GOALNell'estate del 2005 Shabani Nonda è uno dei migliori attaccanti in circolazione. E' reduce da 67 goal in 145 partite con la maglia del Monaco ed ha sfiorato la vittoria della Champions League, sfumata soltanto in finale contro il Porto di Josè Mourinho.
Parliamo di una punta forte, rapida, brava con i piedi e di testa. Il suo ingaggio è un'occasione da non farsi sfuggire, specie quando decide di non rinnovare col Monaco e di liberarsi a costo zero. In Serie A i top club drizzano le antenne, con Juventus e Roma pronte a fare il colpaccio.
A un certo punto sembra che i bianconeri abbiano chiuso l'affare: pre-contratto firmato e concorrenza sbaragliata. Ma poi Luciano Moggi ci ripensa, non è più così convinto di Nonda e lascia campo libero alla Roma. Una sorta di 'regalo', come definito dallo stesso Moggi.
"La Roma è una società amica e come tale l'abbiamo trattata - le sue parole a 'Radio Radio' - essere amico di una società non vuol dire farle il mercato. Noi abbiamo dato la possibilità alla Roma di prendere due giocatori a parametro zero che a noi non servivano e potevano fare al caso loro. Non è neanche vero che Nonda avesse fatto con noi le visite mediche. Lo avevamo in mano ma poi il giocatore ha trovato altre offerte e lo abbiamo collocato nel modo migliore per lui".
I due parametri zero a cui si riferisce Moggi sono Kuffour (la cui storia non è certo meno interessante) e appunto Nonda. Insieme a loro arriva pure Taddei, ma la Roma si ritrova a dover fare una battaglia con la UEFA prima di poter tesserare i nuovi acquisti. Tutto a causa del precedente trasferimento di Mexes dall'Auxerre, ritenuto inizialmente irregolare per via di una clausola rescissoria pagata dalla Roma che il club francese afferma di non aver mai inserito nel contratto stipulato con il difensore.
Il caso Mexes finisce addirittura al tribunale internazionale, che alla fine dà ragione alla Roma. Nonda può finalmente essere tesserato e così anche tutti gli altri. Nella Capitale c'è grande attesa soprattutto di vedere all'opera l'attaccante congolese e gli inizi sembrano rispettare le premesse. Quella Roma è fortissima, specialmente davanti con Totti, Montella e Cassano, ma Nonda parte alla grande segnando un goal all'esordio contro la Reggina e altri due nella trasferta di Parma. Il tutto nelle prime quattro giornate di campionato.
I tifosi giallorossi sono pazzi di lui: in Curva Sud compare uno striscione con su scritto 'N'onda anomala' e in poco tempo nasce pure un coro dedicato all'attaccante. 'Shabani Nonda lalalalalalalalala', si canta in Curva a ritmo di Lambada.
Va tutto alla grandissima, ma l'idillio dura poco. Alla nona giornata la Roma sta vincendo 0-3 a San Siro contro l'Inter nella partita che verrà per sempre ricordata per essere quella del cucchiaio di Totti. A mezz'ora dalla fine Spalletti manda dentro Nonda e per poco l'Inter non la pareggia. Finisce 3-2 per la Roma, ma Spalletti al triplice fischio è una furia. Non aspetta di rientrare negli spogliatoi per scagliarsi contro Nonda e Dacourt, rei di non aver avuto il giusto impatto, per usare un eufemismo, sul match.
In quella notte di San Siro si conclude di fatto l'esperienza di Nonda con la Roma. Siamo solo a ottobre, ma da lì in poi l'ex Monaco inizia a giocare poco e niente: solo altre sei presenze in campionato, tre in Europa League e due in Coppa Italia, dove Nonda va anche a segno nella finale di ritorno persa 3-1 contro l'Inter. Al termine della stagione va in prestito al Blackburn e torna alla Roma giusto per 'vincere' dalla panchina la Supercoppa contro l'Inter, prima di trasferirsi a titolo definitivo al Galatasaray.
In Turchia le cose tornano ad andare per il verso giusto e la prima stagione di Nonda col Galatasaray è un vero trionfo: 14 goal totali e double campionato-coppa conquistato. Nelle successive stagioni il rendimento di Nonda cala, ma è comunque sorprendente la decisione di annunciare il ritiro a soli 33 anni nel gennaio 2010, con ancora un anno e mezzo di contratto davanti.
Nonda abbandona completamente il mondo del calcio e si butta sull'imprenditoria, concentrandosi sullo sviluppo della sua città d'adozione Kinshasa, dove costruisce un lussuoso hotel e si dedica al progetto di un centro sportivo. Si diletta anche come speaker in una radio locale e investe sull'AS Dragons, una delle società storiche della Repubblica Democratica del Congo, nel tentativo (non riuscito) di duellare col colosso Mazembe.
Il regalo della Juve alla Roma alla fine si è rivelato un 'pacco', ma Nonda un segno l'ha comunque lasciato. Perché se vai nella Capitale e fai il suo nome, troverai sicuramente qualcuno che ti risponderà: "Shabani Nonda lalalalalalalalala".
