acquistato dal Monza Pierluigi Casiraghi, preleva dal Como Simone per 6 miliardi di Lire.

Marco Simone Michael Reiziger Danny Blind Ajax Milan UEFA Champions League 05241995Getty Images

SIMONE AL MILAN: 8 ANNI DI GOAL E SUCCESSI

Dopo 44 presenze complessive e 7 goal con il Como, l'inizio dell'avventura rossonera per il giovane Simone non è semplice. In una squadra di grandi fuoriclasse, guidata da un tecnico che pretende tanto come Arrigo Sacchi, la punta capisce che deve inizialmente accettare il ruolo di riserva.

Ma non protesta e lavora sodo per farsi trovare pronto quando sarà chiamato in causa. Sarà abbondantemente premiato dai risultati. Nel 1989/90 vince Coppa dei Campioni, Supercoppa Europea e Coppa Intercontinentale, queste ultime due scendendo anche in campo in finale, e totalizza complessivamente 27 presenze e 2 reti. In Europa vive una serata magica nel ritorno dei quarti di finale contro i belgi del Malines.

Subentrato già nel primo tempo al posto dell'infortunato Carlo Ancelotti, in coppia con Marco Van Basten si scatena nei tempi supplementari, in cui realizza il goal del definitivo 2-0 per i rossoneri dopo aver saltato in dribbling l'intera difesa belga e aver messo addirittura a sedere Preud'homme. 

È l'inizio di un binomio vincente che lo vedrà vincere quasi tutto, con l'unica eccezione della Coppa Italia,  in 8 anni: 4 Scudetti, di cui 3 consecutivi, 3 Supercoppe Italiane, 2 Champions League, 3 Supercoppe europee, 2 Coppe Intercontinentali per un palmarès di tutto rispetto. 

Cambiano gli allenatori, con i rossoneri che passano da Sacchi a Capello, e i partner d'attacco, ma ciò che non cambia è l'apporto che 'L'altro Marco' garantisce sempre alla sua squadra. Nel corso della sua avventura milanese compone delle coppie d'attacco spettacolari: dopo aver affiancato spesso Van Basten, gioca accanto a campioni come Papin e George Weah, con cui nasce anche una bellissima amicizia fuori dal campo, tanto che i due vivranno per un periodo anche insieme.

Durante la militanza in rossonero ha modo anche di debuttare con l'Italia con Sacchi Ct., ma il rapporto con la Nazionale maggiore non è fortunato come quello con l'Under 21. Chiuso da altri calciatori, in azzurro mette insieme appena 4 presenze senza reti.

Le prime 4 stagioni col Milan lo vedono utilizzato come rincalzo, ma a partire dal 1993/94, Simone trova progressivamente sempre più spazio. Il 1994/95 è il suo anno d'oro sotto il profilo realizzativo, in cui, utilizzato da punta centrale, segna 17 goal in 30 presenze in campionato, complessivamente ben 21 in 45 gare.

Nella finale di Champions League del 24 maggio 1995, persa di misura per 1-0 dai rossoneri contro l'Ajax, in cui è costretto ad agire come unica punta viste le tante defezioni in attacco, passa alla storia per essere stato il primo calciatore italiano a indossare delle scarpette non nere: nella fattispecie completamente bianche, griffate Valsport, lanciando una moda, già in uso all'epoca in altri Paesi europei, che troverà larga diffusione anche nella penisola.

Nel 1995/96, stagione in cui gioca in coppia con Weah, vince il suo 4° e ultimo Scudetto. Quando il ciclo degli 'Invincibili' si è ormai concluso, dopo 245 presenze e 74 goal e un'ultima annata deludente che vede i rossoneri chiudere addirittura all'11° posto, Simone e il Milan si separano e per l'attaccante inizia un altro importante capitolo della sua carriera, che lo vedrà grande protagonista in Francia.

Marco Simone PSGGetty

LE ESPERIENZE CON PSG E MONACO

I tedeschi del Bayern Monaco sono molto vicini a rilevarne il cartellino, ma poi si defilano. Simone passa così nel 1997/98 ai francesi del PSG, che lo acquistano per 10 miliardi di Lire,  una cifra record per il calcio francese dell'epoca. Simone ripaga la fiducia dimostrata a suon di goal.

In due stagioni ne realizza 32 in 80 presenze, e vince una Coppa di Francia, una Coppa di Lega. Per le sue prestazioni nel 1998 è votato 'Miglior calciatore straniero'.  Il suo aspetto, rispetto ai primi anni, è molto cambiato: se inizialmente portava i capelli corti ed era molto timido, ora il ragazzo di 28 anni che sbarca in Francia ha i capelli lunghi fino alle spalle e ricci, spesso tinti, e sorride di frequente.

Nel 1999/00 si trasferisce nel Principato per giocare con il Monaco. In maglia biancorossa l'ex Milan vive una seconda giovinezza, e le 21 reti in Ligue 1 della sua prima stagione (28 totali) gli valgono un secondo riconoscimento come 'Miglior giocatore straniero' del campionato francese. Dopo una seconda stagione meno fortunata della prima, in cui mette insieme comunque altre 16 reti, di cui 7 nel campionato transalpino, saluta la Francia per far nuovamente ritorno in rossonero.

IL RITORNO AL MILAN E IL DECLINO

La stagione 2001/02 vissuta nuovamente da riserva in rossonero, agli ordini di Terim prima e Ancelotti poi, è una sorta di passarella di commiato dalla maglia rossonera per Simone. L'attaccante aggiunge altre 15 presenze complessive e un ultimo goal, comunque pesante, segnato a San Siro contro la Lazio nell'andata dei quarti di finale di Coppa Italia, che permetterà al Milan di eliminare i biancocelesti dal torneo, e porta a 75 goal in 260 presenze il suo bilancio complessivo con i milanesi (29 reti in 43 gare in Serie A).

Le ginocchia sono tuttavia ormai logore e i problemi fisici si moltiplicano e gli impediscono di rendere come vorrebbe. Torna allora nuovamente in Francia, mettendo insieme poche apparizioni fra Monaco e Nizza, per poi optare per una chiusura amarcord nel 2005/06 con il suo Legnano (11 presenze e 1 goal in Serie C2), il club con cui tutto era iniziato, e che lui stesso ha acquistato assieme a suo fratello Gianni nel 2005. Si ritira nel 2006 a 37 anni.

Marco Simone MonacoGetty

DIRIGENTE E ALLENATORE DOPO IL RITIRO

Ritiratosi nel 2006 all'età di 37 anni, Simone svolge inizialmente il ruolo di presidente e dirigente per il club lilla , che riesce a portare in Serie C nel 2006/07 dopo 20 anni di assenza. Successivamente diventa agente FIFA e inizia a lavorare come consulente di mercato per il Monaco. Ma presto, nel 2011, dopo la retrocessione in Ligue 2, il club del Principato gli chiede di diventare allenatore.

Simone porta il Monaco fino all'8° posto, ma non viene confermato. Da lì intraprende comunque una nuova carriera, da protagonista in panchina. Ancora senza patentino, nel 2013/14 lavora come Direttore tecnico per il Losanna, che lo richiama l'anno seguente come allenatore una volta ottenuto il titolo UEFA Pro. 

Dopo una serie di 5 sconfitte consecutive, tuttavia, gli svizzeri lo esonerano. Fa un'esperienza decisamente più positiva con il Tours in Francia, ottenendo buoni risultati in Ligue 2 e in Coppa di Francia, mentre negative sono anche le avventure con il Laval e con i tunisini del Club Africain, culminate entrambe con degli esoneri.

Amante dei cani fin dai tempi in cui giocava, è sposato dal 2005 con la showgirl Carla Liotto. La coppia ha anche una figlia, Rebecca.

Negli ultimi tempi Simone è stato dapprima vicino a un ritorno da tecnico al Milan per guidare una squadra Under 23 poi mai partita, durante la gestione cinese del club, e successivamente ha deciso di intraprendere incarichi particolarmente suggestivi. Così ha guidato per 5 mesi, da marzo a luglio del 2019, i thailandesi del Ratchaburi Mitr Phol, prendendo il posto di Christian Ziege, poi, per altri 4 mesi, dal 24 luglio all'11 novembre, i marocchini dell'SC Chabab nella Seconda Divisone locale. Nel 2021 è arrivato l'esonero da parte del Châteauroux (terza serie francese).

L'ultima esperienza da allenatore è con l'Al-Thaid, club di seconda serie negli Emirati Arabi. Perché l'altro Simone vuole dimostrare di saperci fare anche in panchina.

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